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Arrampicata sportiva: verso i giochi olimpici di Tokyo 2020 con Adam Ondra

Adam Ondra, ripresosi rapidamente dall’influenza che lo ha colpito ad un passo dalla tappa di Chongqing (Cina) della Coppa del Mondo di Boulder, ci introduce con l’11° video della serie Adam Ondra: Road to Tokyo a quella che viene definita come la “nuova scuola del bouldering”, attraverso un viaggio nella storia di questa disciplina, con tanto di materiale d’archivio recuperato e selezionato col supporto di Chris Sharma e Udo Neumann.

Si parte dunque dai primi passi mossi su roccia dalla old school ai moderni dynos, alla dinamicità che caratterizza gli atleti moderni.

Il bouldering, come racconta Adam, nasce come allenamento e diventa disciplina riconosciuta ufficialmente solo in un momento successivo. La prima volta in cui viene inserito nelle gare di Coppa del Mondo è il 1999.

Inizialmente indoor si andavano a simulare superfici e prese riscontrabili in natura. Si puntava tutto sulla forza delle dita e delle braccia nell’affrontare superfici molto ripide. “Non è vero che in natura non si trovino siti di bouldering molto ripidi, semplicemente sono meno frequentati”, specifica Ondra.

Dall’approccio “statico” dei primi step si è arrivati alla dinamicità che caratterizza i percorsi ricreati nelle palestre moderne. Si utilizzano volumi molto più grandi di un tempo, che creano scenari non ritrovabili in natura. Non serve più forza ma dinamicità e coordinazione.

Ma come si allena Adam per il boulder? Non si butta niente. Meglio allenarsi sia su pareti old style che new style. E se lo dice lui tocca crederci.

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