Cronaca

Escursionista muore travolto da una valanga sul Pasubio. Polemiche tra Soccorso Alpino e Vigili del Fuoco

Un’escursione a Pasqua sul monte Pasubio per raggiungere il rifugio Papa trasformata in una tragedia quando una valanga ha travolto Roberto Trevellin, 57 anni. Il corpo è stato ritrovato a valle del rifugio, a circa 1850 metri, lungo la via degli Eroi, dall’equipaggio dei vigili del fuoco che ha sbarcato con il verricello due vigili con la barella, dopo aver provveduto ad attrezzarli di ramponi e piccozze forniti dal Rifugio più vicino. Mentre i due tecnici stavano operando però si è staccata una valanga che li ha investiti e spostati di qualche metro nel canale assieme alla salma.

Sul posto è quindi arrivata l’eliambulanza di Verona emergenza che, calato il proprio personale e constatato che fortunatamente nessuno aveva riportato conseguenze, ha recuperato il corpo dell’escursionista e lo ha trasportato al Rifugio Balasso, per affidarlo al carro funebre e alla squadra del Soccorso alpino di Schio pronta a intervenire in supporto alle operazioni. L’elicottero dei Vigili del fuoco ha poi recuperato i suoi uomini.

Un soccorso che però ha lasciato anche uno strascico di polemiche dopo che il CNSAS Veneto ha rilasciato un comunicato, che sotto riportiamo, contestando la gestione dell’emergenza da parte del Vigili del Fuoco, che hanno risposto con una propria nota (di seguito al comunicato).

 

Comunicato CNSAS Veneto

Ieri un escursionista non è rientrato all’ora di pranzo, come previsto, da una camminata sul Pasubio, che in questi giorni in quota mantiene vesti invernali. “Quando scatta l’allarme per la ricerca di una persona in montagna, si seguono le procedure stabilite dai protocolli operativi siglati con le prefetture, che prevedono l’allertamento del Soccorso alpino deputato anche al coordinamento – ricorda Alberto Barbirato delegato del Soccorso alpino delle Prealpi Venete – le leggi nazionali 74/2001, 289/2001 e regionale 11/2015 individuano come riferimento esclusivo per il soccorso sanitario in montagna, in ambiente impervio, ostile e ipogeo il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, che opera in collaborazione con il Suem 118. Ieri malgrado la ricerca fosse partita già da diverso tempo e non si sapesse se la persona stesse bene, fosse ferita o peggio, il Suem 118 – la Centrale operativa competente a livello sanitario regionale – e il Soccorso alpino sono stati allertati solamente alle 17.07, dal personale dei Vigili del fuoco che già ore prima era stato attivato”. 

Al triste epilogo del ritrovamento del corpo senza vita dell’escursionista si è rischiato poi di aggiungere ulteriore gravità, dal momento che i due vigili che si trovavano nel Boale del Sant’Antonino sono stati investiti da due valanghe e trascinati per alcuni metri, senza fortunatamente riportare conseguenze.

Tutti i soccorritori e, ancora di più, i tecnici del Soccorso alpino che turnano nelle basi di elisoccorso e sono responsabili della sicurezza del personale sanitario a bordo, indossano dispositivi di protezione individuale normati dalla legge e sono dotati di attrezzatura adeguata all’ambiente e alla stagione in cui operano, ma soprattutto sono addestrati secondo precisi piani formativi per intervenire nel modo più sicuro possibile in ambienti dove il rischio è alto e imprevedibile” sottolinea poi il presidente del Soccorso alpino e speleologico Veneto Rodolfo Selenati. “C’è stato un mancato rispetto delle procedure di allertamento stabilite dai vari accordi – chiude Barbirato – esponendo tra l’altro chi è andato a ulteriori rischi inutili“.

Ricordiamo infine che in questo periodo le condizioni della montagna sono ancora invernali. La neve abbondante si ghiaccia con le temperature notturne sotto lo zero, per sciogliersi nelle ore più calde dando origine a possibili valanghe primaverili. L’alternanza di ghiaccio e neve fradicia obbliga alla prudenza, alla dotazione di indumenti, calzature, attrezzatura adeguati e a un’opportuna preparazione.

 

Nota Direzione Interregionale Vigili del Fuoco Veneto e Trentino Alto Adige

Replica al comunicato stampa del Soccorso alpino in merito all’intervento di ricerca persona sul Monte Pasubio, dove un escursionista il giorno di Pasqua ha perso la vita. I vigili del fuoco del Comando di Vicenza respingono in modo assoluto le affermazioni fatte dal Soccorso alpino, tramite comunicato stampa, in merito ad un loro tardivo allertamento, addirittura di ore per la ricerca dell’uomo vittima di un incidente in montagna. I vigili del fuoco ricevuta la chiamata, in cui veniva segnalato il mancato rientro dell’uomo, hanno allertato il proprio sistema di soccorso e contestualmente contattato la centrale operativa del Suem 118, richiedendo specificatamente l’intervento del Soccorso alpino. Tutte le telefonate in ingresso e in uscita nella sala operativa del 115 sono per legge poste sotto registrazione. Dettagliata relazione sarà trasmessa all’autorità giudiziaria per le iniziative di competenza

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6 Commenti

  1. Secondo me si puo’ chiarire in maniera amichevole, senza “trasmissioni all’autorita’ giudiziaria”.Le cause costano un capitale che sarebbe meglio impiegare per necessita’ piu’ concrete..

  2. Polemica assolutamente sterile. C’era bisogno di un comunicato stampa? Non bastava una telefonata o un incontro tra i responsabili dei due corpi di soccorso, per chiarire fatti e responsabilità ?

    1. i vigili del fuoco purtroppo fanno spesso certe c…..e.
      Complimenti a loro, che hanno rischiato di farsi del male.
      Devono capire che non sanno e non è il loro compito operare in ambienti montani. Ed in più lo ha stabilito anche la legge!!
      Devono piantarla!!!
      Tentate di fare il vostro lavoro al meglio, e non fate quello degli altri, non siete e non sarete mai all’altezza del Soccorso Alpino.

  3. Bene così, chissà che “l’autorità giudiziaria” faccia chiarezza e dia una strigliata a chi di dovere. C’è qualcuno che deve imparare a stare al posto suo invece di gonfiare il petto come un pavone con la patacca gialla bene esposta. E comunque hanno rotto i cabasisi, ogni volta la stessa storia: quando ci sono i VVF al CNSAS viene l’orticaria.

  4. Meglio due organizzazioni che si muovono, che poi rimpalli di responsabilita’ per mancato intervento tipo Rigopiano , secondo me il problema e’di gestione delle chiamate da parte del centro unico..Se nessuno fosse partito aspettando il primo passo altrui..adesso ci sarebbe causa per omissione di soccorso.Un detto molto tranchant ma di buon senso usato a proposito da abitanti di valle dolomitica Fassana recita “Guai a se lamentar de la zuppa grassa”.

  5. Domanda. Siamo sicuri che ci sia stata una valanga? Possiamo vedere il report reale dell’ accaduto? ( Redazione) grazie

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