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Intervista a Simone Origone, a 39 anni ancora il più veloce!

Non il più anziano in gara, ma il più attempato tra quelli che vincono. Parliamo ovviamente di Simone Origone, classe 1979, che per la sesta volta si è confermato come l’uomo più veloce sugli sci riuscendo a portarsi a casa il suo sesto titolo mondiale nel chilometro lanciato. Vittoria dedicata all’amico Daniele Nardi e al suo compagno Tom Ballard, scomparsi sul Nanga Parbat nei primi giorni di marzo.

Nello speed ski Origone, guida alpina e maestro di sci, è un vero e proprio talento naturale, lui come anche suo fratello Ivan che quest’anno si è piazzato solo al nono posto. “Bisogna però dire che ci sono atleti più vecchi, anche se io sono tra i pochi a vincere” scherza Simone. “Per esempio l’austriaco Klaus Schrottshammer, che si è classificato terzo, ha la mia età”. Una frase che fa capire come Simone Origone, tra qualche mese quarantenne, sia ben lontano dal lasciare la disciplina. “Salvo sconvolgimenti con le ginocchia l’anno prossimo sarò ancora qui a gareggiare ride pensando a quel che ancora vorrebbe vincere. Con dieci coppe del mondo in tasca e sei titoli mondiali, di cui cinque vinti consecutivamente dal 2005 al 2013, non è ancora contento e continua a sognare di ritornare detentore del record del mondo di velocità sugli sci, quello che è stato capace di battere e migliorare per ben tre volte prima di essere battuto da fratello Ivan, ancora oggi titolare del record con 254,948 chilometri orari.

Sul gradino più alto del podio. Foto Simone Origone

Simone, come  ci si sente a tornare campioni del mondo sei anni dopo?

Ne ho vinti cinque consecutivi e sono sempre stato vicino alla vittoria. Nel 2015 mi sono guadagnato un argento mentre l’ultima volta, a causa probabilmente di un errore con le scioline, non siamo riusciti a fare medaglia.

Quest’anno stavo bene e ci credevo tanto. Sapevo che era possibile, tra il dire e il fare c’è però di mezzo il mare.

Oro senza festeggiamenti perché è già tempo di rimettersi sci e tuta per correre in Coppa del Mondo…

Nessun festeggiamento perché domani si torna a gareggiare in Coppa del Mondo, sempre qui a Vars. Già poche ore dopo la vittoria ero a mettere la sciolina sugli sci per la nuova gara.

Che aspettative hai per la Coppa?

Matematicamente i giochi non sono ancora chiusi. Ho recuperato lo svantaggio che avevo accumulato in Finlandia e ora mi trovo in leggero vantaggio. L’importante è quindi fare bene nelle prossime gare: qui a Vars domani e nelle due che ci attendono in Andorra.

Continui a rincorrere il record?

Il record è l’essenza del nostro sport. Quest’anno sarei stato in forma per tentarlo, ma non c’erano le condizioni ambientali. La pista di  Vars, che è quella da record, ha davvero poca neve. Ieri siamo partiti dal punto più alto possibile, oltre non si poteva salire. Salvo quindi un mese di aprile estremamente nevoso, credo che il tentativo di record salterà.

Si potrebbe dire che il vostro sport, come anche molti altri, è in parte influenzato dall’andare della stagione e anche dai cambiamenti climatici?

Assolutamente. Bisogna però dire che le gare di coppa del mondo si disputano anche su piste dove è possibile sparare con i cannoni mentre la pista di Vars, dove si può tentare il record, è su neve naturale. Quest’anno la poca neve, il tanto caldo e il forte vento sono stati un problema. Il vento in particolare ha portato via tutta la neve che c’era nella parte alta della pista.

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