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Cala Cimenti nuovo atleta Mammut ed Elan

Ci sono persone sempre pronte a sfidare se stesse in imprese e avventure fuori dall’ordinario. Nella vita e nello sport. Una di queste è senz’altro Carlalberto Cimenti, “Cala” per gli amici. Ha 43 anni, fa l’alpinista professionista e si occupa di freeride per il comprensorio di Prali. Proprio la sua passione per l’estremo ha suggellato la collaborazione con i leader di settore Mammut, punto di riferimento nel settore degli sport alpini in quanto a qualità e innovazione e Elan, lo storico produttore di sci, tra i più innovativi sul mercato.

Carlalberto, chiamato da tutti “Cala”, è sempre stato uno sportivo e un viaggiatore anche grazie allo spirito avventuriero di suo padre, che lo ha sempre portato con sé in giro per il Mondo. E’ proprio grazie a lui che alla giovane età di 12 anni Carlalberto era già in cima al Monte Bianco e pochi anni dopo ha compiuto le sue prime esperienze di alta quota sull’Ojos del Salado, Kilimanjaro e alcune montagne sopra i 6000 mt in Nepal.

Sono tante le imprese di Cala. Nel 2005 conquista la cima del Cho Oyu, nel 2010 l’Ama Dablam: dal campo base alla cima e ritorno in 26 ore, «la mia avventura più significativa effettuata durante la stagione monsonica e senza l’ausilio di campi intermedi: una lunga corsa prima in salita fino in cima e poi giù fino al campo base», racconta Cala. Ancora la cima del famigerato Manaslu e la discesa con gli sci nel 2011 senza l’ausilio dell’ossigeno.

Nel 2015 è il primo italiano della storia a ricevere l’onorificenza Snowleopard, riconoscimento che la Federazione alpinistica russa concede esclusivamente a chi scala tutte e cinque le cime oltre i 7.000 metri sul territorio dell’ex Unione Sovietica. Un progetto che parte nell’estate 2013 con la vetta del Korzhenevskaya Peak 7.105m, del Lenin Peak 7.134m e del Khan Tengri Peak 7.010m e si conclude nell’agosto 2015 con la conquista della cima del Communism Peak, primo al mondo a scendere da questa vetta con gli sci ai piedi.

Nell’ottobre del 2017 Carlalberto Cimenti si supera ancora, raggiungendo gli oltre 8mila metri di quota del Dhaulagiri (e ancora una volta la discesa con gli sci ai piedi), la settima montagna più alta del mondo con i suoi 8167 metri di altezza. Nel 2018 Cala ha scalato la piramide perfetta del Laila Peack, 6.096 metri in Pakistan, secondo assoluto ad aver effettuato la discesa integrale sugli sci. E ancora una montagna attigua al Laila, ancora inviolata, di 5900 mt, che Cala ha battezzato (Laila’s) Little Sister.

«Da circa dieci anni le mie spedizioni d’alta quota sono tutte pensate per poter ridiscendere la montagna scalata con gli sci ai piedi, integralmente o almeno parzialmente. Ogni volta possibile parto per una spedizione su di una montagna di 8000 metri o comunque su montagne alte di particolare interesse tecnico ed estetico» ha dichiarato Cala.

2019, anno nuovo, nuove sfide. Cala si sta allenando per il suo nuovo progetto: quello di salire il Nanga Parbat, 8126 mt, dal versante Diamir, per ridiscenderlo con gli sci e senza l’ausilio di ossigeno. «Dopo la spedizione al Nanga Parbat, che mi occuperà tutto il mese di giugno, è mia intenzione spostarmi al campo base dei Gasherbrum per cercare di scalare, e ridiscendere con gli sci, una montagna di 6955 metri ancora inviolata nella zona del Gasherbrum» ha spiegato Cala. Mammut e Elan saranno ovviamente al suo fianco per conquistare un nuovo record e una nuova cima.

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