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Incidente della cabinovia Panoramica sul Monte Bianco: fu un errore umano

L’8 settembre 2016 centodieci passeggeri rimasero bloccati sulla telecabina francese Panoramic Mont-Blanc, collegamento tra l’Aiguille du Midi e Punta Helbronner, a causa di un incrocio dei cavi.

Un rapporto di inchiesta del Ministero dei Trasporti Francese ha concluso che all’origine del guasto ci fu un errore umano.

Secondo quanto dichiarato nel documento e riportato dall’ANSA, il giorno precedente a quello dell’incidente, un’impresa aveva effettuato una regolazione dell’accelerazione della telecabina per aumentarne la velocità e ridurre così da 4 minuti e 47 secondi a 4 minuti e 43 secondi il tempo di ciclo, ovvero l’intervallo tra due passaggi successivi di una cabina nella stessa stazione. Un tempo ridotto, che era stato in vigore presso la Panoramic Mont-Blanc fino ai lavori di rinnovamento del 2015.

L’incremento di velocità sarebbe stato apportato senza una accurata valutazione dei rischi, determinando l’8 settembre il superamento dei limiti di buon funzionamento e l’attivazione del blocco d’urgenza. La brusca frenata avrebbe causato un aumento delle oscillazioni della fune traente che in tre punti era passata sotto la fune portante, andando dunque a creare tre incroci.

I due che si erano formati tra le stazioni de l’Aiguille du Midi e Rognon erano stati risolti in pochi minuti mentre era stato possibile intervenire sul terzo incrocio, tra la stazione intermedia di Rognon e quella di Punta Helbronner, soltanto alle 3 di notte, praticamente quasi 12 ore dopo il blocco, a causa della rottura di un motore. A risolvere il problema del terzo incrocio era stato un tecnico di una ditta specializzata, venuto a conoscenza dell’incidente non per vie ufficiali ma tramite i media, e giunto difatti sul posto solo alle ore 19, 2 ore e mezza dopo la rottura del motore e quasi 4 ore dopo il blocco della telecabina.

I soccorsi erano giunti sul posto alle 20.30 (quattro elicotteri di cui tre francesi e uno italiano), salvando subito 54 persone. Con l’arrivo del buio i soccorritori erano riusciti a calare altre 24 persone dalle cabine ferme sul ghiacciaio nelle vicinanze di Punta Helbronner. In 32 erano rimasti bloccati nel corso della notte sulla telecabina, a 3500 metri di quota, al freddo e in balia di forti raffiche di vento, con a disposizione dei kit di sopravvivenza decisamente minimalisti. Alle 7.10 del 9 settembre, risolta la problematica del terzo incrocio, era stato possibile riprendere le operazioni di evacuazione, durante le quali si era anche verificato il deragliamento di una cabina, fortunatamente priva di passeggeri.

Un intervento complesso, tanto che la Francia ha lo scorso giugno decorato i soccorritori valdostani con la “Médaille de la sécurité intérieure”.

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