Alpinismo

Everest: la Cina taglia i permessi per pulire i rifiuti e portare via i morti dalla montagna

Quest’anno il numero di scalatori autorizzati a salire l’Everest dal versante nord verrà fortemente ridotto come conseguenza di un piano di pulizia straordinaria programmato dal Governo cinese.

Secondo quanto riportato dai media di stato, quest’anno i permessi saranno massimo 300 e la stagione sarà limitata alla primavera. In realtà a guardare i numeri non sarà un grande impatto, infatti ogni anno sono in media poco più di 800 gli alpinisti, sherpa e portatori d’alta quota che arrivano in vetta, la maggioranza però dal versante nepalese (dei 648 del 2017, solo 202 hanno scalato il versante tibetano). Per quanto riguarda invece la chiusura autunnale, non è la prima volta, anzi negli ultimi anni con varie scuse non erano stati concessi permessi agli alpinisti.

La decisione del Governo deriva dal fatto che ogni anno il numero degli scalatori aumenta esponenzialmente e soprattutto sale la percentuale di alpinisti inesperti, che si affidano alle spedizioni commerciali, incidendo sulla sicurezza di tutti.

In contemporanea all’aumento dei climber cresce anche il quantitativo di rifiuti abbandonati lungo le pendici e i campi in quota, rappresentati in gran parte da lattine, sacchetti di plastica, attrezzature per stufe, tende e bottiglie di ossigeno, ma anche rifiuti organici.

Tagliare il numero degli scalatori e dunque limitare l’affollamento del versante dovrebbe consentire di realizzare un campagna di pulizia, che include i rifiuti, ma anche, macabro a dirsi, i corpi degli alpinisti morti sull’Everest e che non sono stati portati a valle.

Da anni sia il governo nepalese che quello cinese cercano di mettere a punto dei programmi per intervenire nella pulizia dei versanti di loro competenza. La scorsa estate i funzionari cinesi hanno dichiarato di aver rimosso dalla montagna otto tonnellate e mezzo di rifiuti, tra cui grandi quantità di escrementi umani. 100 tonnellate di rifiuti sono state raccolte invece in Nepal dal campo base e lungo la strada del trekking di avvicinamento nella valle del Khumbu.

Accanto ai quantitativi di spazzatura dei tempi moderni si va inoltre ad aggiungere, a causa dello scioglimento dei ghiacci, un problema non indifferente, ovvero l’emergere dalle nevi di rifiuti accumulati sulla montagna nel corso di decenni, a partire da quando Edmund Hillary e Tenzing Norgay effettuarono la prima salita dell’Everest 66 anni fa.

Il monte Everest è sostanzialmente diventato il deposito di rifiuti più alto del mondo o, come è stato talvolta definito, “un pugno nell’occhio disgustoso”

 

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2 Commenti

  1. Non arrivo proprio a capire perchè adesso a causa dello scioglimento dei ghiacci debbano emergere dalle nevi i rifiuti accumulati sulla montagna nel corso di decenni …gli aveva nevicato sopra e adesso riemergono ??? Ma allora 50 anni fa c’era meno neve ??? No vero ? Boh !

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