Alpinismo

Humor in quota – Il “meglio” della settimana dalle spedizioni invernali a cura degli Alpinisti in Erba

Non riesci a stare al passo con le spedizioni invernali? Da oggi c’è una rubrica che fa al caso tuo!

Un recap settimanale di ciò che succede sulle vette più alte del Pianeta a cura del trio irriverente degli Alpinisti in Erba, pagina Facebook che goliardicamente raccontano l’alpinismo a modo loro: “Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale… talmente casuale da sembrare reale!”, questo il loro motto. 

 

NANGA PARBAT, SPERONE MUMMERY

NARDI: epico

Si lo sappiamo, è incredibile anche per noi, ma al momento il re incontrastato di questo inverno in alta quota pare proprio essere Daniele. Sarà per l’essere in anticipo su tutti o sarà per il suo quasi giornaliero diario di alta quota, ma al momento sembra essere il concorrente più vicino al completamento della propria impresa (speriamo non sia troppo scaramantico o ci potrebbe mandare il conto a casa a fine spedizione).

Nelle narrazioni lo troviamo lucido, coerente e determinato; dopo una fase iniziale nella quale era molto facile sorprenderlo nascosto dietro un ammasso di pietre votive a ripetere un mantra di autoconvinzione ‘”No, lo sperone non è un’ossessione, no no! No, lo sperone non è un’ossessione, no no!“, ora siamo finalmente passati allo stadio più adulto e coscienzioso della spedizione. La foga adolescenziale da primo contatto si è trasformata in una più seria analisi dei fatti e delle situazioni. Ci racconta ogni istante della sua avventura, dallo svago con le picche di Tom Ballard al C2 giusto per tenersi un po’ in forma (come se non si fosse già allenato abbastanza ad arrivarci a C2), allo stupore nel trovarsi nuovamente davanti lo sperone Mummery. Ma davvero dopo ben 5 tentativi non si era accorto di quanto fosse “severo ed agghiacciante”?

E così lo immaginiamo in tenda, piegato in due dai tipici problemi di digestione causati dalla quota, moderno Ulisse che supera con l’ingegnosità le peggiori prove e ne esce vincitore. Come quando non riuscendo a scattare un foto con il dito indice, reso poco sensibile dal freddo, gioca d’astuzia e scatta con il dito medio. Non è uno scatto, è uno sberleffo alle altre spedizioni che vuole dire: “noi ci siamo”.

Dobbiamo confessarlo, quando martedì scorso ci ha fatto entusiasticamente sapere che erano a campo 3 e avrebbero iniziato la scalata allo sperone maledetto il giorno successivo, per un attimo ci siamo cascati. Per un brevissimo istante abbiamo pensato che questa potesse già essere la settimana della sua conquista. Ma poi ci è tornato in mente il Daniele che abbiamo conosciuto in una serata organizzata da un CAI locale in cui raccontava delle proprie sconfitte. E abbiamo provato una sorta di sollievo. Lui è pur sempre uno di noi, un alpinista in erba. E sarebbe stato davvero troppo farcela al primo tentativo.

 

MANASLU

MORO: tecnologico

In questa realissima partita di “sfida agli Ottomila” (tanti cari saluti a Marco Confortola!), Simone dovrebbe essere il primo della classe dato che è il più famoso, il re degli ottomila invernali e tutto quello che volete. O insomma, se vogliamo dirlo con una sola parola, il più forte. Le ultime notizie di domenica lo vedono sconfitto da un labirinto di bucherelli nel ghiaccio che lui si ostina a chiamare “crepacci”; intorno a 6000m vi è un punto in cui c’è un salto da passare con le scale (che ovviamente hanno lasciato appoggiate al muro del fienile nel bergamasco). Quale alternativa per il nostro eroe se non quella più semplice? Aprire una via nuova.

Al momento ci pare che dopo la notte al Mera Peak abbia passato più tempo in elicottero e a Kathmandu che in quota a fare acclimatamento. E a poco servono le scuse ufficiali, ossia che con la neve i portatori fatichino a raggiungere il Campo Base del Manaslu; anche un alpinista in erba come noi avrebbe potuto aspettarsi un po’ di neve sul sentiero per il CB del Manaslu. Eddai!

Noi pensiamo che il motivo reale sia un altro. Pare che nei giorni scorsi la capitale nepalese ospitasse le finali di Masterchef – Nepal Edition e che Simone e Pemba siano stati avvistati dietro le quinte ad abbuffarsi di stufato di Yak al curry e che poi abbiano fatto un po’ di fatica a tornare al CB. Per ristabilire l’equilibrio cosmico hanno dunque dovuto celebrare una Puja particolarmente impegnativa e lunga, ancora armati di Coca Cola per digerire i bagordi della sera precedente!

 

K2 – SPEDIZIONE BASCO/POLACCA

ALEX: opportunista

Quella di Alex Txikon non è una spedizione come le altre, questo è sicuro. La (così denominata) K2 WinterTopAppeal non si può certo dire che non faccia sul serio. I numeri sono quelli di una spedizione d’altri tempi, con una ventina di partecipanti effettivi (forse per aumentare le probabilità che anche solo per sbaglio, qualcuno ci arrivi in vetta), molti sponsor e una lunga serie di obiettivi, tra i quali il K2 pare essere solo uno dei meno importanti. Una spedizione a 360°, con tanto di esperimenti scientifici in quota, aiuto alle popolazioni locali e basso impatto ambientale. Insomma, le solite baggianate da radical chic.

E se continua così per ora non corre certo il rischio di arrivarci in cima. Infatti il suo esercito è arrivato al CB quando i russi quasi stavano partendo per installare i primi campi e lui, da alpinista navigato quale è, pare che abbia subito capito come tirava l’aria e iniziato stringere alleanze per una eventuale collaborazione di salita. Poi, soddisfatto del risultato ottenuto, ha iniziato a costruire igloo.

Avete capito bene: IGLOO.

E sostiene pure che saranno il futuro delle spedizioni in quota. Cosa ci si inventa pur di non portare su le tende!

In arrivo nei prossimi giorni un terzo polacco (Kowalewski, che si aggiunge ai già presenti Dunaj e Klonawski) che Alex ha assoldato su Linkedin per aumentare la quota di polacchi della sua spedizione. Forse sperando di aumentare di conseguenza le possibilità in questa invernale, come tradizione vuole.

 

K2 – SPEDIZIONE RUSSO – KAZAKO – KIRGHISA

VASSILY E COMPAGNI: stakanovisti

I russi son persone pragmatiche, questo si sa.

Arrivati al campo base hanno subito messo le cose in chiaro appendendo nella tenda cucina le tre regole d’oro:

  1. Non ci portiamo a casa viveri o bevande
  2. Quel che succede al K2 resta al K2
  3. Chi non beve ha qualcosa da nascondere.

Tracannato il primo fusto di vodka si sono buttati in una sobria roulette russa alcolica ed i perdenti il giorno dopo, a testa bassa, sono stati messi ad attrezzare la via.

In meno di cinque giorni son già riusciti ad inventarsi almeno tre scuse per festeggiare: prima la festa di arrivo al CB, poi il compleanno di Dmitry Muravyov (ndr. membro kazako della spedizione) e poi l’arrivo di Alex al CB. Ma si vede che sono allenati sotto tutti i punti di vista perché son già riusciti ad arrivare a C1 senza battere ciglio e pare che Vasily Pivtsov e due compagni si siano fermati al CB avanzato mentre altri tre siano scesi al CB per recuperare altro materiale (fusto di vodka supplementare) da portare su.

Sembra impossibile che l’abbiano già finita, per fortuna son russi e le scorte non mancano.

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