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IceKing. L’app che salva i ghiacciai

Aiutare la ricerca scientifica sullo stato di salute dei ghiacciai con uno smartphone. Oggi è possibile grazie a un’app made in Italy, o quasi.

Tre ricercatori italiani che lavorano a Vienna – l’ingegnere gestionale Paola Belingheri, l’ingegnere aerospaziale Fabiana Milza e il product designer Gabriele Mamoli – hanno messo a punto IceKing, un’applicazione che non solo aiuta l’utente nella programmazione di un viaggio all’insegna della sostenibilità sui principali ghiacciai del nostro Pianeta, fornendo indicazioni su itinerari, pernotti, equipaggiamento necessario ma si presenta anche come uno strumento per il monitoraggio delle condizioni delle nevi perenni.

Se si scatta una foto durante una escursione e la si carica sull’app, questa è in grado di utilizzarla come immagine di riferimento (marker) per sovrapporre mediante la realtà aumentata una immagine delle condizioni passate del ghiacciaio. Da un lato ciò determina una presa di coscienza da parte del turista dei cambiamenti in atto, dall’altra lo scatto viene inviato al team di ricerca che potrà utilizzarlo per il monitoraggio dello stato di salute del ghiacciaio.

Al termine del viaggio viene inoltre reso disponibile un diario online che, durante il cammino, avrà associato ogni foto o video alle coordinate GPS del punto immortalato, così da ricostruire visivamente il percorso compiuto. Il diario può essere condiviso sui social media o in alternativa stampato e consegnato a casa.

Come raccontano i suoi creatori, Iceking è nata per gioco. “Due anni fa abbiamo partecipato a una sfida dell’hackathon, una maratona di 48 ore di programmazione informatica organizzata dalla Nasa” – racconta Paola Belingheri, che con immensa modestia non sottolinea che i ragazzi in quell’occasione siano arrivati primi – “Con un gruppo di persone abbiamo scelto la sfida “la Terra dal vivo” che prevedeva l’uso di dati satellitari per capire come si sta evolvendo il pianeta. Dai primi risultati ci è venuta l’idea di occuparci dei ghiacciai e di usare i dati satellitari di Galileo con le immagini raccolte da chi viaggia per studiare e capire come si muovono i ghiacciai”.

Il passaggio da idea a progetto è stato reso possibile dai finanziamenti dell’Esa e della Commissione Europea.

I ghiacciai sono stati selezionati perché sono forse gli ambienti del nostro Pianeta in cui il cambiamento climatico è più evidente ma, se l’app avrà successo, il team ha già in mente di estendere l’esperimento ad altri ecosistemi, dalle foreste alle località marittime.

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