Alpinismo

Elisabeth Revol dopo il Nanga Parbat sogna l’Everest

Dopo la lunga assenza, Elisabath Revol è tornata a mostrarsi al pubblico in alcune serate. L’ultima lo scorso 30 novembre a Rovereto in cui ha rincontrato per parlare di alpinismo invernale Daniele Nardi e Adam Bielecki.

Quale è rapporto tra Elisabeth Revol e l’alpinismo e le montagne lo spiega lei stessa nella serata e sulle pagine dello speciale domenicale, a firma di Andrea Mattei, della Gazzetta dello Sport. “Alla fine diventa una droga” confessa la francese. “È solo in montagna che provo emozioni così forti, perché solo lì sono in mezzo ai miei sogni, lì realizzo i sogni che avevo da bimba. Passo dopo passo sono arrivata sugli Ottomila, e con Daniele sullo Sperone Mummery ho scoperto quanto è fantastico essere da soli in un ambiente così selvaggio”.

Ed è forse proprio per questo, che anche oggi, dopo la grande tragedia umana consumatasi sul Nanga Parbat lo scorso inverno, i sogni di Elisabeth Revol sono nell’aria sottile, nella sfida verso se stessi ed il limite, sebbene qualcosa sia cambiato sul Nanga Parbat: “Se devo essere sincera vorrei provare l’Everest. Sono curiosa di capire se ce la faccio, se posso tornare quella di prima…”.

Quello che è però constante in Elisabeth Revol è il modo di vivere all’esterno il suo alpinismo, che è sempre stato poco comunicato e sbandierato, una cosa privata. Così è stata vissuta anche la vetta del Nanga Parbat, le cui prove non sono state pubblicate sui social, come fanno oggi gli tutti alpinisti, ma fornite solo all’American Alpine Journal, che ha infine certificato la cima per una via nuova in stile alpino della cordata Revol-Mackiewicz. Quanto vale tutto ciò per Elisabeth? “Non è poi così importante, io già sapevo com’era andata lassù e ciò mi basta. Non scalo le montagne per farlo sapere alla gente, lo faccio per me.

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