Alpinismo

Andy Holzer, cieco sul Tetto del Mondo

Testo di G.C. Agazzi

Un grande pubblico ha accolto sabato 8 dicembre 2018 al Palamonti di Bergamo l’alpinista austriaco Andy Holzer, protagonista di una straordinaria serata. E’ stato l’evento conclusivo dell’edizione 2018 del Grande Sentiero, iniziato sempre al Palamonti con la bella conferenza del fotografo naturalista Baldovino Midali.

Si è trattato di un’importante testimonianza, che ha potuto documentare la determinazione di un uomo che, nato cieco, ha iniziato fin da bambino a frequentare la montagna, grazie all’aiuto e all’entusiasmo dei due genitori. La sua famiglia non lo ha mai considerato come un disabile e ha sempre favorito la sua passione per l’alpinismo, incoraggiandolo a portare a termine  sfide ambiziose sulle più alte montagne del pianeta.

Andy, dato il suo limite, può essere considerato un alpinista estremo che riesce a vedere attraverso gli altri suoi sensi, accesissimi, il paesaggio che lo circonda durante le salite. La prima vera escursione in montagna fu con tutta la famiglia negli Alti Tauri nel 1969. Da allora non si è mai arreso, divenendo un grande alpinista. Andy è nato a Amlach un paesino di circa trecento anime del Tirolo Austriaco Orientale, situato tra Dolomiti e Alti Tauri. Non riesce a vedere le montagne che lo circondano nelle sue scalate, ma è, comunque, in grado di immaginare il paesaggio che lo circonda grazie all’estrema sensibilità dei suoi sensi: l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. Riesce a raccogliere informazioni sufficienti  a costruirsi una immagine di ciò che lo circonda. Dice di non aver mai avuto problemi di equilibrio, affermando di essere bravo anche a pattinare sul ghiaccio. Andy è, poi, riuscito a salire tutte e sette le cime più alte dei vari continenti. E’ stato Hans Bruckner ad aprirgli le porte della montagna.

 Nel corso della serata è stato proiettato un filmato realizzato nel 2017 dalla regista tedesca Juliane Möcklinghoff proprio per narrare le incredibili imprese di Holzer e la sua grande passione per le montagne, intesa come ricerca di libertà. Luca Calvi è intervenuto come interprete d’eccezione, permettendo a Andy di dialogare con il pubblico.

Tre sono stati i tentativi di Andy per salire l’Everest. Due volte dal versante nepalese e, finalmente, la salita avvenuta con successo dal versante Nord, tibetano. La preparazione è stata impegnativa, lunga e seria, e ha imposto a Andy di effettuare numerose escursioni in montagna propedeutiche all’impresa.

Nel corso della serata ci sono stati momenti di intensa emozione, quando Andy ha voluto raccontare quanto ha provato nel salire così in alto. Durante la salita all’Everest è morto, colpito da un ictus, il padre dell’alpinista. Una telefonata al campo base lo ha informato. Andy si è trovato in un momento triste e difficile, quasi convinto di rinunciare, non sapendo quale decisione prendere, ma, poi, la madre lo ha convinto a rimanere. “Nel corso della fase finale della salita mi è sembrato che mio padre salisse accanto a me, incitandomi a continuare” ha detto.

 Andy è stato il primo cieco a scalare nel 2004 la difficile parete Nord della Cima Grande di Lavaredo.

 La parte finale del filmato era stata dedicata a una arrampicata che Andy ha effettuato con la madre sulle Dolomiti.

Andy ha spiegato al pubblico presente come sia riuscito a trasformare gli ostacoli incontrati nel corso della sua vita in  preziose opportunità che gli hanno permesso di salire le più alte montagne della terra. L’alpinista è stato capace di tramutare “il dipendere l’uno dall’altro” in una benedizione.” A riguardo ha affermato che neppure Reinhold Messner ha avuto il privilegio di salire sulla cima dell’Everest in compagnia di due amici. “Non è necessario andare in Himalaya per scalare l’Everest”, ha riflettuto Andy, “perché  ognuno ha il suo Everest da scalare nella vita”.

E’ seguito un lungo dibattito con l’intervento, tra gli altri, di alcuni non vedenti che hanno posto varie domande all’alpinista austriaco. Andy, tra l’altro, ha affermato che la  condizione di non vedente gli ha consentito di girare il mondo per portare la sua testimonianza, a dimostrazione del fatto che chi vuole può. Nel corso della serata ha  presentato il suo libro Gioco d’equilibrio, pubblicato in Italia da Keller Editore, che racconta tutte le esperienze  dell’alpinista austriaco.

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