Cronaca

Rigopiano, dopo 22 mesi chiuse le indagini. La Procura: “L’hotel andava chiuso in inverno”

Si è chiusa l’inchiesta della Procura di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano. L’hotel abruzzese su cui, in seguito alle forti nevicate che caratterizzarono il gennaio 2017, si abbatté una valanga che distrusse l’edificio procurando la morte di 29 persone rimaste bloccate nella struttura proprio a causa dell’abbondanza di precipitazioni.

Le indagini, durate ventidue mesi, hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio per 24 indagati oltre alla società Gran Sasso Resort. Le persone coinvolte, secondo quanto appurato dalla procura, sono Franco Provolo, ai tempi prefetto di Pescara; Antonio di Marco, presidente della Provincia; Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola; Paolo del Rosso, amministratore della Gran Sasso Resort fino al 2009; Bruno di Tommaso, direttore dell’hotel; vari dirigenti regionali e provinciali. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo e lesioni colpose in quanto non hanno fatto quanto potevano o dovevano per evitare l’accaduto.

Tra le informazioni contenute nel testo d’avviso di chiusura indagini emergono alcune responsabilità e notizie particolarmente interessanti come l’aggravamento della posizione di Francesco Provolo a cui la procura contesta l’omissione di atti d’ufficio e il falso ideologico. Lui, e il suo ex capo di gabinetto Leonardo Bianco, ritardarono infatti l’apertura della sala operativa della prefettura e del centro di coordinamento dei soccorsi di due giorni dichiarando il falso sia al ministro dell’Interno che alla Presidenza del Consiglio. Il falso sarebbe stato verificato attraverso note inviate alla Presidenza del Consiglio, ma anche grazie a testimonianze raccolte dai Carabinieri Forestali.

Inoltre la Procura di Pescara ha ritenuto alla base della tragedia la mancanza della Carta delle valanghe. Un documento previsto da una leggere regionale abruzzese, che avrebbe potuto indicare la zona dell’hotel Rigopiano come potenzialmente pericolosa in caso di forti nevicate in quanto sito storico di valanga. Detto ciò, se tutte le carte fossero state in regola l’hotel sarebbe dovuto rimanere chiuso durante la stagione invernale. Chiusura che avrebbe evitato la tragedia.

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