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Marche e Umbria unite nella candidatura Unesco dei Monti Sibillini e della fascia appenninica

La Regione Marche candida i Monti Sibillini e la fascia appenninica regionale a Riserva della Biosfera, nell’ambito del programma Unesco Mab (Man and Biosphere), un riconoscimento internazionale avviato dall’Unesco negli anni ’70 con la finalità di individuare territori che rappresentano un modello di convivenza armonica tra uomo e ambiente offrendo, attraverso l’integrazione della biodiversità e della conservazione dei servizi ecosistemici nelle strategie economiche locali, soluzioni per le sfide future dell’umanità. Il progetto definitivo verrà presentato a Parigi per la valutazione finale a settembre 2020.

Quest’importante iniziativa è stata presentata lo scorso lunedì in Regione durante una conferenza stampa presieduta dall’assessore all’Ambiente Angelo Sciapichetti e dal presidente della seconda commissione consiliare, Gino Traversini.

Foto @ Ines Millesimi

Secondo le parole dell’assessore Sciapichetti “si tratta di uno dei progetti più importanti per il riconoscimento di un territorio vastissimo e bellissimo“, con l’obiettivo di valorizzare a livello internazionale le aree interne marchigiane, in gran parte colpite dal sisma del 2016, e creare opportunità di rilancio mediante un’integrazione tra tutela delle risorse naturali e sviluppo socioeconomico del territorio, a vantaggio delle popolazioni locali e in ottemperanza ai principi di sostenibilità e salvaguardia della biodiversità. Un progetto che prevede un attivo coinvolgimento delle istituzioni e dei privati attivi lungo un’ampia fascia di territorio che si estende da Urbino ad Ascoli, comprendendo tutte le 13 Unioni montane distribuite nelle 5 province. Considerando che il massiccio dei Monti Sibillini si sviluppa a cavallo tra Marche e Umbria, il progetto vedrà anche la partecipazione della Regione confinante, che con le Marche condivide il grande valore paesaggistico ma anche la crisi post-sisma. Qualora il progetto venisse approvato l’Umbria otterrebbe il secondo titolo di riserva biosfera Unesco, dopo quello recentemente ottenuto dal Monte Peglia.

Scopo della proclamazione delle Riserve – aggiunge il presidente Traversini – è promuovere una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creando siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo sostenibile e responsabilità sociali”.

Come previsto dalle “Linee guida Nazionali per la Riserve Mab”, la Regione Marche ha dovuto elaborare una dichiarazione d’intenti da sottoporre al comitato tecnico nazionale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare e del Territorio, effettuando un approfondito esame dei punti di forza e di debolezza della situazione socioeconomica e ambientale della fascia appenninica marchigiana, con una particolare attenzione rivolta alle conseguenze dei terremoti che hanno sconvolto il territorio più volte negli ultimi decenni.

La Commissione Unesco, rappresentata in conferenza dall’esperto Roberto Cerrato, ha espresso parere positivo sul progetto, definendolo eccezionale. “È il progetto del riscatto che ci vede impegnati con entusiasmo e la “resilienza” di chi vive nei territori è un elemento essenziale. Ci sono tutti i presupposti e un dossier che raccoglie il meglio di questo territorio. Il valore c’è e l’auspicio è un esito positivo”.

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Un commento

  1. Plaudo. Ma pongo anche una preoccupazione. Spero solo che non si traduca in un boomerang per le provate genti di montagne di quei luoghi. Dove sono cresciuto.

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