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Tomek Mackiewicz e Elisabeth Revol sul Nanga Parbat conquistatori dell’Inutile e dell’Impossibile

L’American Alpine Journal, tra i più autorevoli magazine di alpinismo del mondo, tributa il dovuto onore della verità a Tomasz Mackiewicz ed Elisabeth Revol.

Primi in assoluto a salire la parete nord-ovest del Nanga Parbat, in inverno, in stile alpino. Per Elisabeth anche l’orgoglio di essere la prima donna ad aver salito il Nanga in invernale.

Quando scrivemmo queste stesse cose lo scorso inverno, a seguito della tragedia della morte di Tomek dopo la vetta e la discesa di Elisabeth dalla via Kinshofer, con le sue gambe, dopo che era stata raggiunta a campo due da Bielecki e Urubko, ci si accusò di voler esaltare quell’impresa per sminuire quella di due anni prima, certo importante, realizzata da Txikon, Sadpara, ai quali si aggregò dopo alla fine della stagione anche Simone Moro, fino in vetta.

Invece cercavamo solo di dare il giusto valore alle cose.

Quella dell’inverno 2015-2016 fu la prima salita in inverno del Nanga Parbat, per una via nota, la Kinshofer, parecchio percorsa e attrezzata, salita realizzata con metodo classico da spedizione. Di certo rappresentò un ottimo risultato per i tre alpinisti e forse un giorno conosceremo anche la vera completa storia di quella stagione al Nanga.

Intanto la verità sulla salita di Tomek ed Elisabeth ce la offre l’AAJ. Un’impresa formidabile e un riconoscimento che rende finalmente onore a Tomek, non gli ridà certo la vita, ma lo sguardo di sua moglie e dei suoi figli, ne sono certo, ora sarà molto più sereno. E sono certo che anche Elisabeth, per quel che le importa del riconoscimento pubblico, dopo le ferite nel corpo e la sofferenza nell’anima, potrà prendere questa notizia come una medicina buona, che forse qualche positivo effetto potrà averlo.

È questa anche una notizia antidoto contro i veleni che l’ambiente giornalistico alpinistico riesce a iniettare in un mondo, certo competitivo, dei professionisti di questo sport; veleni che cercano di anestetizzare e di disinnescare la concorrenza onesta e vera e salvaguardare le posizioni di monopolio e rendita.

Ma è anche una notizia questa che sposta in alto l’asticella del valore sportivo alpinistico delle prestazioni sugli Ottomila. Per essere i migliori, per “vincere le olimpiadi” dell’himalaysmo, come qualcuno ha detto tempo fa, ora bisogna confrontarsi con quest’impresa. Conosco già l’obiezione: “Tornando a casa vivi!”.  Si certo, ma l’“Assassinio dell’Impossibile”, anche grazie a imprese come questa, è rinviato e di questo dobbiamo essere grati a Tomek e Elisabeth.

Chi si sta preparando a partire per il K2 e l’Himalaya sa ora con cosa deve confrontarsi.

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37 Commenti

    1. Io questa cosa dell’astio non la capisco. Moro, come tanti altri, semplicemente non rpatica un alpinismo etico. Punto. Non è niente di grave. Alla gente piace ? Amen, Ma resta il fatto che non è un alpinista fra i migliori al mondo, anzi non è neppure fra i migliori in Italia. E’ il Bocelli dell’alpinismo, in Italia e nel mondo. Chi ne capisce sa che Bocelli non è niente di che, ma vende e piace. Punto

  1. per una volta concordo pienamente con Sig. Da Polenza.
    salite che non possono essere paragonate. nè tecnicamente, nè moralmente.

  2. Ignobile utilizzare un incidente (oltre alla salita) simile per attaccare per l’ennesima volta Moro.
    Assurdo poi dire che l’astiella si è alzata e che bisognerà confrontarsi con loro. Se non fosse stato per il salvataggio non sapremmo nulla di questa storia e avremmo due morti, due persone scomparse.
    Per Fortuna non si occupa di subacquea, vorrei proprio vedere un suo articolo sui record (inutili) di profondità.. poi fa niente se non tornano su vero?

    1. Con buona pace di tutti, ci sono delle attività umane, fra le quali alpinismo, speleologia, apnea, sport di combattimento, motori, dove molti dei migliori non sopravvivono. Non per questo bisogna esaltare chi le pratica col freno tirato o con nettamente inferiori ambizioni. Senna era e per sempre sarà migliore del 99% dei piloti sopravvissuti, I salitori del naga Parbat in Inverno con corde fisse hanno fatto una salita non ecaltante perchè da oltre 20 anni, ormai, è assodato per tutti che usare le corde fisse su un 8000 non vale, non dovrebbe valere, rende una salita mediocre, e così via. Poi liberi di acclamare anche chi fa il record dello Stelvio con la bici elettrica o dopandosi. A NOI piacciono le cose pulite

      1. Quindi sostanzialmente se un Sub batte il record di profondità arrivando a 350 metri e non risale, il giorno dopo la comunità subacquea mondiale sa di doversi confrontare in futuro con questo nuovo record? O magari si direbbe che ha sbagliato qualcosa o che l’ha pianificata male per la troppa foga di voler arrivare a quel record?

        Senna è morto per un guasto, non perchè volutamente non ha rispettato la regola di dover fare la curva.

        Sono affascinato da questo modo di vedere le cose.

      2. Va bene tutto. Ma dire che moro pratica un alpinismo col freno a mano tirato lo reputo eccessivo. Semplicemente fa ciò che lo rende sereno e libero, a modo suo. Usando la testa e non andando incontro all’eccesso. Okay, l’incidente può capitare anche al più prudente. Ma molto spesso per alcuni alpinisti al giorno d’oggi conta solo più arrivare in cima, per essere ricordati. Questo non lo reputerei bravura, quanto più incoscienza.

  3. Tomek è stato come un poeta decadente. Un Baudelaire dell’alpinismo…il Nanga è il suo capolavoro artistico. RIP

  4. Ma basta…. Ma perchè quando Da Pollenza scrive bisogna sempre portare i commenti su Moro? E commentate di quel che scrive e parla e non fate dietrologie sensa senso che avete rotto le palle!!!

    1. Di quali dietrologie parla? Non mi pare che i commentatori abbiano fatto dietrologie…

      P.S.: per evitare fraintendimenti, preciso che non sono il Marco che ha mandato il messaggio su questo articolo alle 14,04

      1. Caro omonimo, le dietrologie, nel discorso di Paolo, si riferiscono ai commentatori, non al redattore dell’articolo

    1. Completamente d’accordo, a questo punto allora aggiungo: ridiamo il Lhotse a Fausto De Stefani e Sergio Martini (due grandi alpinisti pulitissimi!), due pesi due misure?

  5. E io invece faccio una domanda forse un pò provocatoria (o forse no), è giusto considerare acquisito un risultato alpinistico di questo tipo anche se gli alpinisti non sono riusciti a concludere autonomamente la discesa?
    Non sarebbe forse più corretto per gli “almanacchi” considerare veramente solo le salite che hanno visto rientrare al Base gli alpinisti?

  6. Certo caro Davide, ma vale solo per alcuni. Si va a simpatia.
    Per questo motivo se qualcuno utilizza corde messe da altri la salita è nulla, ridicola, se una scende in elicottero soccorsa da due eroi allora la salita vale e riscrive la storia dell’alpinismo!
    Sono i misteri del giornalismo fazioso.

      1. Ma cosa cavolo vuol dire quanti 8000 ho scalato io? E’ un forum per gente che fatto 8000?
        Sto dicendo che se si contesta una salita perchè si sono usate corde fisse, e tornati a casa con le proprie gambe. Non si può non contestare il non essere tornati in autonomia ma bensi salvati e in elicottero!
        Le corde no e l’elicottero si?

  7. due note per Da Polenza:
    1) leggendo le numerose ricostruzioni dell’accaduto fatte da parte di tutti i componenti della spedizione che per prima ha conquistato il Nanga in inverno (non solo di coloro che sono saliti sulla montagna), credo sia palese a tutti che non ci sia altro da chiarire.. perchè si ostina così sfacciatamente a provare a riabilitare Nardi? va bene esserne amico, ma questo è un sito di informazione, non un suo blog privato
    2) massima stima e totale rispetto per Tomek ed Elizabeth .. ma purtroppo non c’è prova che siano arrivati in vetta. Anzi, esistono diversi dubbi circa il modo in cui la francese avrebbe portato un Tomek esausto e già delirante dalla cima fino al punto in cui, purtroppo, si è fermato per sempre

    1. Ottimo commento, con il punto 1 concordo al 100%!! Sul punto 2 io devo dire che alla cima io ci credo, però che non ci siano prove “evidenti” credo che rimarrà per sempre così. In fondo la storia dell’alpinismo e piena di vette non sicure al 100% e per le quali non si potrà mai avere una prova definitiva. Ma credo che a questa vetta si possa credere

  8. quindi anche il k2 del cacciatore di 8000 Marco Confortola non e’ da considerarsi, visto che non ha raggiunto il campo base autonomamente

    1. Si può considerare eccome, una salita al k2, finita quasi in tragedia e con l’alpinista soccorso e portago giu. Senza dietrologie.

  9. Quindi la frontiera sarebbe stazionare ai campi alti fino a sfinimento aspettando una finestra per la cima, e poi andare a suicidarsi per raggiungerla a passo di lumaca. Steck non ci aveva capito niente…

  10. Con corde fisse ( Proprie o degli altri) una salita di un 8000, Inverno o no, non è nulla nè ridicola, ma inutile. Non vale.
    E indipendentemente dal soccorso, non è impossibile da capire che altri hanno dimostrato, come è ovvio, che una salita in stile alpino del Banga in inverno sia già possibile, considerando anche che ne la Revol nè Tomek siano fra i migliori al mondo. Grandissimi romantici e grande etica e stile, a differenza degli altri, ma certo, anche da curriculum precedente, non alpinisti di alto livello.

    1. Concordo su tutto, e aggiungo che se le corde fisse sono state messe da altri, il valore della salita è ancora inferiore, visto che neppure ha fatto la fatica di attrezzarle

  11. Concordo appieno con Davide che propone di considerare acquisita una salita solamente agli alpinisti che sono riusciti a concludere anche la discesa e sono rientrati alla base autonomamente.

  12. Marco, lei conosce la differenza tra una salita e un salvataggio? secondo me no…

    E’ evidente che se Moro, dopo essere arrivato in vetta, fosse stato soccorso, la salita varrebbe ugualmente

    Conosce, inoltre, la differenza di valore che c’è tra una salita in stile alpino e una salita con corde fisse?

  13. Scusi Ste, ma perchè utilizza il termine “riabilitare” riferito a Nardi, cosa ha fatto di scorretto/sbagliato per dover essere riabilitato?

  14. Io penso che se valutiamo le energie di un uomo danto per scontato che all’inizio della salita siano 100, è ovvio che per considerare una impresa tale bisogna pensare di spenderene 70 per la salita, 30 per la discesa.
    Se la nuova frontiera è ne spendo 100 per salire e poi sa il cazzo come scendo al Massimo mi salvano, per me siete fuori strada.

    Altro discorso è un infortunio non prevedibile.

    Come ha scritto “BO” sopra, Steck non ci aveva capito proprio nulla.

  15. bè, considerate le molteplici versioni che ha fornito per giustificare:
    – la scelta del suo stesso team di non salire con lui
    – il fatto di essere stato sorpreso a registrare di nascosto riunioni al campo base
    credo che non abbia fatto una figura propriamente ineccepibile ..
    In quasi tutti i contesti è stato criticato e ridimensionato, tranne che qui.
    Ricordo che il nostro Da Polenza nei giorni in cui Tomek ed Elisabeth erano in difficoltà non mancava occasione per sottolineare il fondamentale contributo di Nardi per il gruppo whatsapp che aveva creato perchè alcuni dei soccorritori potessero stare in contatto .. sicuramente utile per carità, ma tanto da menzionarlo in ogni articolo o da dedicargli interi pezzi?
    Fino a prova contraria l’alpinista in attività che ha preso una medaglia d’oro all’onor civile e un David A. Sowles Award dall’ONU per aver salvato un alpinista in difficoltà è un altro …

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