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Radio 24, uno speciale sulla ricostruzione a 2 anni dal terremoto di Norcia. Quanto ancora c’è da fare?

30 ottobre 2016. Un sisma di magnitudo 6.5 scuote l’Appennino centrale mettendo in ginocchio interi borghi antichi. Crolla anche il palazzo rosso di Amatrice, unico edificio del corso principale del paese ancora in piedidopo il terremoto del 24 agosto.  Secondo l’INGV si tratta dell’evento sismico più forte avvenuto in Italia dopo quello 6.9 MW del 1980 dell’Irpinia. Norcia è a soli 4 km dall’epicentro e in un solo minuto vede scomparire sotto i propri occhi gran parte del suo centro storico.

A due anni dal sisma e dalle promesse di aiuti finanziari e solidarietà, ci si domanda a che punto sia la ricostruzione in queste aree. Radio24 ha deciso di recarsi sul posto e compiere un “viaggio nella ricostruzione” tra Umbria e Marche, per ricevere dalla voce stessa dei cittadini terremotati risposte in merito. Le testimonianze raccolte di borgo in borgo sono state suddivise in pillole di pochi minuti pubblicate giornalmente per una settimana, a partire da ieri lunedì 22 ottobre, sul sito di Radio 24 nella sezione dedicata allo Speciale “Norcia Ferita, 2 anni dopo. Viaggio nella ricostruzione” 

Foto @ pro loco Norcia

Uno scenario complesso quello che emerge dall’inchiesta del Sole 24 ore. Qualcosa sembra muoversi. Grazie a finanziamenti europei è iniziata infatti la ricostruzione della Basilica di San Benedetto di Norcia, uno dei maggiori simboli del Medioevo cristiano in Italia, della quale dopo la scossa del 30 ottobre restava in piedi solo la facciata. Ma tante sono ancora le situazioni in stallo. Ad esempio la frazione di Castelluccio di Norcia, quasi rasa al suolo post sisma e conosciuta in tutto il mondo per i mille colori dei suoi campi durante la fioritura delle lenticchie a primavera, risulta ancora isolata. Un’unica via collega la variopinta piana ad Ascoli Piceno, 180 km tra andata e ritorno che pochi caparbi agricoltori continuano a percorrere giornalmente nei mesi della semina della lenticchia per assicurare che almeno la tradizionale fioritura non scompaia come le case del paese. Molte strade di collegamento interregionale non sono state ancora riaperte e si registra un crollo del turismo pari al 70%.

Come mai tanti ritardi? Dove sono finiti i finanziamenti stanziati per le aree del cratere? Probabilmente impantanati in ingorghi burocratici.

E anche laddove le casette siano arrivate la situazione non appare delle migliori. A causa di infiltrazioni d’acqua e sviluppo di muffe in molti hanno dovuto abbandonare anche questa soluzione d’emergenza e andare via, definitivamente.

Quanto tempo si dovrà ancora aspettare prima che questi piccoli borghi devastati tornino a fiorire come la piana di Castelluccio?

Sono alcune delle domande a cui lo speciale di Radio24 tenterà di dare una risposta.

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