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Danni dei lupi, nelle Marche non si spara – di Stefano Ardito

Per prevenire i danni causati dai lupi non è necessario sparare. E’ questa la notizia che arriva da Ancona, dove qualche giorno fa la Regione Marche ha presentato il suo piano d’intervento. 

Invece dei fucili, tra l’Appennino marchigiano e il Conero, nel 2019 e negli anni successivi verranno utilizzati recinzioni, dissuasori acustici e visivi, cani pastore. Si tratta di una scelta coraggiosa, anche perché interessa i Monti Sibillini, protetti da un Parco nazionale, dove gli allevatori e gli agricoltori sono stati duramente colpiti dai terremoti di due anni fa. 

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Gregge sui Monti Sibillini, foto di Stefano Ardito
Lupi visti con una videotrappola sui Sibillini, foto di Stefano Ardito

La scelta innovativa della Regione Marche si contrappone a quella della Provincia Autonoma di Bolzano, intenzionata a difendere anche davanti alla Corte Costituzionale il suo diritto (vero o presunto, sarà la Corte a decidere) di emanare norme che consentano di abbattere i predatori. Accanto a Bolzano, negli scorsi mesi, si sono schierati la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Toscana. 

La scelta della Regione Marche, come abbiamo già accennato, è diversa. Il dirigente del Servizio Politiche Agroalimentari regionale ha recentemente emanato un decreto (n. 296 dell’8 ottobre 2018) che stanzia tre milioni di euro allo scopo di attenuare il conflitto tra allevatori e lupi. 

Secondo i dati diffusi dalla Regione Marche, nel 2018 sono state accolte 137 domande di indennizzi per danni causati da lupi, per un totale di circa 130.000 euro di contributi. Altre 30 domande, per un totale di circa 50.000 euro, sono in attesa di approvazione. Gli allevatori marchigiani hanno tempo fino al 24 gennaio 2019 per presentare le loro richieste di contributi.

Monti Sibillini, resti di un cervo predato da un lupo, foto di Stefano Ardito

L’intervento, che è stato autorizzato dalla Commissione Europea, prevede che i fondi vengano utilizzati per l’acquisto di recinzioni per il ricovero degli animali, di dissuasori acustici e visivi per allontanare i predatori, e per aiutare gli allevatori a dotarsi di cani-pastore adeguati.

Il nostro intervento interessa gli allevatori di ovicaprini, bovini ed equini delle aree montane marchigiane, che hanno la necessità di difendere il proprio bestiame dall’aggressione dei lupi e dei cani randagi” spiega Anna Casini, Assessore all’Agricoltura e Vicepresidente della Regione Marche. 

Il fenomeno è cresciuto nel tempo, perché l’incremento degli animali selvatici ha causato anche la crescita dei predatori” prosegue l’assessore Casini.

Incoraggiamo gli allevatori a realizzare investimenti con le risorse europee per proteggere gli animali al pascolo. Si tratta di una misura preventiva, che aiuterà a ridurre gli indennizzi dei danni causati dai lupi (che vengono pagati con i fondi regionali), e quindi a tutelare un animale protetto”. 

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2 Commenti

  1. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca diceva il divo Giulio
    I danni provocati da attacchi di lupi sono sempre ben documentati e controllati da chi eroga i soldi? Perché da me per i danni alle colture dovuti ai cinghiali spesso fanno così: i contadini piantano granoturco ammalorato dove si sa benissimo che non crescerà mai fino a maturazione poi i cinghiali entrano nel campo, fanno danni e i contadini chiedono gli indennizzi…meno lavoro e guadagno sicuro
    Non vorrei mai che tutti questi gran danni agli allevamenti nascondano anche qualche atto illecito

  2. Ci sono esprienze con dissuasori olfattivi, odori sgraditi ai lupi e cinghiali.Oppure lampi luminosi abbaglianti,che partono a caso o innescati dal passaggio. Da sperimentare .Non e’ escluso che lo stress a largo raggio riesca a decimanre il numero.L’abbattimento ultima scelta.

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