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UNCEM sulle Olimpiadi: le valli credevano in “Torino 2026”

“Le Alpi le avevamo, le abbiamo oggi, le avremo. Sempre.

Peccato che Torino non se ne sia mai accorta. E così, come Chiara che dice che abbiamo le Alpi, Piero diceva che abbiamo un paesaggio grazie alle Alpi. Poco cambia.

Immutata resta la sostanza. Torino non ha mai capito il valore sociale, economico, antropologico delle sue montagne che la circondano. Continua a pensare che facciano paesaggio ovvero sport oppure ancora un po’ di relax, qualcosa di outdoor, che facevano villeggiatura.

Oggi il punto allora è come il Piemonte riconosce che ha Torino e un sistema di territori in relazione, da sostenere.

Capire anche che qualcuno questo lo sa bene. E che ci sta già lavorando. Ecco allora che abbiamo e avremo le Alpi”.

La foto postata sui social da Chiara Appendino

È questo il post pubblicato sulla pagina Facebook di UNCEM dal suo presidente nazionale Marco Bussone lo scorso 2 ottobre. Un post che fa chiaro riferimento alle parole polemiche del sindaco di Torino Chiara Appendino che sui social, qualche giorno fa, esordiva con un confronto fotografico tra Torino e Milano evidenziano “l’incomprensibile” scelta di escludere il capoluogo piemontese dalle città candidate ad ospitare i giochi olimpici invernali del 2026.

 

Marco, UNCEM era favorevole o contraria alla candidatura di Torino e delle sue montagne come luogo per ospitare i giochi olimpici invernali del 2026?

Si tratta di una proposta che UNCEM ha colto positivamente, nella misura in cui c’era una partecipazione importante da parte dei nostri comuni montani. Non bisogna dimenticare che il dossier di partecipazione è stato proposto, spinto e pagato dai comuni e noi, come rappresentanti dei centri montani, siamo stati chiamati a supportare questa iniziativa nata dalla montagna offrendo supporto e disponibilità a fare da tramite verso gli enti regionali, i ministeri e il parlamento.

Questo è quanto avvenuto all’inizio, poi la questione si è evoluta e sono arrivate altre volontà di candidatura su cui, come UNCEM nazionale, ci siamo detti che era un’occasione da cogliere.

La candidatura di tre città (Torino, Milano e Cortina) poteva essere una cosa nuova nel panorama olimpico perché si poteva sviluppare in modo da fare del bene alle montagne di tutte e tre le Regioni coinvolte.

Speravate quindi che la montagna fosse al centro delle proposte?

Esatto. Abbiamo sostenuto questo percorso con l’auspicio che ci fosse centralità della montagna, cosa che purtroppo sembra che nella discussione sia rimasta molto da parte in favore della città. Non mi sembra che sui giornali si sia molto parlato di Alpi quanto delle Olimpiadi di Torino, Milano e Cortina. Poteva essere molto più intelligente parlare di montagna e di Alpi, ma a sostenerlo siamo stati solo noi.

Il 2006 non aveva già dimostrato abbastanza questa distanza tra città e montagna?

Noi abbiamo creduto nelle Olimpiadi perché convinti che oggi ci sia il clima e le condizioni per instaurare e definire un rapporto tra Torino e le Alpi. Siamo in un periodo in cui c’è molta più attenzione verso la montagna grazie al ruolo di tanti soggetti che ragionano sul territorio e sulla montagna. Nel 2006 l’ambiente era diverso, non c’era tutta questa sensibilità. Questa nuova candidatura poteva però essere la scintilla in grado di aprire una seria discussione intorno al tema del legame tra città e montagna. Si tratti di un tavolo di dialogo che, al di là di Torino, riproponiamo anche per le altre località candidate.

Le valli invece ci credevano?

Le valli ci credevano moltissimo e ci credevano ancora oggi. Al di là degli accadimenti degli ultimi giorni, ci hanno creduto moltissimo. Hanno saputo strutturare un proposta nuova e innovativa che va a coinvolgere i borghi alpini che magari non sono votati agli sport invernali, ma che hanno una dimensioni territoriale unica in Europa. Usseaux per esempio è uno tra i borghi più belli d’Italia ed è a 20 chilometri da Sestriere. Si tratta di un luogo che può offrire ospitalità e strutture in grado di far sperimentare ad atleti e turisti un clima molto diverso da quello che si respirava nel 2006. Si tratta di un cambiamento di mentalità dovuto a una nuova filosofia che cerca di unire le opportunità sportiva alle esigenze di vita delle terre alte.

A cosa imputereste invece il fallimento di Torino 2006?

I motivi sono almeno tre. In primis la disattenzione verso il legame città-montagna che invece andava costruito e c’era chi voleva farlo, ma non si è fatto. La seconda motivazione invece va ricercata nella troppo debole tradizione che abbiamo verso gli sport invernali: a partire dalle scuole non si incoraggia lo sci e la pratica di discipline su neve, non si fanno convenzioni tra scuole e federazioni di sport invernali. La terza motivazione sta invece nel centralismo torinese che ha messo da parte tutta una serie di strutture realizzate nelle valli, non ritenendole utili allo sviluppo. Nel 2006 non c’è stata attenzione verso gli impianti, non si è ragionato sul fatto che il salto con gli sci e la pista da bob potevano generare sviluppo.

Se anche oggi questi impianti dovessero essere recuperati e riammodernati è chiaro che bisognerebbe impostare un sistema diverso, diretto allo sviluppo successivo all’evento sportivo olimpico. I trampolini ad esempio potrebbero essere utilizzati dalle scuole, stimolando anche alla pratica di questo sport e la stessa cosa vale anche per il bob. Entrambe le strutture sono tra le poche esistenti in Europa, è un peccato lasciarle così all’abbandono.

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2 Commenti

  1. Dismessi certi impianti , (bob, pattinaggio velocita’ ed artistico su ghiaccio, le squadre italiane vanno ad allenarsi all’estero, pagando.Invece di poter richamare squadre estere ad allenarsi a Torino.Poi , avendo una citta’ sede di scuole, universita’ ,caserme di corpi militari, gli atleti potebbero pure studiare o frequentare corsi di specializzazionemilitare da usare a fine carriera..Oggi poi con lo streaming registrato delle lezioni o universita’ mediatrica ma anche vicina materialmente, un praticante potrebbe studiare adattando i tempi alle esigenzedi allenamenti e gare…e presentarsi agli esami.
    Piste sci fondo di Pragelato..dopo il glorioso 2006 avete mai piu’ visto in tv una gara di coppa del mondo in quel posto ?Poi si proclama RISPARMIO, RISPARMIO. Vedo il mio comune con 4 frazioncine: stadio di calcio centrale con 2 campi in erba artificiale e uno in naturale, tribune ecc.Basterebbe a iosa.Invece ognuna delle 4 frazioncine ha ottenuto per clientelismo elettorale il suo campo di calcio con spogliatoi.Risulatato ..4 campi da falciare e impianti in degrado..non vengono mai usati.Lo scialo regna ovunque.

  2. La Appendino che si lamenta è persino comica. Dopo aver sparato contro ogni manifestazione ed ogni opera negli ultimi dieci anni ora sono divenuti favorevoli ai giochi olimpici? Ma se a Roma si vantavano per aver bloccato l’ennesimo scempio? Basta giochetti, non possono stare su due posizioni in contemporanea. Amministrare ed essere antisistema. Ridicoli

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