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Marc Batard festeggerà i suoi 70 anni in cima all’Everest

Risale al 1988 l’impresa che fece conoscere l’ormai celebre alpinista francese Marc Batard, anno nel quale fu il primo a raggiungere la vetta dell’Everest senza ossigeno e in meno di 24 ore. All’età di diciotto anni, il francese diventava il più giovane alpinista ad aver scalato senza ossigeno ausiliario un Ottomila: il Gasherbrum 2. Diventato in poco tempo Guida alpina, proseguiva poi a compiere imprese memorabili, aprendo nuove vie e battendo record di velocità sugli Ottomila, come la sua solitaria in 18 ore del pilastro sud-ovest del Makalu, o la sua salita in 19 ore del Cho Oyu, entrambe del 1988. Ancora attuale poi il suo record di salita della parete sud dell’Everest, che ha realizzato in 22 ore e 29 minuti.

Oggi, speaker, pittore e fotografo, la leggenda dell’alpinismo si sta preparando per tornare sulla montagna che l’ha lanciato. Bisognerà però attendere fino al 2022, quando per festeggiare il suo 70esimo compleanno scalerà nuovamente l’Everest. Gli serviranno quattro anni di allenamento, per lo più alle gole di Sioule, vicino a casa, dove già da un po’ è tornato a prendere confidenza con la roccia e l’attrezzatura. Proverà di nuovo a salire sul tetto del mondo senza ossigeno ausiliario, anche se probabilmente questa volta sarà costretto a tenere un ritmo meno forsennato.

Oltre a festeggiare in grande stile i suoi 70 anni, la spedizione servirà anche a finanziare una causa a suo parere importante, quella di aprire la prima scuola per guide di altissima montagna. “Lo  scorso inverno, 7 guide di alta montagna sono cadute in incidenti, dove hanno perso anche dei clienti – dice l’alpinista al portale di news della tv francese France 3 Régions – Quattro o cinque anni fa, 18 sherpa morirono sotto un seracco. È inammissibile. Manca una formazione profonda. Questa scuola permetterà, nei 15 paesi del pianeta dove ci sono vette di oltre 6.000 metri, di creare quest’istruzione per guide di altissima montagna. Una scuola che ancora non esiste“.

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2 Commenti

  1. Lo conobbi proprio nell’anno dell’Everest. Non avete idea di quanto fosse veloce. Neanche a correre scarico riuscivi a stargli dietro ma non su sentiero, sul sesto. A 18 anni aveva più carisma dei cinquantenni.

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