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A due anni dal sisma la sagra dell’amatriciana torna a casa. Il sindaco: un passo verso il futuro

Solo il vento riempiva di rumore il paese che si preparava alla festa che non sarebbe mai arrivata. I manifesti pubblicitari stavano attaccati ai pochi muri ancora in piedi, ma per lo più erano ormai sommersi dalle macerie del paese andato. Amatrice era crollata su se stessa come un castello di carte, era avvenuto da poco e nell’aria si sentiva ancora quell’odore di calcinacci che tanto ricorda i cantieri.

Siamo stati nel borgo appenninico due mesi dopo il terribile terremoto del 24 agosto è tutto era immobile. Sembrava che la vita non sarebbe più tornata, che tutto fosse per sempre finito. Dopo due anni invece qualcosa sembra muoversi. I problemi sono ancora tanti e il paese non è ancora veramente rinato però il centro è stato sgomberato da buona parte delle macerie e, oggi, torna la sagra degli spaghetti all’Amatriciana. “Abbiamo scelto di andare avanti, ogni passo che facciamo è un passo verso il futuro. Siamo ancora in emergenza, ma se vogliamo guardare avanti dobbiamo farlo passando innanzitutto per le nostre tradizioni, e la sagra è un pezzo di storia di questa città e di questa terra” ha affermato il sindaco Filippo Palombini commentando il ritorno dell’iconica festa che, dopo due anni di delocalizzazione, ritrova radici ad Amatrice.

Tra pochi minuti, alle 12.30, prenderà avvio la grande festa che proseguirà per tre giorni. Ad aprire le danze la banda musicale Casperia con le sue majorette e poi tanti spettacoli tra cui l’appuntamento “il Jazz italiano per le terre del sisma”. Una festa per tutti, la festa della rinascita con uno dei piatti simbolo del paese, ma anche dell’Italia intera.

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