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Lo spostamento delle Alpi monitorato per 12 anni

Lo studio arriva da un gruppo di ricercatori tedeschi dell’Istituto di ricerca geodetica tedesca, parte della Technical University of Munich (TUM), che da un periodo di ormai 12 anni misura il movimento delle Alpi.

Trattandosi di ordini di grandezza molto piccoli, solitamente frazioni di millimetri, realizzare simili rilevamenti risulta tecnicamente complesso quando si ha a che fare con soggetti vasti come le catene montuose. Ciò che differenzia questo monitoraggio dai precedenti sono l’incredibile mole di dati raccolti e il modello elaborato dai ricercatori per analizzarli. Oltre 300 ricevitori sono stati utilizzati per ottenere le informazioni necessarie, effettuando rilevazioni ogni 15 secondi per più di un decennio e coprendo l’intera catena delle Alpi.

Durante l’arco di tempo analizzato dagli studiosi tedeschi, lo spostamento delle montagne è stato in media di mezzo millimetro, con un aumento di 1,8 millimetri ogni anno. Il movimento non è però uniforme: in molte regioni i rilievi sono sottoposti anche a spinte rotatorie, mentre altre parti della catena montuosa tendono a comprimersi. Allo stesso modo l’innalzamento delle vette avviene in maniera eterogenea, a seconda del tipo di forza a cui vengono sottoposte e della sua intensità. Nella zona delle Alpi centrali, sui confini di Austria, Svizzera e Italia, si può osservare l’aumento progressivo massimo, con valori che raggiungono i 2 millimetri annui.

Questi dati contribuiranno considerevolmente allo studio del Pianeta, aiutando gli esperti a comprendere i delicati rapporti e le complesse reazioni tra le placche terrestri e i rilievi superficiali. Le misurazioni, estremamente precise, permetteranno inoltre di elaborare ulteriori modelli per prevedere eventuali cambiamenti del territorio e problemi futuri.

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