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Cinque libri per le ultime settimane di agosto – di Stefano Ardito

Per chi ama leggere di montagna, questa del 2018 è un’estate importante. Dopo anni di conformismi, e di successo riservato ai “soliti noti”, il Premio Strega 2017 assegnato a Le otto montagne di Paolo Cognetti, sembra aver rivoluzionato le cose. 

Autori ed editori, in tutta Italia, sembrano aver estratto dai cassetti saggi, memorie e romanzi dedicati alle montagne, e agli uomini e alle donne che le abitano. Accanto a libri di alpinisti famosi, da Walter Bonatti a Nives Meroi e a Manolo, abbondano le opere prime o seconde di autori pressoché sconosciuti.  

Agosto è un buon mese per leggere di vette e di avventure. Parole e storie ad alta quota possono accompagnare nel viaggio verso il lavoro, o aiutare ad addormentarsi tutto l’anno. In estate, però, si può leggere sdraiati su un prato dopo una camminata o un’ascensione, o nella cuccetta di un rifugio in attesa della cena. Leggere di montagna su una spiaggia, dà un sapore speciale al calore del sole sulla pelle. 

In estate, la stagione dei piccoli e grandi viaggi, accanto alle proposte delle case editrici più note si possono scoprire i libri di editori di provincia, che ci compaiono davanti in un’edicola o in una cartolibreria di paese. 

Ecco qualche suggerimento, assolutamente personale, tra i libri che ho letto da poco. Buona lettura, buona fine dell’estate per tutti!

Paolo Paci 4810 (Corbaccio, 296 pagine, 19,90 euro) 

Quanti anni e quanti mondi separano l’epoca di Leslie Stephen, l’inglese che definì le Alpi come The Playground of Europe, “il terreno di gioco dell’Europa”, da quelli della Skyway, la funivia ipermoderna che proietta in pochi minuti i viaggiatori verso i 3400 metri di Punta Helbronner? 

Paolo Paci, giornalista e scrittore raffinato, pone questa domanda a sé stesso e al lettore facendo il periplo del Monte Bianco (la sua quota, 4810 metri, è diventata il titolo) lungo il Tour du Mont Blanc, uno dei trekking più spettacolari delle Alpi. 

Il viaggio gli permette di passare in rassegna meravigliosi panorami, la storia di Chamonix, di Courmayeur, dei valichi e dei rifugi. E di raccontare la storia delle avventure sul massiccio dalle esplorazioni di Paccard, De Saussure e Balmat fino al turbo-alpinismo di oggi. 

Più volte Paci si chiede quale sarà il futuro di questa montagna straordinaria. Al centro del suo racconto, com’è giusto, sono le avventure di Walter Bonatti, René Desmaison e di altri alpinisti ormai entrati nel mito.   

Vito Mancuso, Nives Meroi, Sinai (Rizzoli, 178 pagine, 12 euro)

All’orizzonte osservo la figura di un beduino che cammina accanto al suo cammello, una simbiosi antica. Dove staranno andando? E da quanto saranno in cammino?” Nives Meroi non cessa di stupire. 

Nel commovente Non ti farò aspettare, la signora degli 8000 aveva raccontato l’epopea vissuta sul Kangchenjunga, tra le difficoltà della montagna e la malattia di Romano Benet, suo compagno di avventura e marito.

Stavolta (il libro è dell’anno scorso, confesso di averlo scoperto solo ora) Nives costruisce un testo sorprendente e profondo intorno a un’avventura molto più semplice, un viaggio nel Sinai con la salita a piedi dal monastero di Santa Caterina alla vetta, dove centinaia di turisti si siedono ad aspettare l’alba.  

E’ una storia che s’intreccia a quella delle spedizioni di Nives, e da cui escono considerazioni interessanti. Completa nel modo migliore il volume il saggio di Vito Mancuso, teologo e giornalista, sul significato del Sinai nella storia, nell’archeologia e nella Bibbia.

Anna Consalvo, Cito Manente Sulle tracce dei lupi (Ricerche & Redazioni, 112 pagine, 15 euro)

In questi giorni si scrive e si parla spesso del lupo in modo “politico”, a seguito dei proclami di presidenti di Regione e Provincia che chiedono di potergli sparare. 

Questo piccolo e delizioso libro, nato tra l’Abruzzo e Merano, racconta i motivi per cui il lupo va tutelato a tutti i costi. La sua bellezza, la sua forza, il suo profondo rapporto con il territorio in cui vive. 

Al centro della storia sono le esplorazioni giovanili di Ciro lungo il greto del Tordino, della Vezzola e degli altri fiumi del Teramano. Pian piano, tra rovi, pozze di acqua limpida e cascate, “Cir lu lup” è salito dalla campagna verso i boschi dei Monti della Laga. 

E qui, più volte, si è trovato a guardarsi negli occhi con il predatore. “Il lupo, in realtà, è molto simile a noi umani” raccontano Anna e Ciro. “Come noi, i lupi occupano vaste parti di territorio e come noi lo proteggono ma, come noi, amano anche spostarsi e viaggiare. Come noi hanno una straordinaria capacità di adattamento”. 

Nicolò Giraldi Nel vuoto (Ediciclo, 160 pagine, 14 euro)

In Italia, negli ultimi anni, sono nati decine di “cammini” dedicati ai Santi e alla fede. Itinerari importanti, ma che danno un’immagine parziale del camminare. Da sempre, oltre che per i pellegrinaggi, ci si muove a piedi per lavorare e per altri motivi di laici. 

Nicolò Giraldi, giornalista e scrittore nato a Trieste ma con radici in Croazia, ha seguito a piedi l’itinerario dei montanari della Carnia che nell’Ottocento scendevano a lavorare in Istria e sulla costa dalmata, traversando la pianura friulana, le rocciose alture del Carso e le terre sull’odierno confine tra Slovenia e Croazia.      

E’ una storia di lavoro e fatica, di legami dimenticati ma profondi tra luoghi che oggi sembrano lontani. Una storia che il ritmo lento dei passi, e la fatica del sentiero, sanno rendere attuale. “E’ il 1848 e sono venuto a piedi!” esclama Nicolò alla fine, una volta arrivato a Dignano.       

Walter Bonatti La montagna scintillante (Corriere della Sera-Gazzetta dello Sport, 222 pagine, 12,90 euro).

Chiunque sa di montagna, ha sentito parlare della spedizione che nel 1958 ha conquistato il Gasherbrum IV. Grazie al film e al bel libro della spedizione, opera di Fosco Maraini conosciamo la bellezza e dell’altissima difficoltà della montagna e i problemi causati dal maltempo. 

Conosciamo da tempo anche l’exploit di Bonatti e Carlo Mauri, che hanno raggiunto i 7980 metri della vetta, dopo due tentativi falliti, per una cresta vertiginosa, pericolosa e difficilissima. 

Il libro, ritrovato nell’archivio di Bonatti che il Museo della Montagna di Torino sta catalogando e riordinando, aggiunge al capitolo sulla conquista della cima (che era incluso nel libro di Maraini, e ne Le mie montagne di Walter) l’intero diario del protagonista. E’ una storia affascinante, fatta di fatica e valanghe, di bufere e di passaggi estremi su roccia e neve. 

Alla fine, una serie di lettere svela la polemica di Bonatti con il CAI e Maraini a proposito di “imprecisioni e omissioni” contenute nel libro, e della presenza di uno sponsor (la Snia Viscosa) nella post-produzione del film. 

Insieme alla classe di Bonatti, un uomo e un alpinista che è impossibile non amare, scopriamo nuovamente il carattere difficile di un uomo pronto a rifugiarsi nell’amarezza e nella protesta. Ci auguriamo, di cuore, che non nasca un nuovo “caso K2”.    

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Un commento

  1. Il CAI non intende creare un nuovo “caso G IV”, la cui posizione in merito verrà confermata con il libro “ufficiale” del CAI nel 60° della spedizione, che uscirà a metà ottobre. “Caso” che un certo giornalismo ha tentato di montare in modo maldestro e inopportuno in occasione dell’uscita del libro dell’editore Solferino. Intanto ringrazio Stefano Ardito per la sobrietà della recensione.

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