Cronaca

Recuperato lo speleologo intrappolato per due giorni in una grotta sul Monte Canin

È scattato sabato pomeriggio l’allarme per l’infermiere e speleologo triestino di 33 anni Stefano Guarniero, bloccato nella grotta “Frozen” sotto la cima del Monte Canin (2.587 m), nelle Alpi Giulie. L’uomo si trovava a quota 2.200 metri, a circa 200 metri di profondità nella montagna, quando una caduta di una ventina di metri gli ha provocato un trauma cranico. Si è subito mobilitato il CNSAS, sia quello veneto-trentino che quello del Friuli, che con i mezzi della Protezione Civile si è recato sul posto. Con i soccorritori anche una squadra di tecnici per rimuovere le strettoie che ostruivano il passaggio all’interno della grotta e un medico specializzato in questo tipo di soccorsi.

Lo schema della grotta abbozzato dai soccorritori, © CNSAS

I primi ad entrare sono stati il medico e un infermiere poco dopo le 18 di sabato, per cercare di prestare rapidamente il primo soccorso al ferito. Nel frattempo all’esterno i disostruttori hanno cominciato a liberare dal ghiaccio un varco d’accesso più ampio alla grotta per farsi strada verso l’interno. Gli elicotteri hanno trasportato sul posto, sfruttando le ore di luce rimaste, tutto il materiale necessario al soccorso medico alle operazioni di scavo. La sera, verso le 22, sono giunte le prime comunicazioni dall’interno della grotta: oltre al trauma cranico il ferito ha problemi al braccio e all’addome, ma è cosciente e fuori pericolo.

Una seconda squadra di disostruttori è giunta domenica a dare manforte a quella già presente. Durante tutta la giornata le due squadre hanno lavorato alacremente per allargare il passaggio all’interno del cunicolo, in modo da permettere un trasporto sicuro del ferito verso l’esterno. Nel tardo pomeriggio un primo tentativo di calare i soccorritori con la barella è stato effettuato, ma il passaggio era ancora troppo stretto e i lavori di disostruzione sono ripresi. Il recupero è stato quindi rimandato ad oggi.
 
Le operazioni delle squadre di disostruzione sono proseguite fino alle 3 di questa mattina. Un team di 10 soccorritori ha quindi finalmente potuto calarsi con la barella fino a raggiungere i medici e il ferito. La risalita è cominciata alle 5:40. Anche con il passaggio liberato, il trasporto è stato piuttosto difficoltoso. Verso le 10 è giunta la comunicazione che il team ha superato il punto critico della risalita. Alle 12:35 i soccorritori sono emersi con la barella e il ferito è stato trasportato all’ospedale di Tolmezzo dall’elicottero sanitario.

 
Il salvataggio ha mobilitato oltre cento persone, tra tecnici speleologi, tecnici del Soccorso Alpino, elicotteristi e personale medico. Lo stesso ferito, oltre ad essere infermiere, fa parte del Soccorso Alpino e aveva preso parte alle operazioni di salvataggio di un ferito nell’abisso di Riesending, in Baviera, nel 2014. Durante questo intervento, il soccorso in grotta del CNSAS si è distinto ancora una volta per la sua preparazione e la sua rapidità d’azione. Proprio per la sua eccellenza, all’inizio di quest’anno diversi esperti erano stati richiesti in Cina per formare i soccorritori locali. Grazie all’intervento tempestivo e all’ottima coordinazione delle squadre di lavoro, Guarniero è stato soccorso con successo. 
 
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Un commento

  1. Si e’ saputo che lo Speleologo salvato è membro del CNSAS, che in questo caso ha operato proprio come associazione di mutuo soccorso.Ci sono gia’si giornali locali ragionierini che invocano pagamento spese e criticano le altrui passioni.Comunque il CNSAS , soccorre anche i non tesserati o professionisti o praticanti evoluti , ma anche i semplici escursionisti per un giorno.

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