Alpinismo

Lhotse, Merelli: obiettivo campo 3

immagineLHOTSE, CAMPO 2 (mt. 6.500) — "Siamo in tenda, fuori c’è bufera ma noi siamo già nei sacchi a pelo". La voce dell’alpinista bergamasco Mario Merelli, impegnato nel tentativo di salita agli 8.516 metri del Lhotse, ci giunge lontana, da una tenda nell’ampio spiazzo morenico di campo 2.

"Oggi il tempo non è stato bello – racconta al telefono satellitare – ma ci ha permesso di arrivare al campo con tutto il materiale per il terzo campo. Dormiremo qui anche la prossima notte per completare l’acclimatamento e poi scenderemo fino al base. Per tornare poi nei prossimi giorni e montare il campo successivo tenendo sempre d’occhio il meteo."

"Se il tempo si manterrà buono – prosegue l’alpinista – e avremo una possibilità di salire in vetta non ci tireremo certo indietro. Viceversa, se a 8.000 metri continuerà a imperversare la bufera, smonteremo campo 3 e scenderemo ancora. Restando sempre in attesa."

Quanto all’incidente occorso ieri all’alpinista di Macugnaga Walter Berardi, colpito alla testa da una blocco di ghiaccio durante la traversata dell’Icefall, Merelli racconta: "E’ stata una bella collaborazione tra due spedizioni. La mia e quella di Simone Moro. Noi eravamo 100 metri dietro a Walter quando abbiamo visto che è stato colpito da un blocco di ghiaccio ed è rotolato per alcuni metri".

"L’abbiamo subito soccorso e, grazie all’aiuto di alcuni sherpa saliti con una barella, trasportato al campo base", continua l’alpinista di Lizzola. "Non sembrava in gravi condizioni, ma aveva dei dolori a tutto il corpo per via delle botte ricevute".

"Le dottoresse americane lo hanno stabilizzato, aiutate anche dalla nostra Cristina Castagna che è infermiera. E già la sera Walter stava meglio, tanto che gli è stato tolto l’ossigeno, che ormai non serviva più."

"Abbiamo chiamato l’elicottero che però non è potuto arrivare subito. Simone Moro si è offerto di accompagnare Walter in ospedale a Kathmandu visto che era lì da più giorni di noi ed era più acclimatato. E’ stato un bel gesto, che è servito a unire nostre le due spedizioni."

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