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Prima giornata di limitazioni sul Passo Sella: risultati contraddittori. Zaia si dice preoccupato

Sono stati molti meno di quanti ci si aspettasse i permessi rilasciati nella giornata di lunedì per salire al Passo Sella (2.240 m) dove da questa settimana è stato imposto un tetto massimo di accessi giornalieri. La misura, che resterà attiva dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16 fino al 31 agosto, mira a limitare il traffico e l’inquinamento ambientale causato dalla grande quantità di auto che solitamente con la bella stagione prendono d’assalto la zona.

I pass richiesti e distribuiti lunedì sono stati circa 750 sugli otre 2.000 messi a disposizione, cifra decisa seguendo i trend degli scorsi anni, per ora disattesi, nonostante il permesso, gratuito lo ricordiamo, sia facilmente ottenibile in diversi modi: dagli operatori presenti sul luogo, attraverso l’app Open Move o per mezzo degli albergatori locali. I visitatori sono tuttavia giunti in numero minore rispetto al volume abituale di questo periodo dell’anno. Inoltre, diversi veicoli sono stati visti fare dietrofront davanti alle indicazioni di accesso limitato e probabilmente in molti ancora non sono a conoscenza del fatto che il pass è gratuito. In pochissimi hanno usato l’app creata appositamente.

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Le limitazioni dello scorso anno, © InSella

Un inferiore afflusso sul Passo Sella nella giornata di lunedì che ha però fatto storcere il naso a molti perché se è vero che le auto erano poche, lo erano anche i turisti come dimostrato dalla navette che hanno viaggiato per tutto il giorno semi vuote.

L’assessore provinciale trentino Mauro Gilmozzi ha voluto rassicurare tutti sottolineando come la misura resterà in vigore fino a fine agosto e che, anche se ci sono ancora delle cose da sistemare, la stagione turistica è lunga. Solo a tempo debito sarà opportuno tirare le somme circa il livello di efficacia dell’iniziativa.

Efficacia che era stata messa in discussione anche relativamente ai provvedimenti dello scorso anno, quando si era prevista una chiusura totale limitata solamente al mercoledì, tanto che questa estate la copertura temporale è stata incrementata limitando l’accesso che rimane comunque aperto. Una via di mezzo che però non sembra soddisfare nessuno: chi chiede un provvedimento deciso trova ancora la zona invasa dal traffico, mentre gli operatori turistici si lamentano che i visitatori sono troppo pochi rispetto alle cifre ordinarie temendo che la ridotta affluenza possa compromettere le attività locali e i posti di lavoro di molti. Rimane il fatto che, anche con un numero basso di visitatori, lungo l’arco della giornata si sono venute a creare diverse code a causa dei posti di controllo lungo le vie d’accesso.

Anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione sul Passo Sella in occasione della prima giornata di limitazioni: “Nessuno di noi che amiamo la montagna vuole che essa sia inquinata – ha affermato –  ma la soluzione non è chiudere i passi: se lo si fa, quel territorio si spopola e senza la cura che le viene dall’intervento dell’uomo, l’unico destino è l’abbandono“. Il presidente si era già espresso contro la misura, indicandola come dannosa per l’economia turistica della vicina provincia di Belluno. Zaia aveva anche definito i provvedimenti del 2017, meno consistenti di quelli di quest’anno, “causa di allarmismi contro emergenze ambientali inesistenti“.

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7 Commenti

  1. Piuttusto che prendere permessi (anche se gratuiti) non ci vado.
    E spero che siano sempre meno quelli che ci salgono.
    Altrimenti iniziano con il passo sella e poi via via… non si potrà andare più da nessuna parte.

    1. Una idea per te Lorentz, anzi due!
      Bus da Canazei o funivia col Rodella e tranquilla passeggiata con vista stupenda su gruppo Sasso lungo e Ovest Pordoi.

      1. Dario V., io sono uno di quelli che quei stupendi posti li girano a piedi ed in bicicletta. Ma è questione di principio: NON è corretto limitare il traffico, non è corretto (secondo me) obbligare la gente a prendere bus ecc… per poter girare.
        Anche a me non mi esalta quando faccio il sellaronda in bicicletta essere sorpassato da macchine e pulman, ma daltronde? sono posti meravigliosi che devono rimanere di tutti.
        Ripeto, adesso iniziano col sella, poi passano a tutti gli altri passi.
        Adesso avanti con le polemiche sul mio post…

        1. Non so. Ci sono opinioni diverse. Secondo te e’ giusto che in un posto cosi’ bello possano circolare macchine senza limiti, secondo me le macchine e (soprattutto) le moto stonano con l’ambiente circostante e disturbano i frequentatori del posto. Sono due opinioni legittime entrambe.

  2. Davanti ai cartelli, semplicemente cambiano meta, senza star li’ a leggere tutto il trattatello di casistica e permessi.I dintorni abbondano di alternative.Saranno contenti alpinisti, escursionisti e ciclisti…che non spendono…come gli automobilisti o moticiclisti.Come sempre , la parola ai dati…. sovrasta le voci dei Guru.Letto in intervista su giornale trentino, che alcuni esercenti getteranno la spugna e cambieranno., non rinnoveranno la gestione.

  3. Ho abitato in zona per parecchi anni..nel periodo estivo gli “indigeni” nel tempo libero (poco perche’ tutti impegnati a far straordinari per mettere “gasolio in cisterna” )sapevano dove andare trovando tranquillita’. I turisti venuti da metropoli non si lamentavano di inquinamento ed affollamento sui passi, erano abituati a situazioni ben peggiori..certi giovani tornavano dal giro dei 4 passi in bici ben felici…e tutto sommato non gli pareva di aver respirato male.Erano ormai assuefatti da una vita.
    Privi di auto per scarsita’ di contante, perso l’ultimo pullman di linea , con un amico dopo scalata aspettammo due ore al Sella prima che passasse una che dico una automobile.Era un’auto ,di lavorante tra due valli , in periodo morto.Ci concesse autostop e poi ci dimostro’ le prestazioni della nuova fiat Uno, quella lanciata con publbicita’ a CapeCanaveral…ci fece vedere i sorci verdi.

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