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Le prime prese di una giovane promessa, la 14enne Caterina Dal Zotto si racconta

Si chiama Caterina e frequenta la seconda liceo a Montebelluna, in provincia di Treviso, dove vive. Da grande vorrebbe fare il medico. Una passione che, ci racconta, combacia poco con la sua passione sportiva, quella che la sta lentamente e progressivamente portando a risultati sempre più interessanti. Nella sua breve carriera agonistica si è già aggiudicata un trofeo regionale giovanile e un secondo posto nelle graduatorie regionali assoluti. Alle gare nazionali è invece arrivata, nella scorsa stagione, sesta. Un risultato che le è valsa la convocazione nella nazionale giovanile con cui, quest’anno, sta partecipando alle gare di Coppa Europa.

Cosa fa Caterina nella vita? Studia e arrampica, ce l’ha raccontato in una breve e timida intervista che siamo riusciti a farle.

Ciao Caterina, com’è essere in nazionale?

Bello, anche se non sono ancora del tutto cosciente di quel che sto facendo. A volte, mentre penso si essere in nazionale e di rappresentare l’Italia all’estero dico “uao!”. Poi però, durante le gare, non ho molto per pensarci: sono concentrata mi diverto e non penso molto.

Ricordi le tue prime arrampicate?

Ho iniziato da molto piccola. Mia sorella arrampicava e partecipava già a delle gare, cos anche io mi sono appassionata. Ho iniziato a fare agonismo a sei anni e poco dopo ho partecipato alla mia prima competizione.

Cosa ti piace del mondo agonistico?

All’inizio era bello perché mi divertivo. Poi, pian piano il solo divertimento si è trasformato in passione, in una passione sempre più grande che mi spinge a continuare e ad allenarmi sempre di più.

Hai un sogno per il tuo futuro?

A livello sportivo mi piacerebbe partecipare a un mondiale e magari ottenere un buon piazzamento.

Per essere più realistici però spero nella nazionale senior e magari di entrare in un gruppo sportivo come quello dell’Esercito, mi ha sempre affascinato.

Arrampichi solo in palestra o anche su roccia?

Ogni tanto vado a fare blocchi, ma capita raramente. Ci vado con il mio allenatore, anche se non abbiamo molti fine settimana a disposizione. Molti sono occupati dalle gare.

Se devo però essere sincera devo dire che preferisco arrampicare su plastica. Quando scali su roccia non hai tutto segnato, devi trovarti le prese e testarle prima di poterti appendere. È più difficile, anche se è bello stare in mezzo alla natura, in mezzo al tutto.

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