Alpinismo

Che gran folla al Gasherbrum IV!

È indubbiamente la grande stagione del Gasherbrum IV, complice forse (almeno per le spedizioni nostrane) l’importante anniversario della salita di Bonatti e Mauri.

La parete ovest. Il rosso la via del 1986; in blu quella del 1985 (non arrivata in cima); in giallo la via del 1997.

Quello che è certo è che dopo anni di scarsa, se non addirittura nulla, attività sulla Montagna Scintillante, in questi mesi estivi saranno ben quattro le squadre che tenteranno di salire in vetta al quarto dei Gasherbrum. Un gran numero se si considera che ad oggi la cima è stata toccata solo quattro volte. Dopo la conquista del 1958 dalla cresta nord-est da parte della spedizione di Cassin, bisogna attendere fino al 1986 per vedere una cordata in vetta: sono Greg Child, Tim Macartney-Snape e Tom Hargis, la via aperta è lungo la cresta nord-ovest. Le altre due salite sono realizzate da spedizioni sudcoreane: nel 1997 Bang Jung-ho, Kim Tong-kwan e Yoo Huk-jae raggiungono la cima scalando lo sperone centrale della meravigliosa parete ovest, la shing wall (provata anche da Kurtyka e Schauer nel 1985); nel 1999 Kang Yeon-ryong e Yun Chi-won realizzano invece la prima ripetizione della via degli americani-australiani del ’86.

Dopo di allora la montagna è rimasta inviolata, nonostante grandi nomi dell’alpinismo hanno tentato di salirla.

Ma chi ci proverà quest’anno?

La parete sud-est. In verde la via Bonatti-Mauri del 1958

La spedizione italiana degli alpini Valerio Stella, Marco Farina, Marco Majori, Maurizio Giordano e da Daniele Bernasconi. L’obiettivo, come è noto, è la prima ripetizione della via Bonatti-Mauri sulla cresta nord-est. Al momento sono in fase di acclimatamento ed hanno fissato il primo campo, ma il meteo non è decisamente dalla loro parte.

Novità dell’ultima ora è la cordata Barmasse-Gottler, che, nonostante l’ispirazione bonattiana, puntano all’inviolata parete sud-ovest per aprire una nuova linea in stile alpino. Sarà una spedizione molto leggera e dallo spirito green. Ieri erano ad Islamabad, oggi sono arrivati a Skardu.

Adam Bielecki, Jacek Czech e Felix Berg, da poco arrivato al campo base del Gasherbrum, dopo essersi acclimatati sul GII, proveranno ad aprire una nuova via sulla mitica parete ovest.

Gli spagnoli Marc Toralles, Oriol Baró, Roger Cararach e Iker Madoz – partiti ieri – proveranno ad aprire una via sull’inviolato pilastro sud. Il veterano del gruppo è Oriol Baró che nel 2006 tentò il medesimo progetto con Jordi Corominas arrivando fino a 7.300 per poi bloccarsi a causa del maltempo. Rispetto a 12 anni fa la strategia è differente: non inizieranno la scalata dalla base della parete ovest, troppo pericolosa, ma saliranno il canale alla destra per poi trovarsi sulla parete meridionale.

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Un commento

  1. Segnalo che la didascalia della prima foto non è corretta (forse già nel libro da cui è tratta) in quanto la via gialla è quella coreana arrivata sino in vetta mentre quella in blu è di Kurtyka-Schauer non completata (come si evince anche dai tracciati che le illustrano.

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