Rifugi

“Avete solo questo da mangiare?” lo sfogo della Malga

Uno sfogo sta facendo parlare il popolo web delle montagne: è quello della Malga Bovental sulle Piccole Dolomiti. Si parla ancora del fenomeno  “turisti della domenica”, che, come ogni inizio estate, torna ad essere il tema ricorrente.

Una questione che sta sempre di più emergendo poiché legata a corda doppia con l’aumento dei frequentatori della montagna. Nuovi “montanari”, che però non sempre dispongono degli strumenti culturali necessari per comprendere l’ambiente che li circonda, gli equilibri delicati di un ecosistema tanto bello quanto fragile, i pericoli che possono esserci e anche le difficoltà di chi in queste terre alte ha deciso di rimanere a vivere e lavorare, con tanta passione, ma spesso anche tanti sacrifici. 

Ed è così che con l’arrivo della bella stagione, ciclicamente, le nevi invernali si sciolgono e rispuntano non solo i fiori sui prati, ma anche il problema dei rifiuti portati in quota e lì abbandonati, dei frequentatori di sentieri e ghiacciai in infradito, dei parcheggi selvaggi ed anche, come nel caso della Malga Bovental (ma possiamo citare anche lo sfogo dei Rifugio Casati dell’anno scorso), delle lamentele sull’assenza di servizi adeguati alle aspettative di chi è abituato ai comfort della città. 

Cosa si può fare? la risposta è sempre la medesima, da tempo: cercare di fare cultura assieme. Voi cosa ne pensate? diteci la vostra!

 

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6 Commenti

  1. Non solo lamentele per l’offerta limitata di cibi tipici in malghe e rifugi.In pasticceria centrale di localita’ Bellunese, il gestore mi racconta , esibendo una quarantina di tipi di pastarelle e una decina di dolci:” Clienti si sono lamentati per la scarsita’ di offerta e volevano i cannoli siciliani o la sfogliatella di ricotta napoletana.”

  2. Abito in un paese di montagna a 1000 metri in una bifamiliare. I proprietari dell’altra metà la affittano a turisti. Da un anno c’è una famiglia cittadina di pianura. Ogni weekend mi vedono partire per “andare in montagna”, e a parte le domande idiote tipo “ma dove mangi” e simili, la signora ha insistito molto perché un giorno portassi anche lei. Non sapendo le capacità di camminare, ho scelto di fare un escursione facilissima, mezzora di auto su sterrato, e mezzora di semplice passeggiata, comunque arrivando a 1700 circa, panorama stupendo a 360 gradi sulla conca dei paesini e sulle quote alte, fino in alto adige e austria (noi siamo nel veneto). Solo alpeggi, un paio di malghe e natura, silenzio e natura. E la signora: “qua ci vorrebbe un bel bar ristorante”. Ecco, questi sono i turisti di montagna. Che starebbero meglio a casa loro.

  3. Il “grido di dolore” dei gestori di rifugi mi sembra ipocrita e fuori luogo. Lo stesso vale per altre categorie professionali altrettanto lamentose a posteriori, che “di Montagna” hanno deciso di guadagnare.
    La Montagna, come altri luoghi e attività umane, dovrebbe essere un ambiente di gioco “elitario”.
    Dove per elite, non si intendano le caste dei ricchi o dei fisicamente dotati.
    Ma persone semplici, comuni, che per passione liberamente decidono di investire tempo, fatica, sudore, per prepararsi tecnicamente, fisicamente, mentalmente, culturalmente e poi andare a giocare. Persone così non inquinano, non disturbano, non avanzano pretese assurde e sopratutto non usano e consumano perché “naturalmente pochi”. La selezione naturale in fase di preparazione è impietosa.
    Ovviamente ciò è in conflitto d’interesse con chi di montagna vive e guadagna. Coloro non vogliono “alpinisti”, ma “turisti di massa” usa e getta.
    Hanno preteso e costruito autostrade sulle rocce, ascensori sulle vette himalayane. Hanno contribuito ad inquinare fisicamente, mentalmente e culturalmente quest’attività.
    E adesso cosa pretendono?

  4. Se è per quello ci sono anche le malghe rifornite col fuoristrada dove ti vendono a 15 € il frico comperato in supermercato per 2 € con la polenta di plastica da 8 € ( 50 cent ). Se poi ti porti da casa ( come faccio sempre ) apriti cielo …
    Se si fanno i soldi con il turismo devono prendere quello che passa il convento …
    Ma guarda là che osservazioni saltano fuori !

  5. Negli ultimi anni molti rifugi hanno aumentato notevolmente la “qualità” complessiva sia in termini di servizi erogati che di varietà culinearie. Probabilmente, mi ci metto anche io che frequento montagne e rifugi da vent’anni, ci siamo abitutati troppo bene e diventa naturale aspettarsi troppo. Certo, da qui a lamentarsi ce ne passa.

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