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Scala in zona vietata: alpinista perde una mano

WELLINGTON, Nuova Zelanda — "Non scalate in quella zona, d’estate è pericolosa". Le autorità li avevano avvertiti, ma tre giovani alpinisti italiani non hanno voluto sentire ragioni. E così, puntuale, ecco la tragedia: uno di loro ha perso mezza mano, amputata da una roccia che si è staccata dalla parete del Mount Cook, in Nuova Zelanda.

Il giovane climber, 23 anni, stava scalando con due amici nella zona del Footstool quando è accaduto l’incidente. La roccia che si è staccata dalla parete lo ha colpito proprio sulla mano portandogliene via una parte.
 
I due compagni di scalata hanno avvertito subito i soccorsi. E poco dopo il ragazzo è stato recuperato dall’elicottero che lo ha trasferito al Timaru Hospital per un intervento chirurgico d’urgenza. Purtroppo, sembra che alcune delle dita siano ormai irrecuperabili.
 
Le autorità, però, si chiamano fuori da ogni responsabilità. A quanto sembra, le guide avrebbero espressamente sconsigliato ai ragazzi la scalata in quella zona nei giorni precedenti all’incidente. Lì, a quanto pare, si scala solamente d’inverno, quando la via è coperta da neve e ghiaccio mentre d’estate, quand’è friabile e pericolosa, gli alpinisti se ne stanno alla larga.
 
Secondo le autorità, dunque, l’incidente sarebbe da attribuire alla pervicacia dei tre ragazzi italiani  (di cui sono non sono ancora stare rese note le generalità), che avrebbero consapevolmente violato il divieto di avventurarsi sulla parete est di quella montagna di 2.765 metri.

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