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“Chiudere i passi dolomitici” – Messner rilancia la sua proposta contro il turismo aggressivo

Chiudere, senza eccezioni, i passi dolomitici dalle 10 del mattino fino alle 16, questa è l’intransigente proposta di Reinhold Messner. Lo scopo ultimo della misura restrittiva sarebbe quello di restituire la montagna a ciclisti ed escursionisti, coloro ai quali, secondo l’alpinista, apparterrebbe veramente.

Viene alla luce qui un macro-problema, molto discusso nell’ultimo periodo con l’approssimarsi della stagione turistica. Non rari sono stati infatti i casi di malcontento da parte delle popolazioni locali per la grande mole di turisti, che ogni anno invade le montagne.

Anche lo scorso anno il problema turismo aggressivo era emerso all’ombra dell’imminente stagione estiva. In quell’occasione, lo stesso Messner si era espresso in maniera simile, predicando un impegno volto al recupero della naturale quiete montana.

Reinhold Messner, Everest, Turismo, DolomitiNel 2017, il caso emblematico del Passo Sella era stato accolto e sostenuto, e la chiusura era stata programmata per un periodo di 9 mercoledì, dalle 9 alle 16, tra luglio e agosto. In queste giornate, il passo era rimasto chiuso ai veicoli a motore ad eccezione di quelli elettrici e dei mezzi di trasporto pubblico.

Diverse polemiche erano sorte a seguito delle chiusure, soprattutto per quanto riguardava l’impatto economico del provvedimento sulle attività locali, interamente dipendenti dal flusso di turisti che ogni anno invadono la zona. Ovviamente la questione si può ridurre ad una dicotomia fondamentale che vede sui due piatti della bilancia la salvaguardia dell’ambiente e l’economia locale, una scelta che va compiuta equilibrio. 

I vari ricorsi che hanno seguito le cosiddette “chiusure green” sono stati però respinti in blocco dal Tar di Trento, il quale ha dichiarando che “la tutela del patrimonio ambientale è più importante del ritorno economico che il traffico su determinate strade e passi può generare”.

Sul tema avevamo realizzato un sondaggio al lancio dell’iniziativa, che aveva avuto come risultati una forte maggioranza sul fatto che l’iniziativa era promotrice di un turismo più consapevole, e che si trattava di un buon punto di partenza.

Per questi motivi, anche quest’anno il leggendario scalatore ha dichiarato all’agenzia tedesca Dpa: “Le montagne richiedono silenzio, rallentamento e un paesaggio incontaminato” – un controllo del turismo, per Messner, è la prima necessità che oggi la montagna reclama – “non è ammissibile che in montagna ci sia la stessa aggressività, lo stesso rumore, lo stesso inquinamento atmosferico dei centri urbani” – prosegue -“la gente viene da noi dalle città e trova tutto questo, solo ancora peggio. E’ una follia“.

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3 Commenti

  1. Io sono a favore della chiusura dei passi dolomitici: la situazione in molte giornate estive è davvero insostenibile. MA la colpa è anche di chi ha voluto addobbare le valli con servizi, lusso, infrastrutture ed eventi di ogni tipo per attirare turismo di massa. Se le dolomiti fossero state lasciate selvagge come quelle friulane il problema del traffico non sarebbe così grave. Chiudiamo pure i passi ma in fondo valle la colonna di auto rimane…

  2. Purtroppo le vacanze degli Italiani ricadono da decenni sempre negli stessi periodi concentrati.Chi lavora nel turismo ed indotto, in tale periodo invece si sfianca di straordinari…ma realizza anche i maggiori incassi.Quindi, se poi la gente che opera inmontagna non fa il pieno, addio mantenimento e rriscaldamento per i periodi di stanca, detti bassa stagione, dove non passa un cane anche nelle localita’ piu’ rinomate.
    Per ritardata apertura del passo Fedaia , giunta DOPO il ponte del 25 aprile-1maggio, gli esercenti dei locali e dei rifugi hanno lamentato la perdita di incassi considerevole, pari al 50% dell’incasso annuo.Almeno cosi’ ho letto.Chi ama la montagna sopporta anche la confusione caotica, pensando che i suoi amici montanari ci sbarcano il lunario..mantengono i servizi che altrimenti sparirebbero..ed i paesetti non diventano fantasmatici.Forse un po’ di educazione a sfruttare anche le localita’ marginali. Venezia , per fare un paragone, non e’ solo ponte di Rialto e Piazza San Marco, ci sono molte alte alternative.

  3. Sono d’accordo sulla chiusura dei passi alle auto e alle moto.Esistono già alternative :autobus e sentieri ,le più economiche,ma anche seggiovie e funivie.Non si dimentichi perchè si va in montagna,o almeno lo si riscopra.Concordo con Carlo,purtroppo un certo “turismo aggressivo” è incentivato dagli stessi operatori turistici e dalle istituzioni.Un passo indietro,un respiro profondo per riscoprire la montagna.

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