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Trento Film Festival, Kurt Diemberger premiato per la sua lunga carriera di regista

Grande partecipazione all’appuntamento con Kurt Diemberger che si è tenuto alle 11 di oggi nella Sala Conferenze della Fondazione Caritro. In occasione dell’incontro, mediato da Roberto De Martin, già presidente del Trento Film Festival e vicepresidente dell’International Alliance for Mountain Film (IAMF), è stato annunciato il conferimento a Diemberger del Grand Prize Alliance 2018.

L’IAMF è un’associazione nata nel 2000 per promuovere, valorizzare e conservare la cinematografia di montagna. Dal 2002, il Grand Prize IAMF è conferito a registi o produttori le cui opere, spesso superando i confini del semplice documentario, contribuiscono significativamente all’evoluzione e alla qualità del cinema ambientato in alta quota. Gli associati dell’IAMF hanno recentemente deciso all’unanimità di insignire Kurt Diemberger del Grand Prize 2018 per onorare la sua sorprendente carriera cinematografica che, di pari passo con quella alpinistica, si è sempre mossa su percorsi innovativi. Il presidente della IAMF, Javier Barayazarra, ha ricordato che la premiazione ufficiale avverrà durante il Mendi Film Festival a Bilbao il prossimo dicembre.  

Kurt Diemberger, socio onorario del Trento Film Festival, è nato in Austria nel 1932 ma da anni è residente in Italia. E’ l’unico alpinista vivente ad aver scalato due 8000 in prima assoluta, il Broad Peak nel 1957 e il Dhaulagiri nel 1960. La sua carriera alpinistica vanta inoltre un numero consistente di scalate su roccia e su ghiaccio nelle Alpi, nonché altri grandi imprese e spedizioni in tutto il mondo, come la scalata di altri quattro 8000, tra cui Everest e K2.

Nonostante le grandi conquiste e la carriera come alpinista e scalatore, fin dagli anni ‘50 la sua grande passione per l’alpinismo è sempre stata accompagnata dal desiderio di documentare e riportare a valle le sue incredibili scoperte, come da lui sottolineato durante l’incontro.  Per questo motivo Diemberger è considerato uno dei grandi maestri del cinema di montagna dell’era pre-digitale, uno dei pochi cineoperatori a spingersi sulle quote più alte, meritandosi il titolo di “cineasta degli 8000”.

A partire dal lungometraggio del 1958 girato sulla Grande Cresta di Peuterey del Monte Bianco, premiato durante il 10. Film Festival di Trento, il suo successo cinematografico è stato coronato da numerosi premi e riconoscimenti internazionali. I soggetti delle sue riprese, che hanno prodotto documentari di rara bellezza e segnato un’intera stagione del cinema di montagna, non sono solo cime e scalate, ma anche uomini e paesaggi, diventando veri e propri reportage etno-antropologici.

Ad accompagnare Diemberger nelle sue imprese, oltre ad un pizzico di fortuna, è stato sicuramente ciò che lui chiama il “settimo senso”, di cui ha parlato a lungo nell’incontro. Interpretabile come un “istinto per la montagna”, il settimo senso è padrone di chi vuole raggiungere la vetta, ciò che spinge alla scoperta, ad andare avanti, ma anche – all’occorrenza – a tornare indietro, al “sesto senso”, di fronte ad una situazione di pericolo.

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