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Da est a ovest, tutte le Alpi in sci e bicicletta per i polacchi Adam Gomola e Bartek Golec

I due polacchi Adam Gomola e Bartek Golec completano la loro avventura durata 33 giorni per percorrere tutte le Alpi da est a ovest. 

1.690 chilometri, la distanza che separa il punto di partenza dal punto d’arrivo di questa impresa lunga oltre un mese. Gomola e Golek, il primo guida alpina e insegnante di sci, in passato campione di sci alpino e di alta montagna, il secondo alpinista, mountain racer istruttore di sci di fondo e allenatore di biathlon, hanno compiuto questa traversata solo con sci e biciclette, con un supporto minimo.

Il progetto dei due polacchi è giunto al termine in concomitanza con i momenti salienti di quello, analogo per intenti ma diverso per modalità d’esecuzione, portato avanti dal Team Red Bull, a cui ha preso parte anche Tamara Lunger. Quest’ultimo, il Red Bull Der Lange Weg, dal carattere decisamente meno amatoriale, punta a sua volta all’attraversamento delle Alpi, ma interamente in sci e con una tempistica prestabilita di 40 giorni senza pause.

71.500 sono stati i metri di dislivello affrontati e superati dai due polacchi durante il loro tragitto, cominciato il 6 marzo dal comune di Gloggnitz, Austria. Durante i loro spostamenti, sono stati assistiti solamente da un camper pronto in caso di necessità, che ha come loro percorso Austria, Italia, Svizzera e infine Francia, per la tappa finale a Nizza dell’8 aprile.

Gomola, Golec, Alpi, Traversata
Il percorso pianificato per la traversata, © Wspinanie

Gomola, che ha da poco attraversato tutte le vette dei Monti Tarta, ha deciso poi di concentrarsi sulle Alpi, progetto che in realtà covava da tempo.

Lo schema dell’attraversata era ben definito già prima della partenza, ma una tale distanza da coprire implica una vasta gamma di aggiustamenti da realizzare sul momento, necessari per adattarsi ai cambiamenti climatici e agli ostacoli di percorso, come le valanghe, che hanno dato problemi anche alla squadra RedBull, tanto da ingenerare polemiche sul cambiamento di percorso. 

Incredibile la quantità di catene montuose e passi superati lungo il percorso, tra i quali: Raxalpe, Veitschalpe, Alpi Eisenerz, catena montuosa degli Alti Tauri, Alpi dello Zillertal, Alpi Ötztal, Alpi Lepontine e poi il passo più alto dell’attraversata, l’Adlerpass (3.789). Ultime tappe il massiccio da Vanoise, Queyras e quello del Mercantour a Nizza.

L’uso delle biciclette ha permesso ai due di percorrere la tratta in un tempo relativamente breve, fattore che però non ha comportato una traversata priva di rischi e contrattempi.

Una delle battute d’arresto subite durante il percorso è stata quella del Monte Bianco, a causa della scarsa visibilità, delle condizioni meteorologiche avverse e del forte rischio valanghe. A pesare sulla decisione anche l’incidente, avvenuto il giorno in cui era prevista l’ascensione, in cui ha perso la vita Emmanuel Cauchy a causa proprio di una valanga. Proprio il Monte Bianco è stato anche uno degli ostacoli più grossi anche per il team RedBull, tanto che anche questo si è visto costretto a rinunciare all’ascesa.

In un’intervista al quotidiano polacco Wspinanie, Adam Gomola ha affermato che solo poco più della metà dei giorni di viaggio hanno visto buone condizioni meteo, per il resto è stato necessario far fronte a condizioni avverse. Per la guida alpina, il tratto più difficile di tutta l’attraversata è stato sul Tete Blanche (3.710 m) al confine svizzero-italiano: “La visibilità era zero, il vento ululante ci ha fatto vagare ed è stato difficile trovare la via, nonostante la navigazione GPS.

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