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Svelata sulle Dolomiti la storia dei dinosauri – di Stefano Ardito

Le Dolomiti, come tutti sanno, hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia dell’alpinismo, e in quella della Grande Guerra in Europa. Negli ultimi decenni, la trasformazione ambientale sociale legata al turismo è stata altrettanto radicale. Le rocce dei “Monti Pallidi”, però, raccontano anche eventi molto più lontani da noi. 

Impronte di dinosauro sui Lastoni di Formin © Piero Gianolla

Uno studio coordinato dai paleontologi Massimo Bernardi del MUSE (il Museo delle Scienze di Trento) e Piero Gianolla dell’Università di Ferrara, reso noto il 16 aprile con un articolo pubblicato online dalla rivista americana Nature, dimostra che le rocce delle Dolomiti conservano le tracce dell’evento, avvenuto 232 milioni di anni fa, che ha portato all’estinzione di molte specie di dinosauri, e all’avvento di quelle più note al grande pubblico e alla scienza. 

Fino a oggi, in decine di siti dei Monti Pallidi suddivisi tra Alto Adige, Veneto, Trentino e Friuli, erano state portate alla luce soprattutto delle tracce lasciate dai dinosauri (predatori o erbivori) su terreni acquitrinosi o sabbiosi che poi si sono trasformati in dolomia. 

Tra i siti più noti e più visitati dell’area dolomitica sono il masso ai piedi del versante meridionale del Pelmo, a un’ora di cammino da Passo Staulanza, e le impronte di Casera Casavento sulle Dolomiti Friulane. Il fossile della Megachirella wachtleri, un piccolo dinosauro che ricorda nel nome il suo scopritore Michael Wachtler, è stato portato alla luce nel 2003 in Valle di Braies.

Più che sui singoli siti, lo studio di Bernardi e Gianolla per il Museo delle Scienze di Trento (coautori del lavoro i paleontologi Fabio Massimo Petti del MUSE, Paolo Mietto dell’Università di Padova e Michael J. Benton dell’Università di Bristol), che è stato supportato da La Sportiva, si sofferma sulle trasformazioni dell’ambiente. 

Piero Gianolla © MUSE

Secondo i ricercatori, che hanno studiato anche i reperti trovati in Argentina, in Australia e in Brasile, la prima grande diversificazione dei dinosauri è stata innescata dall’Episodio Pluviale del Carnico. Una fase di cambiamento climatico e ambientale, avvenuta circa 232 milioni di anni fa, innescata dal rilascio di ingenti quantità di CO2 nell’atmosfera. In quel periodo il clima della Terra da arido è diventato rapidamente umido, per poi tornare alle condizioni iniziali. 

L’Episodio Pluviale del Carnico ha visto una rapida diversificazione dei dinosauri, che prima erano quasi esclusivamente erbivori” spiega Massimo Bernardi del MUSE. “Il nostro studio dimostra che i dinosauri, rari e distribuiti in modo puntiforme fino alla crisi, successivamente sono diventati abbondati e diffusi in gran parte del mondo”. 

In nessun alto luogo della Terra, la crisi del Carnico è così ben documentata come nell’area dolomitica” aggiunge Piero Gianolla dell’Università di Ferrara. “Siamo riusciti a ricostruire in dettaglio le risposte dei diversi ambienti ed ecosistemi alla rapida trasformazione del clima”. 

A rendere possibile i nostri risultati è stato un nuovo metodo di datazione, che ha utilizzato la magnetostratigrafia, le date ottenute da radioisotopi, e le correlazioni con le date si organismi marini come ammoniti, conodonti e altri fossili” prosegue il professor Gianolla. “Grazie a queste accurate datazioni, abbiamo dimostrato che la diversificazione dei dinosauri è avvenuta negli stessi tempi in tutto il pianeta”.

Orma di dinosauro © MUSE

E’ probabile, spiegano nell’articolo pubblicato da Nature Bernardi, Gianolla e i loro coautori, che il drammatico evento del Carnico non abbia aperto la strada solo per la diversificazione dei dinosauri, ma anche per quella di lucertole, coccodrilli, tartarughe e mammiferi.

I dinosauri si originano subito dopo la più profonda estinzione di massa della storia, 252 milioni di anni fa, si diversificano dopo l’Episodio Pluviale del Carnico, ma diventano dominanti nelle faune terrestri solo più tardi, circa 200 milioni di anni fa, quando si estinguono i loro principali competitori ecologici, i crurotarsi” spiega Massimo Bernardi del MUSE. 

Infine, circa 66 milioni di anni fa, anche i dinosauri cedono il passo ad altre faune, in seguito agli sconvolgimenti causati dall’impatto di un meteorite. I dinosauri diventano così il simbolo di come non sia solo la competizione tra gli organismi viventi a determinare la loro fortuna e la loro estinzione. Anche l’interazione con l’ambiente e i suoi mutamenti, talvolta repentini, dà un contributo fondamentale all’evoluzione”. 

Link all’articolo su Nature (in inglese):

http://www.nature.com/articles/s41467-018-03996-1

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