Alpinismo

Everest, tentativo di concatenemento con Lhotse per Camandona e Cazzanelli?

Parte il 10 aprile la spedizione “Everest 2018” composta dalle guide alpine Marco Camandona e François Cazzanelli con i loro rispettivi clienti Maurizio Cheli e Sergio Cirio.

Obiettivo della spedizione, spiega Camandona, è raggiungere la vetta dell’Everest attraverso la parete sud. Un ritorno sulla montagna per Camandona che già nel 2010 aveva scalato l’Everest, ma dal versante Nord.

Ad incuriosire davvero in questo progetto è però quel che si legge verso la metà del comunicato presente sul sito di Camandona, ovvero “la possibilità di concatenare, dopo la salita all’Everest, il Lhotse 8516 mt, sempre senza l’ausilio di ossigeno”. Un progetto per cui, spiegano i due alpinisti, sono già in possesso del permesso di salita.

Come ci muoveremo e dove ci muoveremo sono però cose che definiremo durante la spedizione” spiega ancora Marco Camandona. “Per ora la cosa importante era ottenere i permessi per entrambe le montagne perché senza non ci sarebbe stato nemmeno il pensiero di poter far qualcosa” aggiunge sottolineando poi come l’obiettivo principale della spedizione sia quello di salire la vetta dell’Everest con i clienti. “Una volta finita questa parte della missione potremo dedicarci al Lhotse, se il tempo tiene” racconta prima di aggiungere che “in generale le finestre di bel tempo all’Everest sono tre, di cui la prima ancora troppo fredda per permettere una salita senza ossigeno. Ma, utilizzando le bombole è fattibile pensare di sfruttare anche la prima finestra, così che la seconda finestra possa essere quella buona per il Lhotse”.

Di cosa stiamo però parlando? Cosa hanno realmente in mente i due alpinisti quando scrivono concatenamento? Cazzanelli afferma che l’intenzione non è certo quella di passare per il Colle Sud, di fare quindi una traversata. Dalle sue parole si tratterebbe di due salite separate, prima Everest con i clienti e poi Lhotse per le due guide. Tra poche settimane avremo però occasione di scoprire quali saranno effettivamente le loro intenzioni.

Nell’attesa ne approfittiamo per andare a vedere la storia di quella che è forse la traversata più ambita nella storia dell’Himalaya. Un tracciato che manca di una riuscita in stile alpino. La traversata, con passaggio da Colle Sud, è infatti stata realizzata nel maggio 2011 da parte di Michael Horst che ha portato a termine il percorso in ventuno ore (divenendo il primo alpinista ad aver salito due Ottomila in un giorno) utilizzando però l’ossigeno a Colle Sud e facendosi preparare la strada di salita al Lhotse dagli sherpa. Dopodiché un’altra interessante realizzazione arriva con l’inglese Kenton Cool che nel maggio 2013 completa il trittico di Nuptse, Everest e Lhotse senza passare dal campo base. Lo scalatore si è portato a campo II dell’Everest da cui si è mosso verso la vetta del Nuptse per poi ridiscendere al campo II. Da qui il giorno seguente ha iniziato l’attacco alla vetta dell’Everest, raggiunta dopo un riposo a Colle Sud. Stesso punto in cui è tornato dopo aver raggiunto la vetta dell’Everest per dirigersi verso il campo 4 del Lhotse e di lì alla vetta della quarta montagna della Terra. Anche lui però ha utilizzato corde fisse e ossigeno durante le ascensioni.

Da sottolineare sono ancora i 4 tentativi realizzati dall’italiano Simone Moro. Il primo nel 1997 con Anatoli Boukreev. Il secondo nel 2000 con Denis Urubko quando dovettero abbandonare, dopo aver raggiunto la vetta dell’Everest, per la troppa neve presente lungo la salita al Lhotse.

Il terzo nel 2001 sempre con Urubko quando i due alpinisti partono dal Lhotse, la cui vetta sarà poi raggiunta solo da Urubko mentre Moro sceglierà di rientrare al campo base sopraffatto dalla stanchezza dovuta al difficoltoso salvataggio di un alpinista compiuto nella notte. Urubko invece, dopo la vetta, scenderà verso Colle Sud dove però si interromperà il suo tentativo.

Ultimo dei tentativi dell’italiano è stato invece quello solitario del 2012 quando, durante la salita dell’Everest dal versante nepalese l’alpinista ha deciso di rinunciare a causa del grande affollamento lungo la strada che conduce a Colle Sud.

Tra i protagonisti di questi tentativi va certamente citato il compianto Ueli Steck che ha perso la vita durante la fase di acclimatamento sul Nuptse in previsione di un tentativo di traversata senza ossigeno di Everest e Lhotse passando per il Colle Sud.

Vedremo cos’hanno in mente Camandona e Cazzanelli in questa nuova stagione alpinistica che certamente riserverà qualche sorpresa.

 

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2 Commenti

  1. Certo che é una vera “ottimizzazione” del viaggio, aggiungere al proprio palmares una salita del genere senza bombole approfittando dei due clienti che pagano la spedizione in toto! Chapeau!

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