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Tamara Lunger con altri sei atleti tenta la traversata delle Alpi con gli sci

A quarantasette anni di distanza dalla storica traversata delle Alpi compiuta da un gruppo di sci alpinisti austriaci, un team di sette atleti internazionali – di cui farà parte anche Tamara Lunger – replicherà l’impresa sciando e camminando per 40 giorni, senza un solo giorno di riposo.

La traversata partirà sabato 17 marzo da Reichenau an der Rax, in Austria, per terminare il 26 aprile a Contes, una località vicino Nizza, in Francia.

La spedizione Red Bull Der Lange Weg coprirà una distanza di 1.917 chilometri per oltre 85.000 m di dislivello cumulativo. Impresa che i sette tenteranno di completare in un tempo minore rispetto a quello stabilito nel 1971 da Robert Kittl, Klaus Hoi, Hansjörg Farbmacher e Hans Mariacher. La traversata dimostrerà se – con l’aiuto di nuove attrezzature tecniche e con il supporto della tecnologia – la traversata risulterà stressante e complicata come quella del 1971, che fino ad ora non è mai stata ripetuta.

IL PERCORSO
Si tratta della ski tour più lunga al mondo, dove gli atleti si troveranno a fronteggiare alcune delle cime più imponenti delle Alpi, tra cui il il Großglockner (3.798 m), il Piz Palü (3.900 m), la Punta Dufour (4.634 m) e il Monte Bianco (4.808 m). Una traversata alpina da est a ovest che non segue il percorso più diretto ma al contrario il più impegnativo, completato finora solo gli alpinisti austriaci nel 1971.

La spedizione austriaca del 1971. Foto @ Red Bull

La squadra di quest’anno seguirà a distanza di quasi 50 anni le orme di quella mitica spedizione e affronterà le stesse severe vette. Dato il livello di impegno che il percorso richiede, Red Bull ha selezionato una squadra di atleti di livello internazionale, scelti tra guide alpine, atleti esperti in resistenza e forti alpinisti.

Il team percorrerà nel modo più fedele possibile il percorso del 1971. Con la sola piccola differenza dei primi giorni, dove prenderanno il percorso che Robert Kitt aveva intenzione di battere ma a cui aveva dovuto rinunciare. A causa del maltempo era stato infatti costretto ad optare per un tratto più meridionale.

L’itinerario comprende il passaggio in diversi villaggi alpini, sui monti Totes, sull’Hoher Dachstein e nelle località più famose delle Alpi, come Bad Gastein, Livigno, St. Moritz, Courmayeur e Tignes.

I PRECEDENTI

Bonatti durante un momento della traversata. Foto @ Centro documentazione Museo nazionale della montagna – Cai Torino

Lungi dall’essere la prima traversata alpina con gli sci, l’itinerario scelto si caratterizza per l’estrema difficoltà che presentano le vette da superare. Questo non significa che le precedenti traversate siano state da meno. Impossibile non citare infatti la storica traversata ad opera di Lorenzo Longo e Walter Bonatti, che partiti il 14 marzo del 1956 dal confine jugoslavo arrivarono il 18 maggio al Colle di Nava, nelle Alpi Marittime. Impresa compiuta negli stessi giorni anche da Guy e Dematteis, così come dai fratelli Detassis e Alberto Righini.

O la prima traversata in solitaria compiuta da Jean-Marc Bois nel 1970. Partito dalle Alpi Marittime a fine gennaio, raggiunse il Tirolo orientale il 25 aprile. O ancora la traversata del 1933 del francese Lèon Zwingelstein che arrivò in Tirolo il 6 aprile dopo aver lasciato Nizza il 12 febbraio.

Non potremmo inoltre dimenticare la prima traversata invernale delle Alpi in solitaria del cuneese Paolo Rabbia, che il 28 febbraio del 2009 raggiunse la stazione di Garessio 2000, nelle Alpi Liguri, dopo essere partito il 29 dicembre dalla Forcella della Lavina al Mangart, nelle Alpi Giulie. Una prima invernale in cui l’artigiano edile ha passato 62 giorni completamente immerso nella neve.

GLI ATLETI

I sette alpinisti provengono da tutto il mondo e ad unirli c’è solo l’amore per la montagna e per le sfide, dato che nessuno di loro si conosceva prima e dato che mai hanno preso parte a spedizioni assieme. La spedizione potrà considerarsi un successo solo se almeno 4 di loro raggiungeranno Nizza in meno di 41 giorni. Cioè lo stesso numero di atleti della spedizione austriaca ma con un tempo minore.

Nel presentarvi la squadra non possiamo non partire da Tamara Lunger, altoatesina, figlia dello scialpinista Hansjörg Lunger, che ha iniziato la sua attività atletico-alpina a 16 anni. Il 23 maggio 2010 diviene la donna più giovane a raggiungere la vetta del Lhotse. Il 26 luglio 2014 ha scalato il K2, divenendo la seconda donna italiana ad aver compiuto l’impresa dopo Nives Meroi.

Il 26 febbraio 2016 iniziò, in occasione della prima ascensione invernale del Nanga Parbat, la sua scalata dall’ultimo campo verso la vetta. Mentre i suoi compagni di cordata, ossia il bergamasco Simone Moro, il basco Alex Txikon ed il pakistano Ali Sadpara, giunsero fino alla cima di questo ottomila, Tamara Lunger dovette fermarsi ad un centinaio di metri dalla cima per problemi di salute. Una decisione che, rivelerà in seguito, è stata provvidenziale.

Assieme a Tamara prenderà parte alla spedizione anche Nuria Picas, ultra trailer spagnola di 41 anni che ha vinto moltissime competizioni internazionali dopo che i medici a 19 anni – in seguito ad un incidente di arrampicata – le dissero che non sarebbe mai più stata in grado di camminare. Ha all’attivo la vittoria nella Ultra-Trail du Mont Blanc, nella Hong Kong 100 e nella Maratón Transgrancanaria.

Nel team vi sarà anche Bernhard Hug, atleta di triathlon 44 enne che proviene dalla Svizzera e che oltre ad aver preso parte a 20 gare Ironman è responsabile degli atleti di scialpinismo agonistico dello Swiss Alpine Club.

Il più giovane del team è il 26enne tedesco Philipp Reiter. Trail runner e scialpinista, nel 2017 ha conquistato il secondo posto alla Südtirol UltraSkyrace di Bolzano e al campionato tedesco di scialpinismo. Reiter è inoltre un fotografo esperto e cameraman.

L’americana Janelle Smiley è invece una sci alpinista e climber. Vincitrice dei campionati nordamericani di sci alpinismo nel 2012 e nel 2014, la 36enne è stata 3 volte campionessa statunitense in questa disciplina.

Anche il marito di Janelle, l’americano fotografo professionista e guida alpina Mark Smiley prenderà parte alla spedizione. Il 37enne adora le discese spettacolari e con gli sci ha disceso il Monte Sant’Elias in Canada (5.489 m), l’Huandoy East in Perù (6.000 m) e il Denali in Alaska (6.190 m). Smiley ha inoltre condotto sette spedizioni internazionali, cinque spedizioni in Alaska e innumerevoli viaggi in tutti gli Stati Uniti, dato che con la moglie ha iniziato a completare le “50 Classic Climbs of North America”.

Infine vi sarà anche l’austriaco David Wallmann, trail runner e scialpinista. Nello sci alpinismo ha vinto il trofeo Reither Kogl e Nesslangerlalm Aufstieg nel 2017. Come corridore ha vinto il titolo allo Stubai Basic Trail e alla Zugspitz Trailrun Challenge Marathon 2017. Oltre alla passione per la montagna David Wallmann lavora come insegnante nei dintorni di Salisburgo.

L’impresa si potrà seguire in tempo reale qui. Dove con l’aiuto di una mappa sarà possibile vedere la posizione esatta e la progressione di ogni singolo atleta.

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6 Commenti

  1. da amante della montagna considero le traversate le mie migliori esperienze vissute. Ovviamente non passeranno alla storia, ma rimanere alcuni giorni fra i monti o comunque in ambiente montano, mi ha dato un senso di pura libertà. Buona fortuna per questa superba “esperienza” !

  2. ciao ricordiamo nel 1987 la traversata delle alpi con sci effettuata da Alessandro Fulghieri e da due suoi amici. pubblicazione su: “rivista della montagna” e “scarpone”.

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