Medicina e benessere

“Impazzire in alta quota”: ora uno studio italo-austriaco spiega il perché

Uno studio compiuto dagli psichiatri dell’Università Medica di Innsbruck e la medicina di emergenza in montagna di Eurac Research di Bolzano ha messo in luce la probabilità che possano insorgere delle problematiche psichiatriche legate all’alta quota. L’analisi scientifica sistematica ha portato alla definizione di una nuova sindrome che si chiama “psicosi isolata d’alta quota”. Tra i sintomi: la sensazione di sentirsi inseguiti, dire frasi senza senso o cambiare percorso senza motivo.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Psychological Medicine”, lo studio ha selezionato e analizzato, per la prima volta, 80 episodi di psicosi che si ritrovano nella letteratura di montagna.

Un esempio famoso può essere quello di Hermann Buhl che ebbe una sorta di allucinazione visiva e uditiva mentre scendeva da solo dal Nanga Parbat nel 1953. Qui di seguito vi riproponiamo un passa tratto da E’ buio sul ghiacciaio dove lo stesso Buhl racconta la sua esperienza:

In queste ore di estrema tensione, una strana sensazione mi afferra. Non sono più solo! C’è un compagno che mi protegge, mi sorveglia, mi assicura. Lo so, è assurdo, ma la sensazione purtuttavia rimane. […] Torno indietro, voglio infilarmi di nuovo i guanti. Sono spariti. Atterrito, chiedo all’enigmatico compagno. […] Un fantasma si prende forse gioco di me? Eppure ho inteso ben chiara la voce familiare.

 

Fonte @Ansa

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