Alpinismo

Il dubbio: Kilian Jornet è davvero salito due volte sull’Everest in 6 giorni? 

Il dubbio non c’è sulla sua qualità atletica, ma pare sul vizio di alterare i risultati per farli sembrare più eclatanti. Lo afferma Dan Howitt, sul sito “everest1953”: Jornet la scorsa primavera non avrebbe raggiunto la vetta dell’Everest.

Una doppia impresa, che avevamo seguito con interesse, effettuata in velocità e senza l’uso dell’ossigeno il 22 maggio e poi ripetuta il 27.

Ufficiale fu il “pasticcio” della partenza dal monastero di Rongbuke e il ritorno al campo avanzato del prima tentativo, mentre il secondo prese le misure da campo avanzato alla vetta e rientro allo stesso campo. Tempo impiegato 28h e 30 minuti, 17 ore per arrivare in cima. Hans Kammerlander nel1996 impiegò 16,45 minuti per arrivare in vetta e 10 anni dopo Christian Stangl 16,42.

Il GPS tracking e le numerose testimonianze raccolte dall’inglese Dan Howitt – estensore di una “A History of Mt. Everest Speed Climbing Records/Claims”, che per l’occasione ha realizzato una vera e propria indagine – farebbero concludere che Jornet al primo tentativo si sarebbe fermato a quota 8593 metri e a 8678 metri durante il secondo. 

C’è da domandarsi però per quale motivo Kilian, che sapeva di essere volontariamente osservato dal satellite, se doveva mentire non l’abbia staccato e se proprio doveva barare non l’abbia fatto sul tempo impiegato in salita, in modo da aggiudicarsi il record senza dubbi o contestazioni. 

Le ricostruzioni a tavolino sono difficilissime, tralasciano spesso dettagli, veri e propri pezzi di storia e fatti che, a bassa quota e seduti su una comoda poltrona ergonomica, sfuggono o proprio non sono conosciuti. Sono parecchi casi di questo genere, compreso quello notissimo del K2 del 1954.

Il dibattito si fa appassionante anche in considerazione del fatto che il neo eletto Governo del Nepal sta applicando regole di certificazione delle vette raggiunte piuttosto stringenti. Tanto che in assenza di prove certe, la Corte Suprema ha cancellato per il nepalese Pemba Dorje Sherpa il record di velocità assoluto di salita in vetta per il versante sud.

Non sarà ancora come nello “sport vero”, ma qualche regola comincia far capolino anche nel mondo alpinistico. Anche se l’onestà è una regola di vita più che sportiva.

 

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7 Commenti

  1. Domandina: fosse pure vero, rientrebbe nelle migliori cento salite alpinistiche del 2017?
    Risposta ovvia e scontata: no.
    Di cosa stiamo parlando? Costume. Non alpinismo

  2. Ahahah e perché mai avrebbe dovuto mentire?
    Rischiare la faccia per dimostrare cosa? In quello che fa è già il numero uno….
    Magari una buona mossa pubblicitaria per il film che deve uscire?

  3. Voglio sperare che ci siano delle prove inconfutabili. Altrimenti che senso ha? Ci si basa solo sulle parole dei protagonisti?

  4. ma quando uno arriva in cima, dovrà’ pure portare delle prove, no? O ci si fida solo della parola? Per il Dhaulagiri e x l’Everest ci saranno foto di vetta ecc da parte degli alpinisti, no?

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