Sicurezza in montagna

Il soccorritore: non c'è tempo da perdere

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BELLUNO — “Che sul protocollo siglato dagli scout con il CAI ci abbiano lavorato per 7 o 8 anni, la dice lunga. La necessità oggettiva di fare qualcosa e di farlo bene in questo delicato settore richiede tempi assolutamente diversi”. Questa l’opinione di Fabio Bristot, Presidente CNSAS Dolomiti Bellunesi, che quello scorso 4 gennaio 2009 partecipò alle operazioni di soccorso dello scout deceduto in val Bona.

Ho partecipato in qualità di Delegato del CNSAS al soccorso del 4 gennaio 2009, ove tragicamente perse la vita J. C.. Ho purtroppo dovuto redare la perizia richiesta dal Pubblico Magistrato ex art. 359 e 350 c.c.p. e art. 16 e 17 del Dlgs n. 271/89. Attività che, ancorchè coinvolgente, è stata penosa proprio per le conseguenze che avrebbe potuto cagionare. Ma la verità, e non altro, andava detta.

Non voglio fare polemica alcuna, tanto che il CNSAS a livello locale ha già effettuato, su richesta e di concerto con gli Scout, alcune serate dedicate alla prevenzione ed informazione sul tema, ma mi sia concesso di dire apertamente quanto segue, circa il tenore delle affermazioni di Barbara Calvi.

Solo il fatto ad esempio di dichiarare, in relazione al protocollo siglato con il CAI, che “è un protocollo su cui abbiamo lavorato tantissimo, saranno 7 o 8 anni che ci lavoriamo su per portarlo a termine e finalmente è stato firmato quest’anno”, la dice lunga sui tempi (in 7 o 8 anni si riscrive tutto il corpo di leggi oggi esistente) di ideazione e, quindi, di conseguenza anche su quelli di attuazione del protocollo.

Il fatto poi che alla domanda “e quindi concretamente cosa fanno gli istruttori Cai con i ragazzi?”, venga risposto “questo è ancora da stabilire”, mi lascia ulteriormente perplesso. Tanto da ironizzare sul fatto che forse sarebbero serviti altri 2 o 3 anni per pensarci ancora su.

La necessità oggettiva di fare qualcosa e di farlo bene in questo delicato settore – credetemi – richiede diversamente dai 7 o 8 anni, tempi assolutamente diversi e modalità operative certe e concrete, nel primario ineteresse dei ragazzi e delle loro famiglie.

Ciò premesso, ritengo con assoluta cognizione che andrebbe coltivato anche il rapporto con il CNSAS, ed in questo senso, quale responsabile a livello locale, mi rendo sin d’ora disponibile ad un confrontto sui tempi/problemi posti. Possibilmente entro l’anno…


Fabio Bristot – Presidente CNSAS Dolomiti Bellunesi

Foto di archivio – courtesy of Aiut Alpin Dolomites

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