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I cambiamenti climatici impongono “un nuovo cammino” in montagna. La riflessione al Sondrio Festival, che chiude l’edizione 2017

La montagna è «l’area in cui attualmente i cambiamenti climatici provocano più intense modificazioni ambientali, morfologiche, glaciologiche», quindi di fronte a queste nuove situazioni «l’andare in montagna, sia nelle aree “normali” sia nelle zone protette, richiede un cambiamento di mentalità, di filosofia di accesso». Bisogna «seguire i ritmi della natura attuale, che non sono più quelli di prima» e valutare con l’esperienza e la massima attenzione le nuove condizioni, per continuare a godersi le “terre alte” con la necessaria sicurezza. È il messaggio lanciato venerdì sera sul palco del Teatro Sociale di Sondrio dal glaciologo Claudio Smiraglia, dall’alpinista Agostino Da Polenza e dal geologo Riccardo Scotti, nel dibattito Dal K2 alla Valtellina: nuovi climi, nuove montagne, all’interno delle conversazioni di Sondrio Festival.

Obiettivo, ragionare su «come dobbiamo reagire a questo nuovo cammino», ha spiegato Smiraglia. Che i cambiamenti del clima incidano in modo importante sull’ambiente alpino è dimostrato da dati e ricerche, ha sottolineato infatti il glaciologo. Cambiamenti che toccano anche un’area straordinaria come il Karakorum, ha raccontato Da Polenza: grazie alle quote estremamente elevate, «i ghiacciai di questo territorio soffrono meno rispetto ad altre zone, ma anche lì alle quote inferiori si sciolgono e risalgono», ha sottolineato l’alpinista, ricordando anche come nel Karakorum il Pakistan abbia creato un vastissimo parco nazionale, «dedicando quei territori all’ambiente e alla ricerca scientifica, come sognava Ardito Desio». E alla Midop è arrivato anche un ospite proprio del Central Karakoram National Park, il Segretary del dipartimento delle foreste e dell’ambiente della provincia del Gilgit Baltistan, Sajjad Haider, che ha presentato brevemente l’area protetta e ha sottolineato il grande rapporto di collaborazione e amicizia con i ricercatori italiani, costruito negli anni.

Se nella regione del K2 ci sono segnali di cambiamento, nell’arco alpino la situazione è più marcata, visto il “gap” di quota, con un regresso dei ghiacciai che negli ultimi vent’anni si è fatto sempre più marcato, ha ricordato Scotti mentre sul grande schermo scorrevano immagini dei ghiacciai lombardi all’inizio del secolo e in questi anni. E qui «c’è un tema molto importante e urgente, sotto certi aspetti», ha sottolineato il geologo, cioè «la pericolosità intrinseca» di un ambiente montano che si sta trasformando. «Cambiano tantissimo le condizioni, soprattutto in estate – ha spiegato -, fino a trent’anni fa si potevano fare escursioni sui ghiacciai in tutta sicurezza per l’intero periodo estivo, ora già dalla fine di luglio in molte zone le condizioni diventano molto pericolose. C’è ancora l’approccio classico in cui si programmano le gite con mesi di anticipo, il che non va molto bene perché avendo condizioni tanto variabili bisogna seguire i ritmi della natura attuale».

Nella giornata di domenica a conclusione del Sondrio Festival la giuria internazionale ha assegnato tre premi, oltre a due riconoscimenti speciali.

Il primo premio “Città di Sondrio” è andato a Isole nel tempo – Nate dal fuoco di Matt Hamilton, prodotto da Terra Mater Factual Studios in coproduzione con DocLights/Naturfilm e National Geographic Channel (Austria 2017), mentre il film Isar, l’ultimo fiume selvaggio di Jürgen Eichinger, prodotto da Jürgen Eichinger Filmproduktion (Germania 2016), si è aggiudicato il premio Parco Nazionale dello Stelvio. Come miglior documentario sugli aspetti naturalistici, culturali, paesaggistici ed economici delle aree protette all’interno dell’Unione Europea, il premio Regione Lombardia, è andato al film L’odissea dei lupi solitari di Volker Schmidt-Sondermann, prodotto da Zdf (Germania 2016).  La giuria del pubblico – composta da 28 cittadini, appassionati di natura e documentari – ha assegnato il premio “Achille Berbenni”, sponsorizzato da Aevv Energie, a Figli di Enkai di Nacho Ruiz Rizaldos, prodotto da NaturaHD Films (Spagna 2017), mentre la giuria degli studenti, composta da ragazzi di due scuole superiori di Sondrio, ha scelto il film The silent death of the lions (La morte silenziosa dei leoni), di Axel Gomille, prodotto da Zdf (Germania 2015), all’interno della selezione dei documentari fuori concorso proposta dal Comitato scientifico del festival. 

Foto @ Sondrio Film Festival

 

E così, con un’ultima serata di festa, ha dato l’appuntamento al prossimo anno, per un’altra avventura da vivere insieme nel nome dell’ambiente. Un’avventura che forse avrà un’estensione anche sulle montagne del Pakistan dove il Film Festival di Sondrio potrebbe inviare alcuni dei film in nome del legame tra l’alpinismo valtellinese, il K2 e le montagne che lo circondano.

Il Segretary della provincia del Gilgit Baltistan, Sajjad Haider, presente alla serata dedicata ai ghiacciai coordinata dal prof. Claudio Smiraglia, ha espresso il desiderio che anche a Gilgit , città per certi versi gemella di Sondrio, essendo la capitale della provincia del Gilgit Baltistan, collocata sul fondo della grande valle del fiume Hunza, con circa 100.000 abitanti, si possano vedere i bellissimi film dedicati alla natura visti e premiati a Sondrio.

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