Cina, una nuova Eldorado per gli alpinisti? – di Enrico Martinet
Articolo pubblicato su La Stampa Montagna del 26/11/2017 a firma di Enrico Martinet
Quello è il mondo da esplorare, dicono gli alpinisti. Lontano, difficile da comprendere, sprofondato in luoghi misteriosi. La Cina non soltanto è lontana, ma è problematica, quasi ostile. Lo dicono sei alpinisti (tre valdostani e tre trentini) che nel massiccio del Monte Edgar hanno aperto cinque vie nuove e il «team Kapriol», tre scalatori guidati dal Ragno di Lecco Luca Schiera che in Cina volevano trovare l’Himalaya più nascosto, ma hanno soltanto potuto guardarlo da lontano.
“La nuova frontiera è là”, dice François Cazzanelli, giovane guida alpina del Cervino. Anche Schiera ne è convinto: “Sì, però che fatica”. Con Cazzanelli c’erano Emrik Favre, Francesco Ratti e i trentini Tomas Franchini, Matteo Faletti e Bicio Dellai. Sono passati in una città di 12 milioni di abitanti, Chengdu, poi hanno viaggiato in autostrada, su una pista bianca e infine a piedi. Per giorni. “Abbiamo incontrato baracche di cacciatori, trappole per ungulati da evitare, fiumi, dighe e infine la foresta di bambù – racconta Cazzanelli -. Volevamo prendere un po’ di piantine esili per segnare gli itinerari sui ghiacciai. Le più piccole erano grandi un braccio, abbiamo lasciato stare. È la foresta dove vivono i panda giganti, che non abbiamo visto, animali timidissimi che escono soprattutto di notte. Ci hanno fatto vedere le foto. Pazienza”.
Disse Buzzati alla sua guida accompagnatrice nelle scalate, Gabriele Franceschini, solerte redattore di relazioni e pure di guide alpinistiche:”Non divugare !Tieni tutto per Te!”Invece si spara subito la scoperta sui siti web, ed il pionerismo avra’ fine. Al massimo , un passaparola sussurrato solo ad oreccchi amici, e’ gia’ troppo.