Alpinismo

Cordillera Blanca, Silvia Rinaldi e Kevin Ferrari, atleti disabili, alle prese con l’apertura di nuove vie

Arrampicande è un progetto nato da un’idea di Pietro Rago per l’organizzazione di spedizioni alpinistiche che coinvolgano persone diversamente abili nella realizzazione di nuove salite sulle montagne del mondo.

La prima spedizione si è svolta nella Quebrada Rurec (Cordillera Blanca, Perù) dal 3 al 20 agosto 2017.

Hanno fatto parte del gruppo Pietro Rago, capospedizione, Silvia Parente (48 anni, non vedente pluricampionessa olimpica di sci e mondiale di arrampicata), Kevin Ferrari (25 anni, triatleta, amputato sopra un ginocchio in seguito a incidente automobilistico), supportati da 9 alpinisti (in ordine alfabetico: Raffaele “Fischer” Agazzi, Carolina Busseni, Riccardo Colosio, Sandro De Toni, Lorenzo Migliari, Luca Ranghiero, Elena Robusti, Luca Sossi “Sox”, Ralf Steinhilber). La documentazione della spedizione, che prevede l’uscita di un film entro fine 2017, è stata affidata all’alpinista film-maker Mirko Sotgiu (Alpinfoto) assistito dall’alpinista, speleologo ed esperto di sicurezza in fune Giovanni Foti.

Il campo-base della spedizione è stato fissato a 4.000 m di quota sotto la mole dello Chaupi Huanca, o Punta Numa, su cui salgono svariati itinerari di forti alpinisti, tra i quali R. Iannilli, i Ragni di Lecco (Qui Io Vado Ancora) e i fratelli Pou (la recentissima Zerain).

Durante la spedizione sono stati effettuati tre tentativi: il primo, La Vendetta degli Apu (VI+ e A1, 125 m – Avancorpo est dello Shaqsha, proprio di fronte allo Chaupi Huanca), interrotto per difficoltà ambientali, in quanto la linea individuata saliva fessure rivelatesi troppo sporche); uno da concludere, TanaLiberaTutti (VII+ e A1, 190 m – Chaupi Huanca Norte); ed un terzo portato a termine, La Fiamma Bianca (VII e A1, 370 m – Avancorpo Est dello Shaqsha).

Le vie seguono per lo più linee di placca: purtroppo le fessure, erbose o intasate di terra secca pressata, si prestano poco ad accogliere protezioni mobili. Per l’apertura sono stati utilizzati – pur con dubbi tecnici ed etici – multi-monti da 6 mm lungo i tiri e fix da 12 mm alle soste. Le cordate sono salite utilizzando la tecnica delle corde fisse, non avendo attrezzatura e mezzi per lo stile capsula adottato su Zerain dai fratelli Pou, in valle poco prima e poco dopo “Arrampicande”.

Gli atleti disabili sono saliti da secondi, assicurati su corde statiche e supportati in salita e in discesa da Lorenzo (per Silvia) e Riccardo (per Kevin). Una tecnica studiata da Giovanni Foti ha ridotto al minimo i rischi che in calata le corde, sfregando sulla roccia, si tranciassero.

La Fiamma Bianca è stata salita da Silvia fino a S4. Purtroppo Kevin, più volte colpito da febbri causate dall’alternanza tra le basse temperature notturne e il torrido Sole equatoriale d’alta quota, si è dovuto accontentare di tre tiri di Furgonauti allo Sbaraglio (VII-, 6 lunghezze sulle prime placconate granitiche che si incontrano salendo sulla dx orografica della Valle; la via è stata iniziata da Pietro Rago e conclusa da Alessio Avallone durante precedenti spedizioni in Rurec).

Furgonauti allo Sbaraglio è stata salita per allenamento anche da Silvia (fino a S4). Inoltre lei, Lorenzo, Fischer, Carolina, Luca Sox, Luca Ranghiero e Ralf hanno arrampicato su una via di nome ignoto (VII) sulle magnifiche placche che si trovano sulla sx orografica all’ingresso della Valle.

Durante la permanenza in Quebrada Rurec il team si è dedicato anche a risistemare un monotiro di diff. 6b+/6c aperto da Pietro nel 2006 sugli strapiombi a dx dell’attacco del Ritorno degli Apu e a pulire svariati boulder di difficoltà comprese tra il 5+ e il 6c nei pressi del campo-base e sulle spianate più a Nord.

Secondo gli organizzatori è stato di per se un successo per la spedizione arrivare in Valle; riuscire a scalare sulle placche presenti in Quebrada Rurec è stata la coronazione di un sogno. Il gruppo spera che il progetto possa avere un futuro e possa garantire anche ad altre persone con diversa abilità la possibilità di partecipare a una spedizione alpinistica extraeuropea.

Il team è stato seguito nella preparazione medica da Spedali Civili di Brescia, reparti di Pneumologia (Gundi Steinhilber) e Cardiologia (Davide Fabbricatore, Annunziata Cotugno, Enrico Vizzardi). Gli esiti dei monitoraggi pre e post spedizione, se significativi, potranno essere oggetto di una pubblicazione scientifica sull’adattamento all’alta quota in brevi spedizioni alpinistiche di sportivi non professionisti. Kevin ha scalato con una speciale protesi realizzata, per la spedizione da Marco Avaro di Porzio Lab.

Arrampicande è organizzata da Fondazione Per lo Sport Silvia Rinaldi e patrocinata dal Comune di Toscolano Maderno (BS).

 

Relazione vie aperte:

La Fiamma Bianca
Steinhilber, De Toni, Sossi, Fischer – VII e A1 (370 m)

Avvicinamento – Raggiungere un muro a secco divisorio a circa metà Quebrada e puntare per prati e bosco rado a un’evidente pilastro di granito bianco sull’avancorpo Est dello Shaqsha più o meno sulla verticale della linea di confine

Attacco – Nel punto più basso del pilastro

L1 – Per successivi risalti a gobbe in lieve obliquo prima a dx e poi a sx (VI+ – 55 m) (Steinhilber);
L2 – Diritti e in obliquo a sx per vena a tratti scivolosa, sostando qualche m sotto una fascia strapiombante (VI+/VII- – 45 m) (Steinhilber)
L3 – Continuare in obliquo a sx per la vena fino a poter traversare a sx per conca a una zona vegetata; di qui diritti e a dx alla sosta; discreto runout (VII- o VI+/Ao – 30 m) (Steinhilber)
L4 – A dx della sosta, diritti e ancora a dx per bella placca articolata; protezioni distanti, quarta non facilmente individuabile (VII- o VI e Ao – 50 m) (Steinhilber)
L5 – A dx della sosta e diritti per diedro col fondo vegetato; sosta a una cengia con due Queñoe; 1 p. non provato in libera, ma a occhio di difficoltà abbordabili (VI+ e Ao – 40 m) (De Toni);
L6 – Diritti per diedro strapiombante (Ao – 7a?), poi appena a sx, di nuovo diritti per zolle erbose a una Queñoa, di qui appena a dx, ancora diritti e a dx prima per zolle e poi per placca/rampa inclinata a dx; si aggira sulla sx una pianta e si risale per placca muschiosa alla sosta alla base degli strapiombi sommitali (VI- e A1 – 60 m) (Steinhilber)
L7 – Raccordo: a dx della sosta fino a entrare nel camino che si segue fino alla prima protezione sulla parete di sx (nel senso di marcia) (III – 25 m) (De Toni)
L8 – Diritti e in lieve obliquo a dx per strapiombo manigliato e fessure stondate; al termine della seconda fessura a dx per cengia; quindi di nuovo in obliquo e in traverso a sx fino alla sosta; 2 fori per multimonti dovuti a errore di chiodatura; 1 foro per multimonti fatto scopo chiodatura, ora inutile; integrare con BD 1, 0.5, 3 (VII e A1 – 25 m) (De Toni)
L9 – A sx della sosta poi in obliquo a dx per rampa alberata; al suo esaurirsi per facile muro a funghi a sx fino a un blocco che fa da ponte sul sottostante camino; lo si attraversa verso dx, si supera un breve muro e si torna a sx oltre un arbusto, riattraversando anche il camino per ponte di terra; sosta sul bosco sommitale; lasciato a un albero 1 cordone rosso di sosta (IV – 60 m) (De Toni)

Discesa – Dalla sommità scendere per prati verso S (sx nel senso di marcia); quando i prati digradano in parete, piegare a dx (senso di marcia) ed entrare nella rampa boscosa; a una fascia rocciosa prima CD (20 m); al suo termine a dx sul fondo del canale che delimita a dx la rampa; lo si segue fino a un salto (seconda CD, 15 m; cordone lasciato); sempre per canale o per bosco alla sua dx (orografica e nel senso di marcia) si perviene sulle placche della via poco sotto S2; 2 CD (30 e 45 m) su alberi; in alternativa mantenersi a dx delle placche e scendere a piedi alla base della parete.

È anche possibile calarsi da S7 (S7, S6, S5, S4, S2, S1); attenzione alla doppia da S6: la corda andrà di sicuro ad appoggiarsi sul tronco dell’albero sotto la sosta; S1 su 2 multimonti.

La Vendetta degli Apu
De Toni, Colosio, Sossi – VI+ e A1 (125 m)

Avvicinamento – Dalla zona prativa alla base di punta Numa puntare a un evidente colatoio sopra strapiombi sul versante opposto (dx orografica) di Quebrada Rurec (avancorpo est dello Shaqsha).

Attacco – Lungo una fessura erbosa a dx di un evidente zona strapiombante

L1 – Salire la fessura strapiombante, a tratti ripulita, tenendosi a sx di una Queñoa De Altura (Polylepis Tomentella) per proseguire, sempre in fessura, fino a una cengia alberata (grande esemplare di Polylepsis sulla sua sx) (VI+ e A1 – 30 m); 7 fori per moltimonti; fr BD 0,50, 0,75; 1, 2, 3,sosta lasciata (De Toni);
L2 – Proseguire verso sx per rampa erbosa a dx della Queñoa fino a un camino con abbondante terra oltre il quale si traversa a sx fino a un terrazzo granitico a dx dell’evidente colatoio obiettivo del tentativo; 1 multimonti (IV – 40 m) (De Toni);
L3 – In discesa e in traverso a sx fino a un primo e a un secondo diedro inclinati a dx; seguire il secondo e rimontare a sx a un terrazzino (VI- – 25 m); fr BD 0.3 e 0.5; sosta lasciata (De Toni);
L4 – A dx e diritti per strapiombo a fessurazioni orizzontali ripulite e rigole intasate di fango pressato; fino a un multimonti con maillon rapide di calata; 6 buchi per Multimonti, fr BD da 0.5 a 3; 1 foro per multimonti fuori linea a dx per errore di tracciato (De Toni).

TanaLiberaTutti
Steinhilber, De Toni, Sossi, Colosio – VII+ e A1 (190 m)

Avvicinamento – Dal campo base sotto Punta Numa salire in direzione N per facili pendii erbosi e radi boschi il pendio sulla sx orografica della valle puntando alla parete [non so come si chiama]

Attacco – Alla base di una vaga conca articolata che punta al tetto mediano di dx dei due che tagliano la parete

L1 – In obliquo a sx per rocce articolate aggirando una banca erbosa basale, quindi diritti e in obliquo a dx; a una vena che taglia la placca da dx a sx si riprende a obliquare a sx; per fessurino diritti alla sosta (VII- – 40 m) (De Toni, Steinhilber)
L2 – Diritti sopra la sosta fino a una conca con fessurino sulla dx; seguire il fessurino fino a una conca soprastante (VII- e A1 – 30 m); necessario 1 microfriend (Steinhilber)
L3 – In lieve obliquo a sx seguendo le zone più articolate della parete puntando a una cengia a dx di un grande ciuffo d’erba visibile da sotto (VI+/VII- – 30 m); 1 multimonti tolto dopo sostituzione del precedente con fix da 12 mm (De Toni)
L4 – In obliquo a sx per vena, diritti per diedro articolato e di nuovo in obliquo a sx e diritti fino alla sosta (VII- – 30 m) (Steinhilber)
L5 – Diritti sopra la sosta, superando un tettino; quindi in obliquo a sx per vena fino a una costola; di qui in traverso a sx tagliando uno strapiombo sulla sua sx, in obliquo a sx, a dx e di nuovo a sx su magnifica placca nera (1 p. Ao e VII+ – 40 m) (Sossi)
L6 – Diritti sopra la sosta per placca compatta fino al bordo del tetto soprastante (fix del 12 alternati a buchi per talon) (A1 – 20 m) (Steinhilber)

Discesa – Doppie: S6, S5, S4, S3, S2

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