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National Geographic racconta le campagne di pulizia del Baltoro

National Geographic, in edicola a settembre, dedica un importante servizio alle campagne di pulizia del Baltoro organizzate da EvK2CNR-Pakistan con il sostegno di Moncler, che ha anche supportato il fotografo Paolo Petrignani, il giornalista Jacopo Pasotti e la guida alpina Michele Cucchi, che sul K2 c’è stato con i suoi amici pakistani nel 2014, in occasione della spedizione del 60° anniversario della salita. Moncler fornì i piumini alla spedizione italiana del 1954 ed ha supportato la spedizione pakistana del 60° alla quale ha partecipato Michele Cucchi.

Tutti noi “anziani” alpinisti che abbiamo passato qualche stagione al campo base del K2 (la mia prima spedizione da sud – nel 1983 andai in vetta da nord – fu nel 1986 e ne ho dirette altre 4) quando pensiamo a quei luoghi lo facciamo con la giusta dose di nostalgia. Ma c’è un ricordo che mi riporta, con un sorriso un po’ amaro, direttamente alla questione della pulizia dei ghiacciai.

Numero di settembre di National Geographic Italia

Era il 19996 e quando nel pomeriggio il sole lasciava il campo base del K2 e l’aria cominciava a farsi fredda, indossavo una giacca e cominciavo a scendere lungo la morena, verso il campo base del Broad Peak. Il fiume glaciale divide in due il largo ghiacciaio e ai lati dell’impetuoso scorrere dell’acqua c’erano massi e ripidi dossi di ghiaccio alti come villette, ricoperti di ghiaia, che percorrevo su e giù lungo il filo glaciale che li collegava. Un gioco per far piacevolmente passare il tempo in attesa della cena che il cuoco cominciava a preparare.

Ogni 100 metri una collinetta si colorava di carte e plastiche, di teli gialli e rossi, del nero carbone del rogo del fine spedizione. Era un campo base di alcuni anni prima, o meglio ciò che gli alpinisti avevano lasciato del loro campo base al momento di andarsene. E così giù e giù per il ghiacciaio, scoprendo lattine coreane, confezioni di cibo d’ogni tipo tedesche, giapponesi, americane, corde bruciate, tende rotte, arnesi e attrezzi da cucina, bombolette di gas. Trovai i resti della mia spedizione del 1986, ero ormai lontano dal campo base ed era passato più di un “chilometro di tempo”, stana espressione, ma realistica. Me ne accorsi da alcuni adesivi di plastica con impresso un omino blu che saltava e la scritta “lo zucchero fa bene al cervello” e poi decine di confezioni di fazzoletti umidificati di una nota marca nostro sponsor.

Avevamo bruciato tutto in un gran rogo, come si usava allora, ma non tutto era bruciato e quelle che avevo di fronte ne erano le pessime conseguenze.

Mountain Wilderness, per iniziativa di Carlo Alberto Pinelli e Fausto De Stefani, promosse – sono passati ormai 27 – una grande campagna di pulizia del campo base del K2. Fu una iniziativa formidabile per il risultato in sé, ma anche per il messaggio che lanciò al mondo degli alpinisti e degli operatori locali.

EvK2 CNR da dieci anni da una mano ai pakistani a tener pulito il ghiacciaio del Baltoro. 60 chilometri di ghiacciaio piuttosto frequentato da alpinisti e trekker. Prima lo faceva organizzando delle piccole campagne di pulizia, poi, quando con un grande progetto di cooperazione internazionale supportato dal Governo italiano e da quello del Pakistan ha dato vita al Parco del Karakorum Centrale, ha avviato campagne continuative e un sistema di recupero stabile di raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti e abbandonati sui ghiacciai.

Il problema dell’immondizia abbandonata negli ultimi anni non riguarda tanto i campi base che gli alpinisti cercano di lasciar puliti, anche se non tutti, ma i numerosi trekking. Per non dimenticare del ghiacciaio che “sputa” fuori, sciogliendosi e muovendosi, la vecchia immondizia abbandonata dagli anni 50 in poi.

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