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Courmayeur, Anna Torretta si racconta

A Cormayeur l’appuntamento con l’estate culturale, con temperature precipitate a pochi gradi dopo la calicola delle settimane scorse, si consuma sotto la rinnovata ed elegante tensostruttara bianca sponsorizzata da Maserati.

Qui la politica e dintorni, nelle chiacchere da conferenza, rischia di farla da padrona, ma nel cuore prestigoso della perla del Monte Bianco ha fatto la sua bella figura anche un’alpinista nata a Torino, ma che qui di casa. Architetto e guida alpina, apprezzata e rispettata, madre di Lidie e Petra e, mica scontato, prima donna accettata nella blasonata Società delle Guide di Courmayeur. E’ Anna Torretta che ha presentato il suo libro “La Montagna che non c’è” (edizioni Piemme).

“Raccontare una montagna diversa da quella che si vede nei film d’azione o di cui si legge in certi articoli di cronaca nera, che non è eroica, né retorica, né spaventosa. Una montagna che parla, che è amica di chi vi sale. E, magari, costa sudore e fatica, mai “sacrificio” o “sofferenza”: perché se soffrire e sacrificarsi significa patire il freddo, dormire scomodi, mangiare male, avere mal di testa o il corpo indolenzito, allora no, la sofferenza e il sacrificio sono un’altra cosa al giorno d’oggi, qualcosa di molto più serio. Per me sono strumento per essere felice”.

Anna Torretta ripercorre nel suo libro la storia della sua passione per la montagna, dal Gran Paradiso con i genitori, ai tentativi poi riusciti di guadagnarsi il diploma di guida alpina, fino ad oggi, guida a Courmyeur e sulle montagne del mondo, madre, felicemente appassionata di una montagna che non è “solo” un lavoro.

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