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I nostri lettori – Anche con un caldo asfissiante la montagna offre sempre tante riflessioni, il Monte Porrara

Testo e foto di Luciano Pellegrini

Un caldo asfissiante, 24 gradi in vetta, umidità al 100%, sudi molto, la pelle è appiccicosa e si fa fatica anche a togliersi la maglia sudata. Il Monte Porrara (2137 m) è l’estremo prolungamento verso SUD del massiccio della Maiella. La cresta, è lunga, sottile ed affilata. Per raggiungere la vetta ci sono vari sentieri: dalla stazione ferroviaria di Palena CH – da Campo di Giove AQ – dalle sorgenti del fiume Aventino a Palena – dalla Madonna dell’Altare a Palena. Scelgo il sentiero segnalato “P”, che inizia a 1276 metri, a 500 metri dalla stazione di Palena, direzione valico della forchetta, località della riserva naturale orientata di Quarto Santa Chiara. Il sentiero sale molto ripido in una fitta faggeta.

Ogni tanto ci sono dei terrazzi assolati dove riposarsi. Si esce dal bosco a circa 1700 metri. Qui il sentiero “P” incrocia il sentiero “I3” per LA MADONNA DELL’ALTARE. Ora il sentiero è tutto di cresta e superate due ANTICIME, si scorge la vetta del MONTE PORRARA con la croce (2137 m). Un leggero vento da Ovest, molti tuoni, ma senza pioggia. Il panorama soddisfa lo sguardo. La lunga cresta verso l‘Anticima Nord del Monte Porrara (2100 m), circondato da tutte le altre vette dei massicci abruzzesi. A destra, in basso, Palena e la valle dell’Aventino. A sinistra ROCCARASO – RIVISONDOLI – PESCOCOSTANZO e la Valle Peligna. Non può mancare il mare. Anche con la siccità, il sottobosco è florido e mi ha riservato un buon assaggio di fragole.

Nei prati è iniziata la fioritura del verbasco che dura tutta l’estate. E ‘una pianta erbacea, molto pelosa in ogni sua parte, con i fiori gialli e può arrivare anche a due metri d’altezza. Sono conosciute le sue qualità per curare la tosse, il raffreddore, le infiammazioni intestinali, le scottature, i pruriti della pelle. Ha proprietà analgesiche, astringenti ed emollienti delle emorroidi. I nomi con cui è conosciuta questa pianta sono numerosi e considerando che le foglie sono morbide, nei periodi di bisogno, erano infilate nelle calzature come isolante. Per lo stesso motivo è chiamata “carta igienica del cow-boy”! Anche la storia è importante per questa montagna, perché ancora oggi offre qualche cosa di “eremitico”, di “silenzio”, di “nomadismo”.

Pietro Angelerio (o Pietro da Morrone), nacque nel Molise, probabilmente nel 1209. Fu un frate eremita che pianificò la sua vita all’austerità ed alla solitudine. Rimase in questa montagna, tra il 1235 e il 1238, presso la grotta Taverna, nelle vicinanze dell’attuale Santuario dedicato alla Madonna dell’Altare. Qui iniziò il suo eremitaggio all’età di circa 26 anni. Poi, consigliato dagli abitanti di Palena, si recò a Roma dove studiò per essere ordinato sacerdote. La sua lunga vita eremitica durò sino al mese di luglio del 1294, quando divenne papa con il nome di Celestino V. Si accorse ben presto che la sua indole di nomade poco si confaceva con la vita papale e nel mese di dicembre dello stesso anno abdicò. Il nuovo papa Bonifacio VIII lo fece arrestare e morì imprigionato in una piccola cella nella rocca di Fumone, in Ciociaria, un castello di proprietà della famiglia del nuovo papa, il 19 maggio 1296 a 87 anni.

La montagna, come il monte Porrara, offre sempre tante riflessioni, bisogna prenderle  e trasferirle, specialmente come proteggere l’ambiente.

 

Dislivello 900 m
Distanza 12KM
Difficoltà E/EE
Tempo 5 ore senza soste

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