Alpinismo

La domanda ai Ragni: “Ma si diventa ricchi?”

Spedizioni in terre lontane e in altri continenti, e poi, materiali, permessi, biglietti aereo. L’esplorazione ha la sua poesia, va bene, ma a un certo punto la realtà presenta il conto (parliamo di soldi) e allora la cosa si complica.

Quindi, alla domanda, posta da uno spettatore dalla platea a una serata dei Ragni di Lecco, “Ma si diventa ricchi?” ha risposto, prima divertito (“certo che no”), e poi serio Fabio Palma, presidente dei Ragni.  Fabio ha poi spiegato come la corretta pianificazione del budget e del progetto permetta di fare grandi cose: come, ad esempio, avere all’attivo già sei spedizioni solo nel 2017.

A noi viene da rispondere riportando un commento che abbiamo letto sul profilo Facebook del gruppo lecchese: “No. Si diventa felici!”, ma vi lasciamo alle parole di Fabio Palma, che potete leggere qui sotto: 

 

Venerdì sera, alla serata di Barzio, uno spettatore ha chiesto (eravamo io, David Bacci e Luigino Airoldi) se si diventava ricchi a fare alpinismo come Ragni di Lecco, e come facevamo a trovare i soldi per queste spedizioni. E, ci tengo a sottolinearlo, con la partenza di domani dei due Matteo per il Siula Grande, siamo a 6 (SEI) per questo 2017. Uno sforzo molto grande da tutti i punti di vista.ù

Alla prima domanda abbiamo risposto ovviamente di no e molto divertiti, ho anche specificato che l’alpinismo che praticano i Ragni non è mai stato un alpinismo facile da vendere perchè molto difficile; David in meno di un anno e mezzo ha compiuto tre imprese da prima pagina di un quotidiano nazionale, e di rilevanza mondiale, ma nomi come Cerro Murallon, diretta Slovacca al Denali e Est del Fitz Roy suonano difficile pur essendo molto, ma molto per pochi, con difficoltà tecniche di arrampicata enormi e in situazioni logistiche anche da altri tempi.

Alla seconda ho risposto che uno degli obiettivi che mi ero prefissato quando ho cominciato ad occuparmi dei Ragni era supportare ogni possibile progetto alpinistico o di arrampicata, e così sono riuscito a fare avviando collaborazioni con aziende prestigiose (in primis adidas, e poi Sport Specialist, Acel Service, da un paio di mesi Camp), con le quali abbiamo rapporti duraturi proprio per merito dei ragazzi che guido. Perchè sono il volto di una passione condotta secondo linee etiche e morali, in bello stile insomma, e perchè si danno da fare (loro dicono che sono minacciati dal sottoscritto…) a perdere del tempo per delle belle foto o delle belle clip video (in linea con la tradizione Ragni, visto che film come quello del Mc Kinley, del Torre e del Fitz Roy testimoniano che allora la tradizione c’era già, poi per qualche lustro si perse un pò…).

Continua a leggere sul sito dei Ragni di Lecco

 

Foto in alto @Ragni di Lecco

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2 Commenti

  1. Bello. Intelligenti i ragni a farsi guidare da uno che ha diretto in grandi aziende mentre da noi si è continuato a guardarsi storto col risultato di essere morti . proprio come lo erano i ragni pochi anni fa

  2. Nessun alpinista e’ mai diventato ricco, tutt’al piu’ benestante.
    Le grandi imprese compiute senza sponsori sono rarissime
    e meritano molto piu’ rispetto e ammirazione. Ho conosciuto
    diversi grandi della montagna e so che, vogliano o no, senza
    sponsor non sarebbero in grado di finanziare le loro imprese.
    Loro rischiano la pelle per passione e per orgoglio e le ditte
    fanno affari. Niente critica quindi per chi guadagna qualche
    Euro con libri e rappresentazioni, bastano solo per vivere.
    Alcuni dedicano il ricavato per finanziare scuole e ospedali
    in paesi ricchi di montagne ma poveri di tutto il resto.

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