Alpinismo

Non solo l’ Everest ma anche il Cho Oyu per Killian Jornet

Killian Jornet è pronto per la sua grande avventura del 2017, dopo aver partecipato al trofeo Mezzalama, classificandosi con il suo team sul secondo gradino del podio.

Due i progetti alpinistici che lo aspettano in Himalaya: il Cho Oyu e la nord dell’Everest puntando in al record di velocità.

Nella prima parte della sua avventura infatti Killian tenterà di raggiungere, insieme alla fidanzata Emelie Forsberg, la vetta del Cho Oyu a 8.201 metri, cioè la sesta cima più alta del mondo. I due alpinisti hanno scelto questa destinazione perché ragionevolmente accessibile dal campo base e perché tra le meno difficili tecnicamente nel panorama himalayano. Secondo Jornet: “Sarà interessante capire come ci sentiremo dovendoci acclimatare molto in fretta. Stiamo preparando questa spedizione da settimane, ma non sappiamo come i nostri corpi reagiranno fino a che non saremo sul posto. Sarà un’ esperienza interessante e il primo 8.000 per Emelie, voglio essere con lei per accompagnarla. Inoltre per me sarà un buon allenamento per l’Everest, per cui sarò meglio acclimatato”. In realtà, ad essere onesti, sarà il primo 8000 anche per Kilian, che conta un’unica esperienza sui giganti della terra nel tentativo dello scorso anno all’Everest durante il quale non riuscì a raggiungere quota “zona della morte”.

La permanenza al Cho Oyu durerà due settimane al termine delle quali inizierà la seconda parte della sua spedizione, la salita all’ Everest.

A metà maggio l’alpinista spagnolo si dirigerà in Tibet per raggiungere il monastero Rongbuk, a 5.000 metri di quota, che sarà il punto di partenza per il tetto del mondo. Il raggiungimento degli 8.848 metri dell’Everest significherebbe anche il completamento del progetto “Summits of my life”: negli ultimi 6 anni Killian ha viaggiato in tutto il mondo conquistando diversi record sulle montagne più significative iniziando nel 2012 dal Monte Bianco per poi scalare il Cervino, il Denali (Nord America) e l’Aconcagua (Sud America). Gli manca solo l’Everest.

Tenterà di raggiungere la cima dal versante nord, la meno battuta dato che la maggioranza delle spedizioni commerciali salgono dal lato sud. Per quanto riguarda la via di salita invece non è ancora chiaro quale verrà scelta perché molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche. L’idea di base è quella di tentare il Norton Couloir o l’Hornbein. In ogni caso il programma prevede di allestire il campo base avanzato, a quota 6.300 metri, durante i primi giorni e da qui compiere diverse salite per acclimatarsi e controllare le situazioni del terreno. Tutto questo in linea con i principi che hanno guidato tutto il progetto di “Summits of my life”: partire dall’ultimo punto abitato e ritornarci dopo aver raggiunto la cima.

Jornet si è dato tempo 1 mese per il suo tentativo e dice: “Quest’anno sarà diverso dal 2016 perché ci sarà molta gente al campo base mentre la scorsa volta eravamo da soli. Le conoscenze acquisite durante l’ultimo tentativo in ogni caso saranno molto preziose”. E riguardo all’altitudine e alle condizioni aggiunge: “Ci sono molte variabili che dipenderanno da come mi sentirò in quota e dalle condizioni meteorologiche che si verificheranno. A quel punto prenderemo le decisioni sul da farsi,tenendo a mente che vogliamo raggiungere il nostro obiettivo come abbiamo sempre fatto, cioè in modo leggero e veloce. C’è gente che pensa che sia da pazzi ma per me la montagna è il luogo dove chiunque dovrebbe essere libero di fare ciò che preferisce. Mi piace viaggiare leggero così da poter essere più veloce. In questo modo si trascorre meno tempo in quota e si accusa meno fatica, anche se rende la spedizione più rischiosa. Ciò nonostante, contato tutto, questo è il modo che abbiamo scelto e con cui tenteremo al salita al Monte Everest”.

Il tentativo di Killian Jornet di raggiungere la cima dell’Everest e completare “Summits of my life” potrà essere seguito attraverso l’hashtag #OurEverest. Questo per aggregare tutti coloro che sono interessati e che hanno finanziato il progetto fin dall’inizio, rendendo la spedizione possibile. Rispetto al possibile completamento del progetto Killian ha detto: “Abbiamo iniziato questa sfida insieme 5 anni fa con i nostri valori e il nostro approccio alla montagna siamo giunti a questo punto. Anche se non sappiamo cosa succederà, voglio essere chiaro rispetto ad una cosa: non è il mio Everest, ma il nostro, di chiunque abbia contribuito in un modo o nell’altro a rendere realtà questo progetto”.

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