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SONDAGGIO – Messner: “L’alpinismo sta perdendo emozioni”. Siete d’accordo?

Reinhold Messner, presentando al suo Museo di Castel Firmiano la sua nuova mostra temporanea sulla quarta dimensione della montagna, ha dichiarato: “L’alpinismo sta perdendo le sue emozioni, ovvero la sua anima. Oggigiorno l’alpinismo è uno sport, nel quale conta solo più il cronometro ed i follower che uno ha sui social media”.

“I racconti di Ulisse – ha aggiunto – sono sopravvissuti per 2.500 anni, passando di generazione in generazione, mentre le foto qui esposte tra 10 anni forse saranno già dimenticate”. Messner ha inoltre confessato di essersi slacciato totalmente da pc e telefono satellitare. “Sto tornando lentamente a vivere come un uomo dell’età della pietra”, ha ironizzato.

Voi cosa ne pensate? siete d’accordo o meno con le affermazioni di Messner? diteci la vostra partecipando al sondaggio!

 

 

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8 Commenti

  1. lui parla bene e razzola male,con tutti i soldi che ha preso dagli sponsor x vivere di montagna e adesso con i suoi musei

  2. Vengono in mente nomi italici e baschi peccato che il Sig. Messner con costoro abbia fatto fotografie e serate a Trento. Chi se la sente di dire che le traversate record di Caldwell Haley e Honnold in Patagonia non siano emozione allo stato puro? Quanto al cronometro e ai followers Messner è stato uno dei padri della ricerca dei followers con libri e viaggi al polo super reclamizzati mentre l’orologio in alpinismo lo guardavano e usavano anche negli anni ’30 dove chi era lento era preso in giro come scarso e i tempi venivano sbandierati più di oggi su giornali molto più letti in percentuale di una pagina feisbuk di oggi

  3. Anche Messner ha contribuito con i suoi record, a cambiare l’alpinismo; che ci piaccia o no, questa è la nuova dimensione dove penso ognuno può trovare il suo modo personale di vivere la montagna. Però mica aveva un semplice telefono ma addirittura un satellitare … Il troppo isolamento fa male…

  4. Secondo me non è stato inteso il senso della dischiarazione di Messner; io non credo lui volesse dire che non si debba fare comunicazione, ma che le imprese del giorno d’oggi sono fatte più per assecondare sponsor e ottenere consenso piuttosto che per la ricerca del limite o per l’esplorazione delle proprie possibilità e dei limiti assoluti dell’uomo.
    Per intenderci, una salita come quella fatta da Steck sulla sud dell’Annapurna non è pregevole per il tempo ridotto impiegato, ma per quanto visionaria sia stata in termini di esposizione e obiettivo sino ad allora mai conseguito.
    Diverso è il discorso per il record di velocità del Cervino o del Monte Bianco che è solo fine a se stesso ma non apporta nulla di nuovo alla storia dell’alpinismo esplorativo (in senso geografico che umano).
    Credo siano queste le emozioni di cui parla.

  5. Io ricordo molto bene che per assecondare gli sponsor Messner optò per la normale invece che per la Magic Line sul K2. Di obbiettivi mai conseguiti negli ultimi anni ne sono stati raggiunti molti e in posti dove Messner non poteva andare come Patagonia e Groenlandia e baffin perchè non era in grado di scalare. Io penso debba uscire un suo libro e come al solito spara ad effetto. ma lo perdoniamo perchè è Messner e perchè i suoi musei comunque sono una bella cosa

  6. Questa qui sopra si chiama tecnicamente CTA (call to action) ed è un’azione di marketing. Detto questo, mi sento di dar ragione al Sig.Mario e sintetizzo il mio pensiero: purtroppo troppo spesso, le “imprese” alpinistiche sono spinte e promosse dallo sponsor e l’alpinista, comunque “bravo”, ne è solo l’interprete e “l’affinatore”, cioè quello che sa come fare. Questo non negli ultimi due-tre anni, ma già da qualche decennio. Diciamo che si è perso quello spirito visionario che hanno avuto certi grandi alpinisti che, grazie alla loro bravura, si facevano rincorrere dagli sponsor dopo aver compiuto l’impresa. (Non so bene, ma credo che anche “loro” facessero fatica a farsi finanziare dai privati l’impresa, prima di compierla). In ogni caso, mercato in flessione e promozione ovunque! Parti invertite. Noia!

  7. Caro sig. Messner purtroppo l’apinismo, e direi in generale la montagna, subisce come tanti altri aspetti della vita le leggi del mercato e dicendo mercato dico soldi e se il tutto é supportato da una societá basata sullo spettacolo con l’utilizzo dei mezzi tecnici a disposizione vediamo il risultato: oggi in montagna si corre e ci si mette in “scena” utilizzando tutti i faisbok possibili come dice, a ragione secondo me, il sig. Alby, ma caro sig.Messner non dimentichi che siamo nel 2017!.
    Vorrei dire anche che mi sembra ingiusto generalizzare perché finché esistono ed esisteranno alpinisti come Nives Meroi e Romano Benet, e ce ne sono ancora tanti, l’alpinismo avrá sempre la sua anima.
    Tutti quelli che vogliono correre, monetizzare o teatralizzare le loro emozioni e imprese sono liberi di farlo, sta a noi voler seguirli o no.
    Che uno salga la nord dell’Eiger in 2 ore non mi interessa e Le posso garantire che io posso fare il record guardandola per 5 ore seguendo le cordate con un cannocchiale.
    Questa per me é la libertá per ognuno di noi di vivere l’alpinismo, e direi la montagna in generale, come vuole, il resto come si dice da noi a Brescia,” ié ciacole”

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