Ice climbing

“Livello Inferiore” e “Nuovi Orizzonti” due nuove linee di ghiaccio in Valtournenche

Testo e foto di François Cazzanelli

Era dal 2012 che, non appena iniziavano i primi freddi, studiavo con regolarità lo sviluppo di queste due linee di ghiaccio: non le avevo mai viste ben formate come quest’anno. Avevo notato che solo una volta la frangia di uscita di *Nuovi orizzonti* si era formata più grande ma, a mio parere, meno solida e sicura. Le due vie si trovano all’imbocco della Valtournenche, sopra il bacino artificiale di Covalou e sono facilmente raggiungibili dal villaggio di Chessin.

“Livello Inferiore”

Da circa due settimane studiavo l’evolversi della situazione e stavo aspettando il momento migliore per attaccare. Sulla solidità delle strutture non avevo dubbi, le temperature erano ottime e in questo periodo entrambe le vie prendono solo qualche raggio di sole al mattino. I dubbi più grossi erano dati dal mio stato di forma perché erano passati solo 81 giorni dal mio incidente in Nepal e salvo qualche cascata facile e un po’ di drytooling, non avevo ancora testato seriamente il mio braccio. Però si sa: queste cose vanno prese quando le condizioni sono buone, quindi chiamo subito Francesco Ratti e in due secondi decidiamo di attaccare. Il nostro programma subisce sin da subito qualche intoppo: scendendo la valle mi accorgo che ho dimenticato gli scarponi a casa. Chiamo subito Francesco che mi tranquillizza dicendomi che anche lui aveva il suo solito quarto d’ora di ritardo. Ci troviamo alle 8 per un caffè e per preparare gli zaini. Arrivati alla base, però, mi accorgo di aver dimenticato i ramponi in macchina, ma restiamo ottimisti, un po’ di allenamento extra mi farà bene.

Recuperati tutti i pezzi, è arrivato il momento di avvitare la testa al collo e attaccare. Il primo tiro se lo becca Francesco che, piazzando un paio di spit, riesce a collegare le due bolle di ghiaccio che ci portano ad attaccare la frangia. I due tiri centrali di ghiaccio passano veloci e ci catapultano sul l’ultimo salto. Adesso tocca a me: attacco un piccolo strapiombo che mi porta su una rampa che supero agevolmente passando da una bolla di ghiaccio all’altra. Mi trovo a dover decidere come riportarmi sulla grande frangia che sovrasta tutta la struttura. Mi accorgo subito che questa sezione sarà dura e decido di chiodarla in maniera ravvicinata per poter spingere al massimo senza preoccupazioni la scalata in libera. Il passo è strapiombante e per risolverlo bisogna usare un aggancio piatto che porta ad una serie di bolle molto sottili e fragili che permettono di attraversare sulla destra fino alla frangia: tutto questo con i piedi nel vuoto su appoggi inesistenti.

Piazzati gli spit, scalo gli ultimi semplici metri di ghiaccio che mi portano in cima alla cascata. Recuperato Francesco e ci affrettiamo a scendere perché ormai si sta facendo buio. Nascondiamo il materiale a base parete e torniamo a valle a goderci una meritata birra per festeggiare l’apertura di *Livello Inferiore*.

Purtroppo il giorno dopo abbiamo a disposizione solo mezza giornata ma decidiamo comunque di provare ad aprire la seconda linea: così alle tredici siamo nuovamente al piazzale di Chessin. Questa volta, si unisce a noi Jules Pession che ci da una nuova carica di motivazione. Arrivati alla base, attacco io il primo tiro che si presenta molto tecnico e con poco ghiaccio. Mi impegno a fondo e dopo un’oretta, riesco a piazzare la sosta. Il secondo tiro non presenta grosse difficoltà ma a causa di una fastidiosa crosta Francesco è costretto a spezzare il tiro sotto l’ultimo muro verticale. Qui ormai quasi al buio, Jules attacca l’ultimo muro verticale e in pochi minuti piazza la sosta dove finisce il ghiaccio. Saliamo tutti in cima e con le frontali accese iniziamo le doppie.

“Nuovi orizzonti”

Recuperato tutto il materiale ci ritroviamo davanti al caminetto dell’Hotel di Jules a brindare per la riuscita di *Nuovi Orizzonti*.

Sono molto soddisfatto di aver ripreso la mia attività con queste due belle salite e soprattutto sono contento di averle condivise con due cari amici! I due nomi scelti non sono casuali, perché rappresentano un particolare momento della mia vita.

Adesso spazio alla scalata libera la caccia alla prima è aperta!

Un ringraziamento a Salewa, Scarpa e Grivel. 

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