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Beppe Tenti: racconta Overland

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BERGAMO — "Il sogno di Overland ha le sue radici nella montagna. Nel 1967 andai in vetta al Kilimanjaro, poi nel ’69 fu la mia prima volta in Himalaya. Da quel viaggio portai a casa un grande entusiasmo e l’idea di trasformare il percorso a piedi fino al campo base, e poi in cima, in un viaggio trekking". Questa è la magica storia di Overland. Abbiamo voluto farcela raccontare dalla viva voce del suo ideatore Beppe Tenti. Ecco la prima parte della videointervista.

E’ una grande storia quella di Overland. Non solo una trovata imprenditoriale geniale, ma anche un’enciclopedia di avventure, di esperienze al limite del romanzesco, degne della fantasia di Salgari o di Verne. Perchè davvero Beppe Tenti, patron di Overland e depositario della sua memoria storica, avrebbe fiumi di episodi da raccontare.
 
"Nel 1967 ho deciso di fare una ‘gita extraeuropea’, andare in vetta al Kilimanjaro – racconta Tenti -. Fu un successo insperato, che mi diede la dimensione di quello che doveva essere la mia vita. Da allora ho cominciato a girare il mondo. Raggiunsi per la prima volta l’Himalaya nel 1969. Da quel viaggio portai a casa un grande entusiasmo e l’idea di trasformare il percorso a piedi fino al campo base e poi in vetta alla montagna in un viaggio trekking. Mi appropriai della parola ‘trekking’ e incominciai a proporre  ai turisti l’andare a piedi per il mondo in zone all’epoca non servite dai mezzi di trasporto a motore. Lo scopo era di dare la soddisfazione di quel senso di libertà che prende chi fa trekking".
 
E poi da cosa nasce cosa. Dal trekking per turisti nei luoghi più selvaggi e incontaminati del mondo, dalle alte e altissime montagne, il passo verso il grande alpinismo è stato breve. E così Tenti incontra Reinhold Messner e diventa organizzatore di alcune sue salite dal punto di vista commerciale. Condivide con lui alcune forti esperienze, dalla morte del fratello Siegfried sulle torri del Vajolet, alla festa per i suoi 14 ottomila.
 
Ecco la prima parte della videointervista.
 
 
Valentina d’Angella
Foto courtesy of Overland.org
 

    

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