Alpinismo

Due nuove vie catalane in Nepal, ma è di nuovo scandalo permessi

Una settimana fa era rimbalzata in Europa la notizia dell’apertura di due nuove vie in Nepal: una sul Monte Karyolung (6511 mt) e l’altra sul Monte Numbur (6959 mt) per opera degli alpinisti catalani Roger Cararach, Santi Padrós e Oriol Barò.

Una spedizione lampo di tre settimane: il 29 ottobre avevano iniziato la salita dello spigolo SSO del Karyolung, realizzando una linea, chiamata Pilar Dudh Khunda, di 1400 metri con difficoltà fino al VI/6a, AI4, M4. Il 4 novembre era stato invece il turno del tentativo sulla parete sud del Numbur ad opera di Barò e Padrós, che si sono fermati però a quota 6900 mt, una sessantina dalla vetta. La via tentata è stata chiamata “Nepali Sun” ed ha una lunghezza di 1000 metri con difficoltà stimate attorno a VI/ 5, M4.

Senza dubbio un ottimo risultato alpinistico, che però, come nel caso di Sean Burch, ha portato solo guai ai tre catalani. A 15 giorni dallo scandalo che aveva coinvolto l’alpinista americano, la storia si è ripetuta: il Dipartimento del Turismo ha infatti rilevato che Roger Cararach, Santi Padrós e Oriol Barò non avevano alcun permesso di scalata.

I tre alpinisti non negano la cosa e, sentiti dal The Himalayan Times, hanno dichiarato: “La spedizione l’abbiamo organizzata da soli e non abbiamo chiesto i permessi di scalata al Dipartimento del Turismo perché la nostra intenzione era quella esplorare la regione per salite future”, aggiungendo che la salita è stata dedicata all’alpinista sloveno Domen Kastelic, morto recentemente sul Monte Bianco. Un accenno di difesa abbastanza labile, tanto che il Dipartimento del Turismo nepalese ha dichiarato che con tutta probabilità saranno intraprese azioni legali e che verranno richieste come sanzioni il divieto di entrare in Nepal per 10 anni ed una multa pari al doppio della royalty per la scalata dell’Everest senza autorizzazione. Ad aggravare la loro posizione ci sarebbe anche il fatto che le due montagne, che assieme al Monte Khatang circondano il Lago Dudh Khunda, a sud del Parco Nazionale Sagarmatha, sono considerate sacre.

 

(Fonte: The Himalayan Times)

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Un commento

  1. Anche nel Nepal esistono da tanti anni regole precise che
    riguardano l’alpinismo e vengono continualmente aggiornate.
    Per quanto ne so l’ ultimo update e’ del 2014. Esistono liste
    delle cime che e’ permesso scalare, le altre non si toccano.
    Chi fa alpinismo in Nepal non puo’ venire a raccontare di non
    averlo saputo, specialmente baschi e catalani che la ci vanno
    spesso. I permessi poi costano per noi occidentali una miseria:
    500 USD per 1- 4 persone (in tutto, non a testa) per cime di
    categoria A e 350 USD per quelle di categoria B. Anche se
    alla fine le sanzioni non saranno quelle previste, sono
    perfettamente d’accordo con le autorita’ nepalesi a mostrarsi
    severi in casi del genere.

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