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Ghiacciai: i consigli di Maurizio Gallo, Guida Alpina

Date le numerose segnalazioni di queste settimane circa il problema dei “turisti sui ghiacciai”, abbiamo chiesto a Maurizio Gallo, guida alpina e grande conoscitore dell’andare sul ghiaccio, di spiegarci quali sono i rischi e come comportarsi quando si desidera affrontare un ghiacciaio. Vi ricordiamo che se volete dire la vostra, potete partecipare al sondaggio: “Turisti sui ghiacciai, cosa si dovrebbe fare?”.

Se sono un turista che sale con un impianto da dove si accede facilmente al ghiacciaio cosa non devo fare?

Non devo metterci piede se non in compagnia di una guida alpina dopo aver noleggiato l’attrezzatura necessaria. Il ghiacciaio è una trappola! non è un prato coperto di neve come una pista da sci e va affrontato con la massima attenzione anche se si seguono delle tracce battute.

Se voglio fare invece un giro su un ghiacciaio, cosa posso e devo fare per non correre rischi?

Per lo sci alpinismo tutti dovrebbero sapere che sono necessari sempre Artva, indossato sul corpo e acceso, pala e sonda nello zaino, ma non basta: sono attrezzature che bisogna saper usare bene e in velocità. Per il ghiacciaio bisogna avere corda, piccozza e ramponi, ma non basta perché nel caso sfortunato di caduta in crepaccio servono un chiodo da ghiaccio qualche fettuccia e cordino, due o tre moschettoni, una placchetta ecc, ma soprattutto bisogna conoscere bene come fare la manovra di recupero, che è cosa non banale.

A parte le due domande precedenti generiche, ma basilari, come si affronta un ghiacciaio?

Ripeto, muoversi sui ghiacciai richiede prudenza ed estrema attenzione nell’individuare e valutare i rischi che si possono incontrare anche su percorsi frequentati: mi è capitato qualche volta di cadere in un crepaccio proprio sulla traccia e mettendo i piedi esattamente nelle peste del compagno che mi precedeva, sono stato fortunato. Poi ci sono i seracchi che crollano e innescano delle valanghe di neve anche in estate, quindi bisogna avere le orecchie dritte guardare il ghiacciaio di fronte, ma soprattutto di fianco per individuare le crepe o anche i cambiamenti sul manto nevoso (specialmente nelle zone di cambio pendenza). Bisogna però anche guardare in alto, cosa c’è sopra la nostra testa. Il problema in più e che speso sul ghiacciaio ci si muove al buio.

Detto questo non bisogna muoversi da soli, ma legati in cordata, con attrezzatura adeguata e capacità di intervento in caso di bisogno: il ghiacciaio come tutto in montagna richiede molta preparazione ed esperienza, ma anche continua concentrazione. Non vi sto a raccontare tutte le cose che sono successe a me o a miei amici, anche molto preparati, sui ghiacciai perché ci vorrebbe un libro.

Come ci si abbiglia e quale attrezzatura bisogna avere con sé, anche lungo i percorsi più semplici?

Su come vestirsi potremmo raccoglier molte opinioni anche diverse. Voglio ribadire un concetto importante: il tempo non corrisponde sempre alle previsioni dei meteorologi e talvolta si anticipano delle condizioni meteo previste solo nei giorni successivi con repentini abbassamenti di temperatura, tempo perturbato, temporali pomeridiani anche con alta pressione ecc; può essere invece che noi ci muoviamo in maniera più lenta del previsto. Quindi attenzione: lo zaino deve avere spazio per qualcosa di leggero, ma comunque che ci consenta di passare una notte all’ addiaccio. Ho avuto la fortuna di conoscere bene Franco Garda, il massimo del soccorso alpino all’epoca delle mie prime salite sul Bianco, e una volta mi disse al Monzino, la sera prima della salita della cresta dell’Innominata: io nel fondo dello zaino ho sempre un sacchetto della spazzatura nero per dormirci dentro e un sacchetto per riempirlo di neve e fare un corpo morto per calarmi in doppia. Saggio. Comunque mai i pantaloni corti e ricordiamoci che i casi di morti per ipotermia nei crepacci non sono rari.

Quale importanza hanno le condizioni meteo, nebbia e nevischio, o al contrario sole e caldo?

Il meteo è fondamentale, ma non è solo questione di cielo sereno: vorrei soffermarmi sullo zero termico che non viene spesso considerato. Con zero termico sui 4000 metri i rischi sul ghiacciai aumentano: ponti su crepacci più fragili, cornici più instabili crolli di seracchi ecc per cui massima attenzione e partenze forzatamente notturne, a pranzo bisogna già essere al rifugio davanti a una buona birra o alla più classica bottiglia di rosso. Direi che con condizioni di zero termico troppo elevato è meglio scegliere delle vie di roccia o delle passeggiate sui prati piuttosto che cacciarsi su un ghiacciaio!

Quali sono i più frequenti incidenti sui ghiacciai e in caso di incidente, cosa bisogna fare?

In questa storia li ho già accennati più o meno tutti: in caso di incidente chiamare i soccorsi, è la prima cosa, ma subito bisogna intervenire con operazioni di autosoccorso chiedendo (confidando) anche nella collaborazione delle cordate vicine. Allenarsi al soccorso non è mai tempo perso.

25 anni come istruttore e direttore tecnico dei corsi di guida alpina cosa ti hanno insegnato rispetto alla sicurezza in montagna e in particolare sui ghiacciai?

Da giovane correvo da solo sui ghiacciai in pantaloncini corti e salivo direttamente sul ghiacciaio dei Bosson tra rumori sinistri di crac dei seracchi, mi è crollato il seracco della Major davanti agli occhi. Di cazzate ne facevo tante. Poi qualcuno mi vide e fece girare la voce fra le guide alpine: grazie perché non so se sarei ancora qui a scrivere. Poi sono successe tante cose a miei amici e colleghi e gli incidenti sui ghiacciai mi hanno ulteriormente convinto che non bisogna scherzare.

Andateci, ma mi raccomando con persone esperte e fate una grande esperienza prima di andarci con amici del vostro livello. Spero di non avervi spaventato troppo. Andare per ghiacciai è una delle esperienze più emozionanti che ho provato.

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2 Commenti

  1. anche chi non si cimenta, restando solo al prendere il sole col riverbero sulla neve stia molto attento alle ustioni da sole…..gambe , corpo e viso e ..occhi.

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