Arrampicata

“Climber, siete pregati di lasciare il trapano a casa”

Recentemente l’alpinista polacco Marcin Tomaszewski ha deciso di spittare gli ultimi 20 metri della via Thor, un monotiro su Preikestolen, il Pulpito di Roccia, in Norvegia, creando un bel po’ di malumori nella comunità norvegese.

Il club locale di arrampicata BRV, Bratte Rogalands Venner, ha così pubblicato sul proprio sito web una nota ufficiale in merito, scrivendo: “È ovvio che la maggior parte delle vie dirette richiederebbero una spittatura, ma sarebbe una grande perdita se queste impressionanti linee non ancora scalate fossero ridotte a banali (seppur complicati) tiri sportivi.”. “Per favore, lasciate il trapano a casa e se siete in dubbio, si prega di contattare la comunità locale, che sarà lieta di aiutare” ha aggiunto il climber norvegese Øyvind Salvesen, che ha aperto poche settimane fa, con Jon Egil Auestad, #Norwegianstyle, una nuova via d’arrampicata trad proprio a Preikestolen.

La BRV elenca inoltre le regole etiche relative alla spittaura da applicare nella contea di Rogaland, dove si trova il Pulpito di Roccia, ma anche in tutta la Norvegia:

  1. In generale, gli spit non dovrebbero essere piantati in montagna, ma solo sulle scogliere dove si pratica l’arrampicata sportiva;
  2. gli spit non devono essere collocati su linee che sono scalabili con protezioni tradizionali;
  3. il club di arrampicata e la comunità locale dovrebbe essere consultato prima di effettuare spittature;
  4. il posizionamento degli spit non deve essere fatto senza il consenso del proprietario del terreno

Tomaszewski ha risposto positivamente all’appello affermando che avrebbe personalmente rimosso gli spit nel prossimo futuro cercando di aprire la via in stile trad.

Dichiarazione integrale del BRV: qui

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7 Commenti

  1. Pale di SanMartino a metà ottobre… di mattina presto i bramiti del cervo….poi parte un cantiere con camion e ruspe….lontano la motosega di boscaiolo …il cielo azzurro comincia a solcarsi di scie di jet….alla fine due colpi di fucile….cessa il bramito…dieci minuti dopo sale nel bosco per la strada forestale una jeep con lampeggiante e sirena…a caccia di bracconieri……trapani no…per fortuna.

  2. Bravi gli amici Norvegesi, sono in totale accordo con le loro ragioni dovrebbero mettere le stesse regole anche qui nelle dolomiti ma purtroppo è una battaglia persa!!!
    Paolo.

  3. Bel modo di salire in cima a una montagna… Complimentoni a tutti….

    Mi ricordo una polemica di qualche tempo fa sulle “montagne incernierate” (forse, e dico forse, fu Messner a dirlo, riferito a vie ferrate, spittature ecc…), per non parlare della celeberrima Via del Compressore sul Fitz Roy…

    Ma nessuno ha mai pensato di andare in cima (magari con un bell’elicottero,comodo no??) e poi srotolare metri e metri di corde e scalette?
    Mai sentito parlare di “Fair Means” (A.F. Mummery), ovvero “mezzi leali”?

    In merito a quanto sopra riportato, il punto 4 mi pare il più sensato di tutti; le montagne saranno pur di qualcuno, che siano private o del demanio, quindi: o si ha il permesso di sforacchiare tutta la montagna, o se ne pagano le conseguenze (chi debba rilasciare il permesso e quali conseguenze non sta di certo a me dirlo…).
    Ciao

  4. Questa presa di posizione mi fa venire in mente quella di chi non voleva i chiodi a pressione, e andando ancora un po’ più indietro quella di chi non voleva i chiodi (Preuss)
    ed invece si va avanti: le calzature non sono più quelle di una volta, le corde neppure e gli ancoraggi alla roccia nemmeno (e per fortuna!)

  5. un fifti fifti io non lo vedrei male… un pò trad e un pò fix.. giusto per non arrivare in terra come sacchi di patate se esce un friend…. un alpinista diceva: “nessuna montagna vale la vita di un uomo”…

  6. ben detto Giacomo, daccordissimo con te. io son del parere prima di tutto soste sempre e comunque cementate, si evitano rotture di scatole in caso di maltempo impprovviso e costi inutili di elicotteri in caso di ritirata. poi metterei i fix sui passaggi chiave ed il resto mi sta bene il trad. caro signor Paolo Bellodis finiamola con la solita retorica di purificare le montagne dagli spit quando lo sa benissimo che si procura piu’ danni ad una roccia dolomitica smartellando di continuo mettendo e togliendo chiodi nut friend e quant’altro, non siamo mica in Norvegia qua. io credo che migliorando la sicurezza sulle vie non tolga lavoro a nessuna guida alpina. anzi penso che avreste molti piu’ clienti incentivati di proteggerli in modo piu’ sicuro visto che ultimamente cio’ non mi sembra stia tanto avvenendo. ripeto basta con soste volanti ed inutili appese al caso. quando vedo guide alpine sulle vie ferrate con clienti cosa dovrei pensare? gli spit non sono meno invasivi di tutta quella ferraglia? gia’ da 10 metri fai fatica a vederli figuriamoci da una strada…

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